Telecom: Bernabè ribadisce, ‘Il tema dello scorporo non esiste’. Agcom intanto designa membri per gli organi di governance

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò e Franco Bernabè

Il tema dello scorporo della rete di Telecom Italia “non esiste, non è in agenda”.

L’amministratore delegato della compagnia telefonica italiana, Franco Bernabè, ha più volte in passato espresso questo concetto, e lo ha ribadito anche da Barcellona, a margine del Mobile World Congress.

Per non lasciare spazio a ulteriori dubbi, Bernabè ha sottolineato quindi che la questione di fondo, adesso, non è lo scorporo della rete, ma “l’entrata in funzione di Open Access”, la divisione creata proprio per garantire una maggiore apertura della rete ai concorrenti.

 

“La separazione della rete – ha spiegato l’ad – è stata ipotizzata dal regolatore come un rimedio estremo per dare competitività al mercato delle telecomunicazioni in Italia, ma questo rimedio estremo non è stato ritenuto necessario dall’Authority”.

 

Il lungo confronto con Agcom ha portato invece alla realizzazione di Open Access, a cui è stata affidata la responsabilità delle attività di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture di rete fissa; dei processi produttivi riguardanti la fornitura dei servizi di accesso alla rete (delivery) e dell’assistenza tecnica relativa ai servizi, svolta nei confronti degli operatori alternativi e dei clienti finali (assurance).

 

Con Agcom è stata altresì stabilita la necessità di creare un organo di vigilanza col compito di verificare il rispetto degli obblighi in capo all’operatore storico e di imporre al gruppo la partecipare a due nuovi strumenti di governance istituiti dall’Authority con la partecipazione degli altri operatori: il primo sarà assimilabile al britannico Ota (Office of the Telecoms Adjudicator), e si occuperà di risolvere le controversie in materia di accesso tra l’incumbent e i concorrenti.

Il secondo organismo sarà un ‘Comitato NGN’ presieduto dall’Autorità e composto da tutti gli operatori, che avrà il compito di proporre ad Agcom “soluzioni concrete alle problematiche tecniche ed organizzative del passaggio alle reti di nuova generazione”.

 

La nuova entità di controllo (versione italiana dell’Equality of access board britannico) avrà a disposizione un budget di 1,2 milioni annui e avrà come referente l’Agcom. Sarà costituita da due membri scelti dalla società e da tre scelti dall’Autorità.

L’Agcom ha comunicato nei giorni scorsi i propri rappresentanti. Telecom, ha spiegato Bernabè – comunicherà i propri nel prossimo cda del 27 febbraio.

 

L’Autorità guidata da Corrado Calabrò ha designato per l’organismo di vigilanza  Gerard Pogorel, professore di economia delle TLC presso l’Ecole Nationale Superieur des Telecommunications (ENST) di Parigi; Claudio Leporelli, professore ordinario di ingegneria economico-gestionale presso l’Università La Sapienza di Roma e Giulio Napolitano, professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico all’Università Roma Tre, nonché figlio del Presidente della Repubblica.

A presiedere il comitato NGN, l’Agcom ha chiamato invece Francesco Vatalaro, professore ordinario di telecomunicazioni presso la facoltà di ingegneria dell’Università Tor Vergata di Roma, mentre la responsabilità di guidare l’organismo di risoluzione delle controversie viene affidata a Guido Vannucchi, professore al politecnico di Milano di architetture di reti di telecomunicazioni.

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