Rai: in Vigilanza Garimberti, Masi e Leone su Contratto di servizio. Le guidelines per la ripresa della Tv pubblica

di Raffaella Natale |

Sul controllo della qualità Remigio del Grosso replica a Giancarlo Leone.

Italia


Sede Rai

Aggiornata a oggi la Commissione di vigilanza sul Contratto di servizio tra Rai e Governo per il triennio 2010-2012. Di nuovo in commissione il presidente della Rai Paolo Garimberti, il direttore generale Mauro Masi e il vicedirettore generale Giancarlo Leone.

Le audizioni dei vertici della Rai seguono quelle del viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani e del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò, avvenute la scorsa settimana.

 

Nella seduta di ieri, Garimberti ha nuovamente sottolineato l’importanza del finanziamento della tv pubblica: “…il vertice aziendale se ne è più volte occupato nel corso degli ultimi mesi e ha lanciato appelli a tutti i soggetti istituzionali perché la lotta all’evasione del canone sia efficace e non solo declamatoria”.

“Su questo – ha aggiunto – non posso non rilevare come la Rai si trovi a dover far fronte ad una incompleta applicazione di una ben specifica previsione legislativa (l’art.47 del Testo Unico della Radiotelevisione). Altrettanto significativo – ha osservato – è l’esplicito richiamo nel Contratto di servizio al tema alla lotta all’evasione”.

Il presidente ha quindi spiegato che, ritenuto insufficiente lo strumento contrattuale per risolvere il problema, “…è sembrato alle parti necessario inserire una sorta di impegno da far condividere a tutti i soggetti istituzionali preposti’, citando l’art. 26, comma 4, ‘che sul tema del canone impegna il Ministero ad ‘individuare, anche con il coinvolgimento delle amministrazioni competenti, le più efficaci metodologie di contrasto all’evasione del canone di abbonamento, proponendo le opportune iniziative legislative e adottando le necessarie misure amministrative’. Si tratta di disposizioni non solo di principio, tenuto conto che lo stesso comma 4 prevede l’impegno del Ministero ad ‘istituire uno specifico tavolo tecnico, cui partecipera’ anche la concessionaria’“.

 

“Il mio auspicio – ha concluso Garimberti – è che il suddetto tavolo tecnico possa essere convocato il giorno dopo la pubblicazione del Contratto di servizio sulla Gazzetta Ufficiale affinché si individui la soluzione operativa che permetta a Rai, almeno dal 2011, di avviare un percorso di riequilibrio sistematico in virtù anche della effettiva lotta all’evasione del canone”.

 

Mauro Masi ha definito il nuovo Contratto di servizio “…una sintesi efficace tra le diverse esigenze in campo: quella di individuare le azioni che la Rai, concessionaria del servizio pubblico, deve mettere in atto per mantenere un ruolo centrale nel sistema televisivo e per favorire una crescita ‘virtuosa’ dell’intero sistema in un quadro di ormai strutturale insufficienza delle risorse pubbliche a coprire i costi per lo svolgimento della missione di servizio pubblico, che portano inevitabilmente ad impiegare una quota crescente di risorse di natura commerciale in funzione di ‘supplenza’“.

 

Secondo il Dg, ci sono diversi aspetti importanti presenti nel Contratto di servizio: il digitale terrestre, ad esempio, dove sul piano dell’offerta “la Rai sviluppa ed articola nuovi canali con l’obiettivo di raggiungere la totalità del pubblico con una programmazione aperta all’innovazione e dispiegata in funzione della crescente complessità della platea televisiva”.

 

Mentre sul fronte della tecnologia si prevede che la Rai realizzi “una ulteriore rete nazionale riservata alla sperimentazione di tecnologie trasmissive e servizi innovativi, con un grado di copertura non inferiore all’80% della popolazione nazionale a conclusione del periodo di vigenza del presente contratto“.

 

Un altro aspetto importante, secondo Masi, riguarda “il consolidamento del ruolo di servizio pubblico affidato alla Rai” laddove si prevede di realizzare “un’offerta complessiva di qualità, rispettosa dell’identità, dei valori e degli ideali diffusi nel Paese, della sensibilità dei telespettatori e della tutela dei minori, rispettosa della figura femminile e della dignità umana, culturale e professionale della donna, caratterizzata da una ampia gamma di contenuti e da una efficienza produttiva”.

 

Infine, la qualità dell’informazione, che il contratto definisce “imprescindibile presidio di pluralismo, completezza e obiettività” e prevede che la Rai favorisca “anche attraverso l’informazione giornalistica, lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati”.  

 

E sul controllo della qualità, è intervenuto anche Giancarlo Leone per sottolineare che non ci sono “sovrapposizioni” tra gli organismi previsti nel contratto di servizio per il controllo della qualità, rispondendo così ai rilievi mossi la scorsa settimana dal presidente dell’Agcom che su questo, e su altri punti, aveva detto che il Contratto di servizio si discosta dalle linee guida della stessa Authority.

Spetta al Contratto di servizio e non al comitato degli esperti (che ha il solo compito di vigilare) definire operativamente gli indicatori di qualità” dell’offerta televisiva, ha detto ancora il vicedirettore generale.

Un meccanismo che “non ingenera sovrapposizioni ma consente una più efficace rappresentazione dei sistemi di indagine sulla valutazione qualitativa affinché sia possibile e chiaro il controllo da parte anche della stessa Autorità oltreché del Comitato di esperti’.

 

A riguardo Remigio del Grosso, Vice Presidente CNU dell’Agcom e Membro del Comitato Scientifico Rai, ha precisato: “Il Contratto prevede che il monitoraggio avvenga sulla base di indicatori definiti da una Commissione paritetica Governo-Rai e la vigilanza del monitoraggio spetta ad un Comitato paritetico di quattro membri, due scelti dal ministero e due da Agcom, nominati dalla Rai. Un organismo che, per Calabrò, presenta compiti “limitati”, con un rischio di sovrapposizione con la Commissione paritetica.

 

 

Aggiungendo: “E’ vero, il nuovo Comitato di controllo sulla qualità della programmazione Rai non ha più il compito – come il vecchio Comitato Scientifico – ‘di presiedere all’organizzazione della ricerca e di definirne le metodologie’. A questo provvederà la commissione paritetica Ministero-Rai che, peraltro, si è già cimentata – ad inizio 2009 – nell’attività di predisposizione di un sistema di valutazione della qualità dell’offerta, meno costoso di quello elaborato a suo tempo dal Comitato Scientifico. L’auspicio di tutti è che al nuovo Comitato Ministero-Agcom vengano affidati, almeno, i compiti ‘di controllo dei risultati e di valutazione del raggiungimento degli obiettivi di qualità’ e che al suo interno venga confermata la presenza del rappresentante degli utenti”.

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