Numero 112: pesante multa in vista per l’Italia. Kroes, ‘Obbligo di intervento se inadempienza mette in pericolo la vita dei cittadini’

di Alessandra Talarico |

Italia


Numero unico 112

Nonostante le diverse sollecitazioni formali, l’Italia non si è ancora adeguata alla normative Ue sul numero unico di emergenza europeo 112, in particolare riguardo le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate ai servizi di emergenza. La Commissione europea ha pertanto deciso di chiedere alla Corte europea di infliggere un’ammenda al nostro Paese, per non avere adottato un servizio in grado di salvare molte vite umane.

 

L’Italia, a dispetto di diversi richiami della Ue e di una sentenza della Corte di giustizia del 15 gennaio scorso, non si è ancora adeguata agli obblighi della direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica. La direttiva, oltre a istituire il 112 quale numero di emergenza europeo, prevede infatti la possibilità di localizzazione del chiamante per consentire un rapido e più efficace intervento di soccorso da parte delle autorità competenti.

 

Secondo un’indagine della Ue, più della metà degli europei che viaggiano all’estero non è in grado di comunicare l’ubicazione esatta delle emergenze quando chiama il 112: la localizzazione è, quindi, un elemento fondamentale per il funzionamento efficace del servizio unico di emergenza poiché mette gli operatori dei servizi di soccorso nelle condizioni di conoscere immediatamente le informazioni relative al chiamante (comune, via e numero civico nel caso di telefoni fissi) e, nel caso la chiamata provenga da un cellulare, permette di conoscere l’esatta posizione del dispositivo con un’approssimazione che varia dai 10 metri dei centri urbani, ai 200 metri delle aree rurali o poco abitate.

Il sistema permette inoltre di capire se associato a più chiamate al 112 sia un singolo evento (incidente stradale), o se siano più incidenti che quindi richiedano più mezzi di soccorso, nonché di individuare l’esatta posizione dell’evento qualora il chiamante non abbia la possibilità di fermarsi, attraverso la traiettoria seguita dalla localizzazione del chiamante.

 

Nel caso poi il chiamante non sappia dove esattamente si trovi o non sia nelle condizioni di fornire informazioni (stato di semincoscenza, dispersi) il servizio di localizzazione permette di inviare comunque i soccorsi.

 

Per questo motivo, la Commissione ha deciso di chiedere alla Corte di giustizia dell’Unione europea di comminare all’Italia un’ammenda forfettaria calcolata in base al tempo trascorso dalla prima sentenza della Corte e una penale giornaliera fino a quando il nostro Paese non si adeguerà alle norme Ue.

 

Il Commissario per l’agenda digitale, Neelie Kroes, si è detta dispiaciuta di aver dovuto chiedere alla Corte di imporre una sanzione all’Italia, ma ha anche sottolineato che non si può lasciar correre quando l’inadempienza di uno Stato membro può mettere a repentaglio la vita dei cittadini.

“È indispensabile – ha detto – che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza. Spesso è una questione di vita o di morte”.