Il futuro di Deutsche Telekom è rosa. Obermann, ‘Garantire la presenza femminile è questione di equità sociale e chiave per il successo’

di Alessandra Talarico |

Europa


Rene Obermann e Angela Merkel

Le donne possono fare la differenza nel futuro del business. Ne è convinto l’Ad di Deutsche Telekom,   René Obermann, che ha deciso di inserire le ‘quote rosa’ per garantire che entro il 2015, il 30% dei posti dirigenziali sia affidato alle donne.

 

Deutsche Telekom è il maggiore gruppo Tlc d’Europa e anche la prima azienda tedesca quotata in Borsa a mettere in atto una simile misura, considerata un primo timido passo verso la riduzione di un gap sociale ed economico di cui la Germania – nonostante il cancelliere Angela Merkel – è simbolo emblematico.

Il tasso di occupazione femminile in Germania è dell’11% inferiore a quello maschile e, secondo uno studio dell’istituto di ricerche economiche DIW, solo il 2,5% dei posti dirigenziali nelle 200 maggiori aziende del Paese è occupato da donne, le quali, in media, guadagnano il 23% in meno degli uomini.

 

La quota annunciata da Obermann sarà applicata ai posti dirigenziali, dove attualmente non compare nessuna donna, come per la stragrande maggioranza delle società che compongono l’indice Dax della Borsa di Francoforte, tra le quali soltanto Siemens conta una presenza femminile nel consiglio di amministrazione: “Con più donne alla guida, saremo semplicemente migliori”, ha detto Obermann.

 

Non si tratta dunque, ha aggiunto, della “applicazione di un egualitarismo male interpretato”, quanto di “…una questione di equità sociale e un’assoluta necessità per il nostro successo”.

 

Secondo l’ultima indagine Ue sull’uguaglianza di genere, la presenza di manager donne nelle imprese europee è ferma al 33%, mentre cresce a rilento la presenza delle donne in politica (il 23% nei parlamenti nazionali, il 33% al Parlamento europeo).

Penalizzate, soprattutto, le madri: il livello di occupazione delle donne con figli è del 62,4% contro il 91,4% degli uomini.

 

Particolarmente grave è la situazione in Italia, secondo l’Ocse uno dei Paesi con il più basso tasso di occupazione femminile, dato che pure è cresciuto dal 45% del 1970 al 58% del 2008 al 62% di oggi. Restano, però, le disparità di trattamento economico, dato che le donne guadagnano il 20% in meno degli uomini, che inoltre hanno 80 minuti in più per lo svago. Peggio di noi tra i paesi Ocse solo il Messico e la Turchia.

 

Nei consigli di sorveglianza tedeschi, la quota femminile si attesta al 10%. Molti paesi, tra cui la Francia e i Paesi Bassi, vorrebbero adottare delle leggi per aumentare questa quota, ma non tutti sono d’accordo.

Il ministro tedesco per la famiglia Kristina Schröder ritiene che le quote rosa stabilite per legge non siano che l’ultima spiaggia.

“Simili iniziative non muterebbero le cause del problema, del quale bisognerebbe attaccare i sintomi”, ha spiegato il ministro, sottolineando il suo scetticismo, ma non un’opposizione in toto alle quote rosa.