Digitale terrestre: concluso lo switch-off per la Sardegna. Ambrogetti (DGTVi), ‘Entro la fine del 2009 toccherà a Roma, Napoli e Torino’

di Raffaella Natale |

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Il digitale terrestre è diventato una realtà per la prima regione italiana. Si è infatti concluso il passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva per la Sardegna.

“Si tratta della più vasta regione digitale dell’intera Europa”, ha commentato Andrea Ambrogetti, Presidente DGTVi (associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree, e le televisioni locali di FRT ed Aeranti Corallo), “che conferma il primato italiano nell’avanzata verso il passaggio al digitale terrestre che si concluderà nel nostro Paese, come in tutta Europa, nel 2012″.

“L’esperienza positiva della Sardegna – ha continuato Ambrogetti – conferma i vantaggi del passaggio al digitale terrestre per le emittenti, ma soprattutto per gli utenti: tutti i cittadini sardi in questi 15 giorni sono passati da un’offerta televisiva analogica basata su 26 canali (10 nazionali e 16 locali) ad una nuova offerta digitale gratuita e accessibile a tutti composta da ben 59 canali (29 nazionali e 30 locali)”.

“Sulla base di tale positivo risultato – ha sottolineato il presidente di DGTVi – sarà possibile moltiplicare gli sforzi di quanti, istituzioni, emittenti ed operatori, si stanno adoperando per raggiungere il risultato di portare in digitale nei prossimi mesi anche realtà come, fra le altre, Roma, Napoli e Torino il cui passaggio al digitale (per un totale di circa il 30% della popolazione italiana) è previsto entro la fine del prossimo anno” .

 

Oltre 1.600.000 persone, più di 640.000 famiglie, da ieri sono quindi entrate definitivamente nell’ambiente televisivo digitale, spegnendo il segnale analogico in un processo avviato lo scorso 15 ottobre.

Alle 8.30 di quel mercoledì, DGTVi informa che erano stati già effettuati i primi 100 interventi sugli impianti di emissione televisiva portando le emittenti nazionali e locali che operano sull’isola a trasmettere in digitale nell’area dell’Ogliastra e, per il servizio pubblico, nell’area di Cagliari.

 

Si è trattato di oltre due anni di lavoro che hanno portato a risultati di penetrazione tra la popolazione (oltre l’85% dei sardi è in possesso di decoder digitale terrestre) e di consapevolezza (il call center dedicato pur lavorando a pieno ritmo non è stato intasato) davvero importanti.

 

“…Le emittenti hanno avuto il tempo necessario per attrezzarsi e i cittadini, ossia quelli che hanno il problema della ricezione del segnale, hanno avuto il tempo per capire cosa stava accadendo”, ha detto il sottosegretario per le Comunicazioni, Paolo Romani, aggiungendo che “…tutte le famiglie della Sardegna hanno la fortuna di ricevere il contributo per l’acquisto del decoder, una cosa che non avverrà a livello nazionale”. Inoltre, come ha ricordato, l’isola rappresenta un progetto-pilota per tutto il Paese e per l’Europa perché “…i criteri utilizzati sui potranno essere esportati”. Il calendario predisposto dal Ministero il 10 settembre prevede che entro il 2010 il 70% per territorio italiano debba ricevere il segnale digitale terrestre.       

 

“…Notevoli – ha ricordato il sottosegretario – i benefici del digitale: una migliore qualità dei programmi e una maggiore quantità”. In altre parole vuol dire la possibilità di avere “un segnale migliore” e quella di “sperimentare”.

Un passo avanti della tecnologia” insomma, che “permetterà di mettere ordine nel far west delle frequenze e di liberarne altre (il cosiddetto dividendo digitale), come ci ha chiesto l’Europa”.

 

Già il primo dei quindici giorni del passaggio in digitale quasi 900.000 abitanti erano quindi stati coinvolti da tale processo senza che particolari problemi di ricezione o sintonizzazione siano emersi. E’ il primo caso europeo, se non mondiale, di uno switch-off con queste proporzioni. Un caso che si preannuncia di successo e sul quale sarà fondato il prosieguo del cammino che vedrà nel 2009, secondo il calendario approvato, oltre il 30% della popolazione italiana passare integralmente al digitale terrestre.

 

Per DGTVi, lo switch-off sardo è stato un banco di prova anche per le 16 Tv locali della regione: 5 Stelle Sardegna, Alguer Liberada, Antenna 1 Sardegna, Canale 40, Catalan TV, Gallura TV Channel, Nova TV, Olbia TV, Sardegna 1, Tele Costa Smeralda, Teletirreno Sardegna, Telegì, Telegolfo Sardegna, Tele Maristella, Tele Sardegna, Videolina. Di queste, 14 hanno aderito al Consorzio Sardegna Digitale, impegnato nella campagna di comunicazione.

 

Quasi 180 impianti sono stati convertiti al digitale nelle poco più di due settimane in cui in tutta la regione ha spento la Tv analogica. Tutto questo ha rappresentato un importante impegno, economico e organizzativo. Tutti i soggetti locali si sono dimostrati reattivi raccogliendo la sfida per divenire operatori di rete, con la prospettiva di sviluppare il proprio business, creando nuovi contenuti e servizi. Nei prossimi mesi, molte di queste Tv locali arricchiranno l’offerta, soprattutto sul piano informativo, confermando il ruolo insostituibile di cerniera con il territorio.

 

Per raccogliere le segnalazioni degli utenti sardi in merito allo switch-off della Tv analogica, Adiconsum ha aperto uno sportello online al quale si può accedere andando sulla homepage del sito.

Le segnalazioni saranno utili a tutti, cittadini e istituzioni, per migliorare gli switch-off successivi.

 

Con il decreto ministeriale del 10 settembre scorso, è stato disposto il contributo statale per l’acquisto di un decoder digitale rivolto ai cittadini in regola con l’abbonamento alla Rai, utilizzabile presso tutti i rivenditori che aderiscono all’iniziativa. In Sardegna dal 2004 a oggi (Dati aggiornati al 15 ottobre 2008) sono stati erogati contributi per l’acquisto per circa 330.000 decoder e, in occasione dello switch-off, si è deciso di assegnare un contributo dell’importo di 50 euro, a decorrere dal 15 settembre.

 

Riguardo ai vecchi televisori, non è necessario buttarli via per passare al digitale terrestre. E’ sufficiente invece comprare un decoder. Eppure nel corso degli ultimi mesi, nei principali Paesi europei, è cresciuto in misura significativa il contributo dei ricevitori TDT integrati al processo di diffusione della Tv digitale.

Si tratta di terminali, in larga misura televisori (ma anche player Dvd), che incorporano un tuner per l’accesso all’offerta della televisione digitale terrestre e in Italia, dove hanno superato la vendita dei decoder, ad agosto i televisori in grado di ricevere il digitale terrestre avevano raggiunto quasi i dieci milioni e di questo il 32% sono integrati.

 

La crescita nelle vendite dei ricevitori integrati, spiega l’associazione DGTVi, è dovuta da una parte alla rapida e robusta contrazione dei prezzi e dall’altra alla maggiore disponibilità sul mercato di apparecchi e di modelli. Inoltre alcuni Paesi, Francia e Italia, hanno predisposto norme favorevoli alla diffusione dei terminali integrati, vietando per legge, progressivamente, la vendita di televisori privi di tuner digitale.

 

In questo modo, la digitalizzazione televisiva delle famiglie può trarre beneficio dalla “naturale” sostituzione del parco televisori. In Italia, ad agosto 2008, il numero cumulato di ricevitori TDT venduti (dal febbraio 2004) aveva raggiunto i 9,6 milioni (fonte Gfk). Di questi, quasi 3,1 milioni (il 32% del totale) erano integrati. Un anno prima, ad agosto 2007, gli integrati valevano appena il 12% del totale dei ricevitori TDT venduti. Dal mese di settembre 2007, inoltre, le vendite mensili di ricevitori integrati superano stabilmente quelle dei decoder esterni (Set Top Box).

Si tratta di un processo destinato a crescere. Nei prossimi mesi, infatti, dispiegherà del tutto i propri effetti la norma sui televisori integrati approvata con la manovra finanziaria 2008. Stabilisce che entro aprile 2009 non potranno essere più commercializzati televisori privi di tuner digitale.

Per garantire i consumatori sulle caratteristiche tecniche dei ricevitori, l’associazione DGTVi ha inoltre lanciato l’iniziativa “bollino DGTVi” in accordo con i produttori di elettronica di consumo.

Attualmente, il “bollino blu” (che riguarda ad oggi solo i decoder) vede 10 aziende firmatarie per un totale di 22 prodotti. Il “bollino bianco”, che al momento conta 10 sottoscrittori per un totale di 130 modelli, certifica invece i televisori integrati che permettono di accedere, oltre all’offerta gratuita della TDT, anche ai servizi a pagamento attraverso un dispositivo (detto Cam) acquistabile insieme o separatamente al televisore.

Secondo una stima del produttore SmarDTV, i moduli Cam immessi in commercio raggiungeranno, nei sei mesi da luglio a dicembre 2008, le 350 mila unità circa.

 

Il trend di crescita dei ricevitori integrati, dice ancora DGTVi, accomuna l’Italia agli altri Paesi europei. In Gran Bretagna, il 40% del totale dei ricevitori venduti (oltre 32 milioni dal lancio di Freeview) sono integrati. Se nel 2007 i ricevitori esterni e integrati si erano divisi quasi equamente le vendite, nei primi sei mesi del 2008 la quota degli integrati sul totale dei pezzi venduti ha raggiunto il 62%. In Gran Bretagna, l’introduzione da parte di Digital UK (responsabile del coordinamento della transizione) di un apposito “bollino” da applicare sui device ha costituito un elemento chiave nella strategia di supporto alla digitalizzazione.

La Francia ha deciso di supportare per via normativa le vendite di ricevitori integrati. La legge relativa a “La télévision du futur” (marzo 2007), ha introdotto alcune norme finalizzate ad allineare la produzione dei terminali alla tempistica di switch-over. La legge ha imposto che, da marzo 2008, tutti gli apparecchi TV venduti dovessero essere dotati di tuner TDT. Già a quella data, comunque, le vendite di ricevitori integrati (5,4 milioni) avevano quasi raggiunto quelle dei decoder esterni. Contando che in Francia si vendono circa 6 milioni di televisori all’anno, questa norma sta già incidendo in misura significativa sull’avanzamento della TV digitale.

In Spagna, infine, ben il 68% dei ricevitori TDT venduti nei primi otto mesi del 2008 sono integrati (principalmente televisori ma in buona misura anche player DVD). Si tratta, in valori assoluti, di quasi 3 milioni di pezzi, contro gli 1,4 milioni dei ricevitori esterni. Se si considerano le vendite di televisori da gennaio ad agosto 2008, si rileva che per ogni televisore privo di tuner TDT se ne sono venduti quasi quattro con ricevitore integrato.

 

 

    

Per approfondimenti sullo switch-off della Sardegna, leggi gli articoli che seguono:

 

  

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