Digitale terrestre: Romani, ‘Troveremo 150 mln per finanziamenti’. Su Cielo di Sky, ‘nessuna guerra tra emittenti’

di Raffaella Natale |

Dibattito aperto delle emittenti locali sul problema della numerazioni dei canali. Romani ribadisce, ‘Problema di competenza dell’Agcom’.

Italia


Paolo Romani

“L’obiettivo è trovare i 150 milioni di euro del finanziamento per il settore; 88 sono già in Finanziaria. Ne mancano 72. Verranno trovati anche quest’anno, soprattutto in un momento come questo dove gli investimenti per passare al digitale sono molti. Una decurtazione sarebbe inammissibile per l’emittenza locale”. Il viceministro con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, lo ha dichiarato in occasione del venticinquennale della FRT (Federazione radio e tv).

 

Riguardo al problema sorto per la numerazione automatica dei canali sul telecomando, il viceministro ha ricordato che è un problema di competenza dellAutorità  per le Comunicazioni: “Noi come ministero non possiamo intervenire”.

“E’ un accordo – ha precisato – tra privati quello che è stato trovato. L’Autorità so che sta lavorando alle regole. Le stiamo attendendo tutti”.

 

Sul passaggio al digitale terrestre che è cominciato in Campania, ha informato che sta procedendo “molto bene“, forse anche perché “i cittadini si sono organizzati meglio“. A dimostrarlo, secondo il viceministro, il numero di telefonate che stanno arrivando al call center del ministero, che sono “un quinto di quelle arrivate per il passaggio nel Lazio quindi forse i cittadini si sono organizzati meglio. Attualmente sono in media 1.500 all’ora. E anche l’ultima emittente locale che si opponeva allo spegnimento del segnale analogico lo ha appena fatto. Dunque l’ultima transizione al digitale del 2009 sta procedendo bene”.

 

Il viceministro ha anche annunciato che bisogna “decidere insieme il calendario per lo switch-off e switch-over nel 2010 nel resto del Paese”. E ha spiegato che “nel 2010 ci sono tante occasioni importanti, da eventi sportivi ad elezioni amministrative, quindi il calendario va deciso tutti insieme tenendo conto di questi eventi e deciso con un certo anticipo, ce lo chiedono anche le aziende produttrici dei decoder che devono fare ingenti investimenti”.

 

Romani è anche entrato nel merito della polemica sollevata da Sky per la mancata autorizzazione a trasmettere il nuovo canale Cielo sul digitale terrestre.

“Si tratta di una questione – ha spiegato – di carattere regolamentare, tecnico e non c’entra con la guerra tra le emittenti, che poi è sana concorrenza”.

“La domanda è stata inoltrata al ministero il 2 novembre – ha ricordato – e abbiamo tempo 60 giorni, più eventuali altri 30 per dare una risposta. Abbiamo chiesto alla Commissione europea una corretta interpretazione del regolamento”, cioè degli impegni fissati dall’Antitrust europeo al momento della fusione tra Stream e Tele+.

 

Il viceministro, in particolare, ha evidenziato che tali paletti “prevedono l’impegno per News Corp a non intraprendere attività sul digitale terrestre, fino a fine 2011, né come operatore di rete né come fornitore al dettaglio che a casa mia vuole dire trasmettere programmi in chiaro. Per questo abbiamo chiesto lumi alla Commissione europea e siamo in attesa di una risposta”.

 

Romani si è soffermato anche sul problema della possibile collocazione di Cielo, che si appoggerà alle frequenze di Rete A al decimo posto del telecomando digitale: “il fatto che Rete A si sia inserita con il multiplex tra i canali dal 9 al 14, sconvolgendo quel minimo di gentleman agreement’ trovato tra le emittenti, è gravissimo. Aspettiamo che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si esprima sul tema dell’ordinamento dei canali, speriamo con regole abbastanza rigide e cogenti”.

 

Molto critico sulla transizione alla Tv digitale, il presidente di FRT, Filippo Rebecchini, che nella sua relazione ha commentato: “In Italia è sempre così: prima fai le cose, poi le aggiusti”.

Rebecchini ha criticato la cattiva gestione del passaggio dalla Tv analogica al digitale, che ha portato al “caos assoluto” in Regioni come il Lazio. Questa situazione “ha causato un gravissimo danno economico alle emittenti televisive, soprattutto quelle locali azzerando quel preziosissimo valore d’impresa che è l’avviamento, faticosamente conquistato in decenni di attività”.

 

Rebecchini ha, quindi, chiesto all’Agcom di “far sentire la sua voce” e non lasciare tutto alla sola capacità di autoregolamentazione del sistema, per dare una risposta al “forte malessere avvertito da radio e tv locali”.

 

Più duro il vicepresidente Associazione Tv locali di FRT Maurizio Giunco: “Fosse stato per noi il digitale non l’avremmo scelto”.

Ma, ha detto ancora, “abbiamo fatto uno sforzo enorme per adeguarci e non nascondiamo le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. Ma è una rivoluzione tale che enfatizzare i problemi non serve. Certo chi aveva una copertura importante ne ha beneficiato, chi ce l’aveva solo sulla carta è rimasto così”.

Giunco ha, poi, lanciato un monito alla servizio pubblico: “la Rai ha diritto a 5 frequenze, mentre nel Lazio ne ha 9 e in Campania 10. Siamo consci della corsia preferenziale del servizio pubblico, ma accaparrarsi troppe frequenze non va bene, questo vuol dire che l’emittenza privata in alcune regioni sparirà”.

 

Sulla vicenda della Tv Cielo, Giunco ha precisato che “ben venga un operatore che arricchisce l’offerta digitale, ma non si può prescindere dall’emittenza locale e occupare il canale 10. L ‘Agcom definisca in modo chiaro il problema della numerazione automatica dei canali sul telecomando, tenendo conto che emittenti che non sono mai esistite non possono prendere spazi dove le Tv locali lavorano da anni”.

 

Intanto il Comitato Radio tv Locali ha depositato all’Agcom una proposta di  Misure urgenti di regolamentazione della funzione di ordinamento automatico dei programmi nelle piattaforme televisive digitali terrestri“.

In sostanza il Comitato prende le distanze dalla proposta DGTVi presentata la scorsa settimana all’Autorità, ritenendola discriminate per la maggior parte delle Tv locali.

La proposta CRTL è sostanzialmente un’assegnazione della numerazione a 3 cifre sul modello Sky, con la suddivisione delle numerazioni per tipo di programma a partire dalle Tv analogiche preesistenti, con una deroga per le attuali televisioni nazionali analogiche a rimanere sulla numerazione a 1 cifra.

 

Anche l’Associazione Terzo Polo, che raggruppa altre emittenti nel sud Italia, depositando autonomamente una sua proposta all’Agcom, ha sostanzialmente condiviso l’assunto del CRTL sulla regolamentazione dei canali digitali, la cui assenza sta creando non pochi problemi agli utenti della Tv Digitale nelle aree nelle quali è già attivo lo switch-off.

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