Sms e scuola, studenti contro Brunetta e Gelmini: ‘Un messaggino non risolve il problema della dispersione scolastica’

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Sms e scuola

Non si placa la polemica tra l’associazione rete degli studenti (www.retedeglistudenti.it) e i ministri Brunetta e Gelmini per la decisione di comunicare le assenze degli alunni via sms ai genitori e di pubblicare le pagelle scolastiche online.

 

I due ministri, secondo la rete degli studenti, “non fanno altro che rispondere con delle false soluzioni a problemi reali e gravi della scuola” e avrebbero lanciato queste proposte falsamente modernizzatici per “distogliere l’attenzione da quello che è un vero delirio all’interno della scuola pubblica”.

La rete punta il dito, oltre che sul problema dei costi per inviare gli sms – che francamente risulta molto debole come obiezione – anche sul fatto che l’invio di un messaggio per segnalare l’assenza da scuola non può certo considerarsi una soluzione al problema della dispersione scolastica, in un Paese in cui il fenomeno è molto esteso e complesso.

“È in aumento il numero di studenti che lavorano mentre vanno a scuola, o che sono coinvolti fin dall’infanzia nel lavoro nero e nella criminalità organizzata – scrive sul suo sito retedeglistudenti – Ci chiediamo come può pensare il duo governativo, di risolvere questi problemi con un sms”.

Una bocciatura, insomma, senza mezzi termini, anche per quel che riguarda l’idea di agevolare – grazie alle nuove tecnologie – il dialogo con le famiglie.

Con queste ultime, spiegano ancora gli studenti, “andrebbe costruito un dialogo effettivo da parte delle scuole, per costruire percorsi educativi, soprattutto nelle situazioni di disagio”.

 

Immediata la risposta del ministro Brunetta, secondo cui è sorprendete che critiche così aspre all’impiego diffuso nella scuola di Internet e delle nuove tecnologie arrivino proprio da un’associazione online.

“Questi studenti – dice il Ministro – sono davvero così preoccupati per l’eccessivo costo che sosterrebbero le loro scuole nell’invio degli sms (gli stessi che usano a tutto spiano tra di loro grazie alle paghette dei genitori)? Decidano allora di essere presenti e puntuali ogni giorno al proprio posto di lavoro. Ne trarrebbero immediato giovamento sia i bilanci degli Istituti sia il loro personale livello di istruzione”. 

 

Anche il ministro Gelmini è intervenuto in difesa del progetto per l’innovazione digitale nelle scuole, affermando che le famiglie sono d’accordo con l’operato del governo: “In più di 200 scuole in tutta Italia, dove la sperimentazione è già in atto – ha spiegato il ministro – i risultati sono buoni. I genitori ricevono informazioni continue su assenze, rendimento e comportamento dei propri figli. Le assenze sono diminuite e anche il comportamento dei ragazzi è migliorato”.

Nessun problema per la privacy: “La famiglia – ha aggiunto la Gelmini in un’intervista a La Stampaha la responsabilità di controllare la formazione del ragazzo e quindi ha il diritto di essere informata”.

 

Le proposte lanciate dal governo si inseriscono in un piano articolato in 5 punti: “Scuole in rete“, per fornire a tutte le istituzioni scolastiche principali del territorio nazionale una connessione ad Internet sicura e veloce, con la previsione di collegare il 40% delle scuole principali entro dicembre 2008 e il rimanente 60% entro dicembre 2009; “Contenuti digitali per la didattica“, per ampliare l’offerta di risorse e ambienti digitali che possono consentire alle Istituzione scolastiche la possibilità di adottare metodologie didattiche innovative basate sulle ICT; “Servizi scuola-famiglia via Web” per semplificare le relazioni scuola-famiglia attraverso la realizzazione di un insieme di servizi innovativi, tra i quali il registro elettronico, la rilevazione presenze-assenze con comunicazione via cellulare o eMail, l’accesso al fascicolo personale dello studente, la prenotazione colloqui, la pagella online; “Anagrafe scolastica nazionale” per diffondere e sviluppare strumenti efficaci di cooperazione con le anagrafi territoriali; “Università Digitale” per incrementare la copertura WiFi nei campus universitari e favorire l’adozione di servizi didattici e amministrativi online, superando la frammentazione attualmente esistente tra i campus, sia in termini di servizi offerti che di modalità di erogazione dei medesimi  anche sostenendo il riuso delle soluzioni esistenti. L’obiettivo è di realizzare la copertura Wi-Fi del 60% delle università entro dicembre 2009.