Banda larga: ‘gravose e ingiustificate condizioni economiche all’ingrosso’. AIIP chiede annullamento delibera Agcom

di Alessandra Talarico |

Italia


Banda larga

“I prezzi all’ingrosso dei servizi a banda larga praticati da Telecom Italia ed approvati dall’Autorità per il 2008 sono eccessivi e non orientati ai costi come prescritto dalle norme, in quanto basati su stime della banda anziché su misurazioni effettive”.

Lo afferma l’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), che ha annunciato di aver depositato un ricorso straordinario presso il Presidente della Repubblica contro l’AGCOM e Telecom Italia per l’annullamento di “una delibera fortemente penalizzante per i prezzi al pubblico di Internet”. 

 

La delibera è la 13/09/CIR del 27 Maggio 2009 con la quale Agcom approva l’offerta di riferimento di Telecom Italia per il 2008 relativa ai servizi bitstream.

Secondo AIIP essa fissa “gravose ed ingiustificate condizioni economiche all’ingrosso per la banda larga”, venendo meno, tra le altre cose, ai principi di non discriminazione dei concorrenti e alla necessità di far confluire gli investimenti nelle zone penalizzate dal digital divide.

 

AIIP contesta innanzitutto il fatto che i prezzi per il 2008 siano determinati sulla base dei costi sostenuti da Telecom Italia nel 2006, nonostante le regole fissate dalla stessa Agcom prevedano di “basare i calcoli sulle contabilità più recenti”.

AIIP considera questa scelta “altamente penalizzante per i consumatori e per i concorrenti” e in grado di apportare vantaggi soltanto a Telecom Italia, nonostante l’ex monopolista detenga “ancora oggi, anni dopo l’apertura alla concorrenza, una quota del mercato della larga banda che non ha pari nei Paesi più sviluppati”. 

 

Appare inverosimile, quindi, che nonostante la continua discesa dei costi degli apparati, la costante evoluzione della tecnologia della rete trasmissiva (con moltiplicazione della banda disponibile) e l’aumento dei clienti e dei volumi medi di traffico, i costi sostenuti da Telecom Italia – secondo l’Agcom – non siano scesi.

 

“E’ noto infatti – sottolinea ancora AIIP – che ogni anno i costi diminuiscono per via dell’evoluzione tecnologica ed i costi unitari diminuiscono con l’aumentare degli utenti e dei volumi di traffico”.

 

Secondo AIIP, inoltre, se i prezzi fossero orientati ai costi e calcolati su misurazioni effettive e non su semplici stime, come peraltro indicato dalle regole fissate dalla stessa Autorità, i prezzi all’ingrosso sarebbero pari “a meno della metà di quanto approvato” dalla delibera Agcom.

AIIP sottolinea inoltre il fatto che in questa decisione Agcom, i prezzi bitstream all’ingrosso della rete IPTV di Telecom Italia “rimangono inspiegabilmente elevati, ad un livello tale da non consentire a nessun operatore, a meno di ingenti perdite economiche, di utilizzare l’offerta wholesale Bitstream per proporre al pubblico un’offerta alternativa di TV via cavo che Telecom, invece, fornisce senza alcun sovraprezzo ai clienti finali”.   

 

Chiedendo al Presidente della Repubblica di disporre l’annullamento della delibera 13/09/CIR, AIIP ribadisce infine la “necessità del massimo rigore e della massima trasparenza dei principi contabili utilizzati”, auspica che per il 2009 “l’Autorità possa ridurre drasticamente i prezzi dei servizi all’ingrosso “bitstream” allineandoli ai reali costi sottostanti, rispettando le regole che la stessa Autorità si è data”.

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