Banda larga: la Ue invita il governo a liberalizzare il mercato spagnolo, mentre per Eurostat connessioni in crescita nei Paesi membri

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Broadband

Liberalizzare pienamente il mercato della banda larga in Spagna. E’ quello che ha chiesto il Commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, al governo spagnolo e Telefonica in occasione di una conferenza per il decimo anniversario della liberalizzazione delle telecomunicazioni nel paese iberico.

“…La rete deve essere sempre aperta, tanto la fissa come la mobile”, ha detto Kroes davanti ai due principali protagonisti del mercato delle telecomunicazioni spagnolo, il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, e quello di Vodafone, Vittorio Colao.

Quest’ultimo, pur lamentandosi per le “continue intromissioni” di Bruxelles nel settore, ha fatto eco al Commissario sostenendo che “nel mercato del fisso” la concorrenza è assai minore che nel mobile.

“…Condividiamo i seri dubbi della Commissione“, ha detto Colao riferendosi all’approccio del regolatore nazionale spagnolo, la Cmt, che intende fissare l’obbligo per Telefonica di mettere a disposizione dei concorrenti solo le canalizzazioni per la rete in fibra e non di affittare l’infrastruttura.

“…La Commissione deve cogliere l’occasione per dimostrare che la concorrenza non è qualcosa di negoziabile”.

 

Alierta, da parte sua, ha affermato che la regolamentazione “…ha favorito la competenza a partire dalla rete dell’operatore dominante, ma non ha generato innovazione né investimenti in nuove infrastrutture” da parte degli operatori alternativi: proprio la necessità di fomentare gli investimenti di tutti gli operatori in reti di nuova generazione è l’argomento utilizzato dal regolatore nazionale Cmt per motivare il suo approccio.

 

Una ricerca di Eurostat, ufficio statistico dell’Unione europea, ha intanto presentato alcuni dati che riguardano un’indagine comunitaria sulle tecnologie dell’informazione e delle comunicazione (Ict) realizzata all’inizio del 2008 presso le aziende presenti nei 27 Stati Ue, ma anche in Islanda e Norvegia.

L’analisi considera anche indicatori per l’eCommerce, eGovernment ed eBusiness.

 

Nella Ue-27 (Non comprende la Grecia), lo scorso gennaio il 93% delle aziende (I dati si riferiscono a gennaio 2008, salvo il caso di Francia, Regno Unito e Paesi Bassi) con dieci o più dipendenti dispone di un accesso internet, percentuale immutata rispetto a gennaio 2007, e l’81% ha un collegamento broadband contro il 77% del gennaio 2007.

Nello stesso periodo si rileva che il 64% di queste imprese possiede un sito internet, contro il 63% del 2007.

 

Nel gennaio 2008, la più alta percentuale di imprese con accesso a internet si è registrata nei Paesi Bassi e Finlandia (entrambe 99%), Danimarca (98%) e Belgio, Austria e Slovenia (97% ciascuno). La percentuale è stata inferiore al 90% in soli cinque Stati membri: Romania (67%), Bulgaria (83%), Ungheria (86%), Lettonia (88%) e Cipro (89%).

Sempre nello stesso periodo, la percentuale di aziende con collegamento broadband è stata superiore al 90% in Spagna, Francia e Finlandia (92%) e Belgio (91%). Romania (44%), Lituania (56%) e Polonia (59%) erano gli unici Paesi membri nei quali la percentuale riguardante le connessioni era inferiore al 60%.

 

I dati raccolti evidenziano che, mentre l’accesso a Internet sembra vicino al livello di saturazione in quasi tutti gli Stati membri, la percentuale delle aziende che dispongono di un accesso a banda larga continua a crescere.

 

Nel gennaio 2008, varia sensibilmente tra i Paesi membri il numero delle imprese che hanno un sito.

Percentuale più elevata per Danimarca (87%), Svezia (86%), Paesi Bassi (85%) e Finlandia (82%). Solo in Romania (27%), Bulgaria (33%), Lettonia (42%), Portogallo (46%), Cipro e Ungheria (48%) meno della metà delle imprese ha un sito web.

 

Sempre nello stesso periodo, tra quelle imprese che hanno un sito web e fanno parte della Ue-27, il 57% propone cataloghi o listini prezzi, il 26% prevede la possibilità di ricevere ordini online, il 26% si occupa di eRecruitment e il 10% offre la possibilità di pagamenti online.

 

L’indagine ha riguardato le imprese, con almeno 10 dipendenti, dei seguenti settori economici: industria manifatturiera, edilizia, settore alberghiero e immobiliare, trasporti e comunicazione, servizi e attività riguardanti cinema, radio e televisione.

 

 

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