Digitale terrestre: guerra tra le emittenti per il posto sul telecomando. Ma perché questo problema non esisteva con la Tv analogica?

di di Remigio del Grosso (Vice Presidente Vicario Comitato Media e Minori) |

Italia


Telecomando

Gli utenti televisivi italiani non comprendono come si sia potuta scatenare, sulle loro teste, una violenta diatriba tra emittenti nazionali e tv locali per cercare di strappare le migliori posizioni su quello che il grande Arbore definiva, in una delle sue famose canzoni, “lo scettro del comando”.

 

Ciò che avrebbe dovuto essere, infatti, un’opportunità delle nuove tecnologie digitali, il cosiddetto Logical Channel Numbering, si sta rivelando un’arma gratuitamente offerta nelle mani delle grandi emittenti nazionali per relegare ad ascolti praticamente zero le tv locali.

 

Ma come mai, si domandano gli utenti, questo problema non esisteva con la tv analogica?

 

Eppure una cinquantina di emittenti esistevano anche allora e la sintonizzazione dei vecchi televisori non prevedeva la “numerazione automatica” di cui si parla oggi.

Fatta salva Rai Uno che, comparendo nella banda VHF, si sistemava sempre al primo posto, tutti gli altri canali era spostati dall’utente secondo i propri gusti ed abitudini di visione.

 

Ed è quello che potrebbe avvenire anche oggi, come ricordano sia il provvedimento legislativo del Dipartimento Comunicazioni del MISE, sia la delibera Agcom : “fermo il diritto di ciascun utente di riordinare i canali offerti sulla televisione digitale”.

 

Certo sarebbe stato meglio se sia il Mise che l’Agcom avessero vigilato più attentamente sulla tipologia di apparecchi messi in vendita da quando è iniziato il passaggio progressivo al digitale terrestre.

Alcuni modelli low cost (LGE, United) di televisori di ultima generazione non possiedono, infatti, proprio la funzione di “riordino dei canali“, tanto utile al tempo dell’analogico.

 

Un provvedimento autoritativo sul problema della numerazione dei canali, in definitiva, lascerà sempre scontenti una quantità considerevole di emittenti nazionali, regionali o locali ed esporrà l’Autorità ad una miriade di ricorsi amministrativi che renderanno per lungo tempo instabile la situazione.

 

D’altronde, come insegna la vicenda dello “Skybox” dell’operatore televisivo incumbent satellitare, i consumatori italiani sono sempre stati insofferenti all’imposizione della numerazione automatica dei canali, perché vogliono essere lasciati liberi di inserire nelle posizioni migliori le emittenti che vedono con più continuità, fosse anche “Petmania” il canale dedicato esclusivamente “all’amico dell’uomo”.

 

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