‘Mercanti di bugie e innovatori della conoscenza’: quanto incide il monopolio del satellite a pagamento su tutta la filiera del cinema?

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Cinema digitale

Pubblichiamo di seguito l’intervento di Paolo Ferrari, presidente ANICA, al convegno “Da mercanti di bugie a innovatori della conoscenza. Il futuro nelle nostre mani”, organizzato dalla Fondazione Luca Barbareschi, in collaborazione con Key4biz e Fare Futuro, e che si è tenuto il 7 ottobre a Roma.  

 

 

 

Buongiorno e grazie per questo gradito invito.

 

Soprattutto grazie per aver deciso di iniziare la giornata ragionando sui contenuti e sulla creatività.

 

I giovani, di cui si parlerà dopo, sono infatti il nostro miglior pubblico, i critici più attenti e il bacino di nuova creatività. Le reti, sono i contenitori dei nostri film.

 

Quando avremo dato a tutti reti digitali, infatti, e accesso pressoché gratuito, bisognerà anche riempire le reti di contenuti digitali di qualità, per tutti.

 

La qualità è legata alla creatività degli autori, alla capacità degli interpreti, ma si sostiene solo con la forza delle imprese che producono le opere e le mettono sul mercato.

 

Nel cinema servono grandi investimenti per fare prodotti di qualità. I grandi investimenti nascono se ci sono prospettive di ritorno economico. Allora bisogna ragionare da innovatori e fare delle scelte che siano innovative.

 

Vogliamo proteggere quegli investimenti?

Fare in modo che i risultati economici ripaghino il lavoro di autori, interpreti e imprenditori? O svuotiamo il cinema del suo valore, al grido del “tutto gratis!”, dirottando altrove imprese e risorse?

 

Dove andrebbe a finire la creatività?

E la qualità che deriva da lavoro e professionalità?

Chi produrrà le opere di quei giovani creativi?

Con cosa finiremmo per riempire quelle reti digitali?

 

Quindi un grave problema è la pirateria, dei singoli e delle organizzazioni, ma non solo.

 

E poi, vogliamo finalmente far evolvere il sistema delle relazioni economiche tra contenuti e mezzi? Il secondo grave problema, infatti, è quello dei colli di bottiglia, e delle posizioni dominanti che condizionano il mercato.

 

L’attuale monopolio del satellite a pagamento ha un fortissimo impatto su tutta la filiera del cinema. La fruizione sempre più estesa e più intensa dei film in pay-per-view e Pay TV, erode il consumo su dvd e diminuisce il prezzo dei diritti televisivi free. Ma l’operatore satellitare fatica a riconoscere questo suo ruolo, dovuto al suo stesso successo, e ad assumere le responsabilità economiche che ne derivano. Se i film sono, come in effetti sono, così importanti per il satellite, al crescere del numero di abbonati devono crescere i prezzi. Diversamente vengono meno le condizioni per il finanziamento del prodotto e quindi per la sua realizzazione.

 

L’innovazione non deve riguardare solo le tecnologie, o i linguaggi e i generi dei film, ma deve essere un concetto-guida anche del motore economico del sistema. Altrimenti, è come costruire una Ferrari e rimanere senza benzina.

Siamo dell’idea che le soluzioni vadano trovate sul terreno del dialogo e dell’accordo fra le parti. Ma se ciò non si verifica sarà inevitabile l’attuazione di un intervento legislativo.

 

Il cinema italiano sta investendo molto per crescere e poter competere, anche all’estero.

E’ uno dei migliori veicoli per il Made in Italy e può rappresentare una grande risorsa per l’intero Paese.

 

Ma ha bisogno di grandi investimenti fruttiferi e della collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.

 

Ora che si vedono alcuni segni positivi bisogna quindi liberarsi dei residui di vecchi modi di pensare, che rallentano questo percorso di innovazione e sviluppo, per investire sempre di più sulla qualità e quantità dei contenuti necessari, per reti e utenti di qualsiasi generazione.

 

 

 

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