Clima e ICT: IDC classifica le nazioni G20 in base alla capacità di ridurre le emissioni di CO2

di Alessandra Talarico |

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Greenpeace

In occasione della quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, in corso di svolgimento a Copenhagen, la società di ricerca IDC ha presentato i risultati di un rapporto sul ruolo che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) possono svolgere per ridurre di quasi 5,8 miliardi di tonnellate le emissioni di CO2 entro il 2020. IDC ha presentato inoltre il suo primo ICT Sustainability Index, in cui le nazioni del G20 sono state classificate sulla base della loro capacità di ridurre le emissioni di CO2 attraverso un uso mirato delle tecnologie ICT.

 

Il Giappone ha ricevuto il punteggio più alto dell’indice – 16 – che sta a indicare che il Paese ha il maggiore potenziale di riduzione delle emissioni attraverso un uso mirato dell’ICT. Al secondo posto IDC ha messo gli Usa con 20 punti, seguiti da Regno Unito, Francia, Germania e Brasile con 21 punti.

 

Secondo i calcoli di IDC, 5,8 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 potrebbero essere eliminati entro il 2020 attraverso un uso mirato di 17 tecnologie core in quattro principali settori economici: produzione e distribuzione di energia, trasporti, costruzioni e industria.

La stima rappresenta il potenziale di riduzione dei gas a effetto serra solo per le nazioni del G20, che rappresentano oltre il 70% del prodotto interno lordo mondiale e delle emissioni mondiali di anidride carbonica.

Ulteriori riduzioni delle emissioni globali di CO2 potrebbero essere realizzate se un numero maggiore di paesi utilizzasse in maniera più estensiva soluzioni basate sulle ICT.

 

L’ICT ha un enorme potenziale per il risparmio energetico in tutta l’economia.

Secondo i calcoli della Commissione europea, le tecnologie ICT sono in grado di portare a una riduzione complessiva delle emissioni di carbonio del 15% entro il 2020, grazie alla possibilità di migliorare il monitoraggio e la gestione del consumo energetico nelle fabbriche, negli uffici e negli spazi pubblici, nonché di rendere le persone più consapevoli del loro consumo energetico. Ad esempio, i sistemi basati su ICT sono in grado di ridurre il consumo energetico degli edifici del 17% e le emissioni nei trasporti del 27%, mentre se sostituisse solo il 20% dei viaggi d’affari delle imprese europee con riunioni in videoconferenza si potrebbero risparmiare oltre 22 milioni di tonnellate di CO 2 all’anno.

Se, ad esempio, nell’ambito della produzione e della distribuzione di energia, la Cina utilizzasse smart grid  per la gestione delle energie rinnovabili, potrebbe risparmiare quasi 200 milioni di tonnellate di CO2.

Se gli Stati Uniti, invece, adottassero le tecnologie ICT per la catena logistica di approvvigionamento e l’ottimizzazione del trasporto privato potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di oltre 500 milioni di tonnellate entro il 2020.

 

Da diversi test, è emerso inoltre che l’uso di contatori intelligenti consente di consumare il 10% in meno di energia, dando ai consumatori informazioni complete in merito ai loro consumi di energia e al suo costo.

 

La ricerca IDC è stata sponsorizzata da Fujitsu, Hitachi, HP, Intel e Schneider Electric, mentre l’indice di sostenibilità è stato realizzato – ha affermato il Vice Presidente IDC Chris Ingle – “…per offrire ai paesi un modo per confrontarsi sulla base della loro abilità di ridurre le emissioni e per sostenere le loro economie e l’ambiente attraverso gli investimenti e lutilizzo delle tecnologie ICT”.