Eurovisioni 2008: necessarie riforme legislative per portare il mercato televisivo verso maggiore pluralismo, indipendenza e concorrenza  

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Si chiuderà domani a Roma la XXII edizione di Eurovisioni, Festival internazionale di Cinema e Tv, nell’ambito della III  edizione del Festival internazionale del Film di Roma.

Martedì è stato presentato il Rapporto OSI/EUMap Television Across Europe – Follow Up Report 2008, ovvero il bilancio di due anni di governo Prodi nell’audiovisivo.

 

Dallo Studio emerge che dall’adozione della Legge Gasparri nel 2004, e nonostante due anni di governo Prodi ed ora un nuovo governo, la riforma del sistema televisivo italiano non solo si é bloccata ma é persino scomparsa dall’agenda politica.

Benché i media stranieri non manchino di ricordare regolarmente l’influenza di Berlusconi sulla televisione, la situazione non pare essere argomento di discussione in Italia. Alternative realistiche sono diventate difficili da immaginare, e ancor più da avviare.

 

Affrontare i problemi del sistema televisivo italiano (il più monopolizzato dell’Europa occidentale) avrebbe dovuto essere una priorità della coalizione di centro sinistra giunta al potere nel Maggio 2006. Tuttavia, una volta insediatosi, il governo é parso perdere convinzione.

Di conseguenza, secondo il nuovo rapporto dell’Open Society Institute (OSI), “…Le questioni relative al pluralismo dell’informazione e all’indipendenza della RAI ricevettero sorprendentemente poca attenzione” dall’amministrazione Prodi.

 

Il Rapporto sull’Italia, incluso nella serie “Television across Europe 2008” è stato presentato ieri 22 Ottobre alla stampa e a un pubblico di professionisti durante le giornate Eurovisioni 2008, un evento annuale dedicato alla televisione. L’ex ministro Paolo Gentiloni ed altri esperti discuteranno le conclusioni del rapporto con gli autori.

 

Ministro per le comunicazioni nel governo Prodi, Gentiloni fu, inter alia, l’autore di un disegno di legge di riforma della RAI. Presentato al Senato nel maggio 2007, la riforma avrebbe dovuto garantire alla RAI una reale indipendenza da interessi politici ed economici. Il testo includeva norme che assicuravano la trasparenza delle nomine, e che prevedevano che tipo di esperienza i candidati dovessero avere e a quali audizioni parlamentari si dovessero sottomettere. La reazione del Parlamento però fu tiepida: quasi che per i parlamentari, il controllo politico sulla RAI fosse una prerogativa naturale.

 

Conseguenza di tutto ciò é oggi che il mercato televisivo italiano resta stagnante a causa dello straordinario livello di concentrazione. I due maggiori operatori, RAI e Mediaset,  controllano ancora circa l’85% dell’audience e della pubblicità. La non disponibilità di frequenze, anch’esse nelle loro mani, fa sì che altri operatori non siano in grado di accedere al mercato. L’influenza politica sulla RAI e la politicizzazione di Mediaset non sono state risolte.

 

La televisione digitale terrestre non é stata in grado di rompere lo status quo incoraggiando nuovi operatori ad entrare sul mercato, anche a causa di norme che impediscono a nuovi arrivati di accedere al mercato digitale.

 

Solo la televisione satellitare sembra dare un poco di dinamicità ad un mercato altrimenti immobile, conquistando sempre più larghe fette degli introiti del settore.

Insieme ad una completa descrizione dell’immobilismo che ha colpito il sistema televisivo in Italia, il nuovo rapporto OSI offre dettagliate raccomandazioni su come poter uscire da questa impasse. Invita il parlamento a modificare i criteri di nomina per le posizioni direttive della RAI, e anche ad introdurre norme antitrust per il mercato televisivo analogico e digitale. Tali norme dovrebbero stimolare la concorrenza ed altresì assicurare che la digitalizzazione non si risolva in un rafforzamento dell’attuale duopolio.

 

Per gli organizzatori, “…appare oggi chiaro che soltanto serie riforme legislative potranno portare il mercato televisivo italiano verso maggiore pluralismo, indipendenza e concorrenza. Data l’esperienza recente resta però poco chiaro chi in Italia sia in grado di prendere l’iniziativa di nuovi cambiamenti in tal senso”. (r.n.)

 

   

Rapporto OSI/EUMap Television Across Europe

 

 

 

Leggi anche:

 

Eurovisioni 2008: esperti a confronto su ruolo della Tv, soprattutto quella pubblica, e cinema  

 

   

 

Note

 

Questo rapporto é parte della serie di rapporti di analisi e monitoraggio Television across Europe: Follow-up Reports 2008. La ricerca aggiorna l’analisi in nove dei venti paesi che erano stati inclusi nella serie del 2005 Television across Europe: Regulation, Policy and Independence: Albania, Bulgaria, Italia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca,  Repubblica di Macedonia, Romania e Slovacchia.

 

Entrambe le serie di rapporti sono state prodotte dall’EU Monitoring and Advocacy Program (EUMAP) dell’Open Society Institute e dal Media Program dell’Open Society Foundation, in collaborazione con esperti e organizzazioni locali. Il testo completo di tutti i rapporti, cosìi come una panoramica generale, sono attualmente in fase di pubblicazione in inglese ed in traduzione e sono disponibili anche sul sito web http://www.mediapolicy.org

 

Il rapporto 2008 sull’Italia é stato redatto da Gianpietro Mazzoleni, Professore di Sociologia della Comunicazione di Massa e di Comunicazione Politica all’Università di Milano e da Giulio Enea Vigevani, Professore di Diritto costituzionale e dei media all’Università di Milano La Bicocca. Il rapporto viene presentato in Italia in collaborazione con Eurovisioni. Per ulteriori informazioni si veda www.eurovisioni.it.

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