Terminazione: probabile rinvio dei tagli alle tariffe. Commissione ancora divisa sulle proposte della Reding

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

Che le compagnie telefoniche europee non vedessero di buon occhio la decisione della Ue di tagliare fino al 70% le tariffe di terminazione mobile entro la metà del 2012, era cosa nota e prevedibile.

L’azione di lobby dell’industria sembra aver dato i suoi frutti, poiché – nonostante la determinazione dei commissari Viviane Reding (Media e Società dell’Informazione) e Meglena Kuneva (Concorrenza) – l’entrata in vigore delle disposizioni contenute nella raccomandazione potrebbe slittare al 2015.

 

A guidare l’opposizione – secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa – sarebbe il Commissario Ue all’industria Gunter Verheugen, preoccupato che i tagli alle tariffe di terminazione, sommati agli effetti dell’attuale crisi economica possano mettere in ulteriore difficoltà un settore, quello delle telecomunicazioni, che è il più importante componente del comparto ICT europeo, rappresentando il 40% del suo totale per un valore stimato in circa 300 miliardi di euro.

 

Già a febbraio, il Comitato Comunicazioni, che riunisce gli Stati membri, aveva comunicato la bocciatura del piano del Commissario Viviane Reding: solo Italia, Francia, Svezia, Portogallo e Slovenia sostenevano il progetto di raccomandazione elaborato dalla Commissione, mentre  Regno Unito, Germania, Spagna, Finlandia, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Ungheria, Polonia, Malta, Danimarca avevano espresso una posizione contraria.

 

La decisione di rimandare l’entrata in vigore dei tagli, secondo Verheugen, sarebbe dettata dalla necessità “di preservare le capacità dell’industria a finanziare gli investimenti necessari nelle nuove reti”, si legge nel documento interno della Commissione datato 4 maggio.

 

Le tariffe di terminazione sono quelle che gli operatori si praticano l’un l’altro all’ingrosso per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e rappresentano una grossa fetta dei guadagni dell’industria (tra il 15% e il 20% delle entrate degli operatori più grandi).

 

Attualmente, le tariffe di terminazione mobile si aggirano mediamente sui 9 centesimi di euro per ogni chiamata (si passa però dai 2 centesimi di Cipro ai 18 centesimi della Bulgaria), contro 1 centesimo di euro per le reti fisse. La Ue vorrebbe rapportarle al loro costo reale, in un range fra 1,5 e 3 centesimi al minuto.

 

Anche il vicepresidente della Commissione, Jacques Barrot propenderebbe a favorire le richieste delle società tlc, mentre il presidente dell’esecutivo, Jose Manuel Barroso avrebbe chiesto ai commissari Reding e Kroes di chiarire i costi e i vantaggi della raccomandazione, e di “modificare il testo attuale affinché la sua entrata in vigore sia rinviata di sei mesi intervenendo alla fine dell’anno 2012″ .

Barroso si è detto preoccupato anche per l’impatto che l’intervento avrebbe sull’occupazione, ma la Reding ha già chiarito più volte che il potenziale impatto negativo della raccomandazione in questo senso sarebbe ampiamente bilanciato dai nuovi posti di lavoro che si verrebbero a creare nell’ambito dello sviluppo delle nuove reti.

 

Sarebbe anzi più dannoso, secondo la Reding, un eventuale rinvio che rischierebbe “di accrescere l’incertezza degli operatori coinvolti”.

La Kroes ha quindi ribadito la necessità di intervenire a livello europeo sulla questione per evitare interventi scoordinati da parte dei singoli governi che rischierebbero di ampliare la distorsione della concorrenza nel mercato.