Radio digitale: Rai Way pronta alla svolta e l’Agcom chiede interventi pubblici a sostegno  

di Raffaella Natale |

Italia


Radio

Piccola e maneggevole, molto simile ad un lettore mp3, sul quale peraltro si può caricare, con uno schermo che consentirà di godere dei “contenuti aggiuntivi”. E’ la radio digitale che dal primo trimestre del 2009 si potrà usare anche Italia per ascoltare trasmissioni per il momento europee. Costo di base a partire da 60 euro, si potrà però per adesso comprare solo all’estero o su internet.

 

A mostrarla, in un convegno organizzato a Roma dai giornalisti della radio Rai e dall’Usigrai, sono stati il presidente di Rai Way Francesco De Domenico e l’amministratore delegato Stefano Ciccotti, annunciando i buoni risultati già ottenuti a Bologna e Venezia dalla sperimentazione della nuova tecnologia messa a punto a partire dal 2005, e la partenza in grande stile, dal 1 ottobre a Roma, del progetto che darà voce a 39 programmi radiofonici digitali.

Come informa la Rai in una nota, sono più di 38 milioni gli ascoltatori che quotidianamente in Italia si sintonizzano su un canale radiofonico, un pubblico in crescita che chiede sempre più qualità (dei contenuti e del segnale).

 

I dirigenti Rai Way sono convinti del successo dell’iniziativa, anche dopo il fallimento dei primi anni di sperimentazione con il sistema Dab (quello che da 10 anni viene usato in Gran Bretagna dove la radio digitale conta ormai 11 milioni di utenti), perché questa volta le nuove tecnologie in campo partono dalla piattaforma Dab ma con nuovi standard.

“Questa volta – ha sottolineato De Domenico – c’è la concreta possibilità di arrivare finalmente a coprire tutto il territorio italiano”.

 

Il tutto anche a costi contenuti: in pratica, ha spiegato Ciccotti per la parte strutturale un decimo rispetto ai costi di una Tv digitale. Quanto alle frequenze, già ci sono: sono quelle VHF che saranno lasciate libere con lo spegnimento della Tv analogica e che sono già destinate alla radio. Insomma la tecnologia è pronta ora tocca alla parte normativa.

 

L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ha spiegato il commissario Nicola D’Angelo, ha avviato nei mesi scorsi una consultazione pubblica sul regolamento e un tavolo con le associazioni e le emittenti, a ottobre l’appuntamento per la stesura finale del regolamento che dovrà sostituire quello del 2005. Ancora da vedere, però, procedure e costi di assegnazione delle frequenze e a questo proposito per il rappresentante dell’Agcom “…sarebbe giusto ipotizzare un intervento pubblico a sostegno”.

 

Convocati dai giornalisti e dal sindacato, i direttori Antonio Caprarica (Radio Uno, gr) Riccardo Berti (Isoradio) e Bruno Socillo (Gr Parlamento) si sono detti entusiasti, ma hanno evidenziato la necessità di fare attenzione ai contenuti aggiuntivi.

“No a una Tv dei poveri“, ha avvertito Socillo, convinto che – seppure non da subito – si debba in prospettiva pensare a uno switch-off con la radio analogica. Sul tappeto anche i problemi di personale, i cambiamenti nei modi di lavoro, la necessità di aggiornare profili professionali e contratti.

“…Il digitale è il futuro che rilancia la radio – ha detto il segretario dell’Usigrai Carlo Verna – la fruibilità è la vera spinta per attualizzare la radio”.

 

Sulla stessa linea anche il presidente della Fnsi, Roberto Natale, che avverte: “…come dimostra questo incontro, i giornalisti non hanno paura del digitale, anzi. Chiediamo regole però, come strumenti di certezza per favorire uno sviluppo ordinato”.

E Natale nota anche un “contrasto stridente” tra la “capacità progettuale e la passione per lo sviluppo dell’azienda Rai” dimostrata nell’incontro, “e le sensazioni di paralisi che continuano a rimandarci le cronache politiche sulla vicenda Rai”.

 

Nell’ultima relazione del Presidente dell’Agcom Corrado Calabrò si prevede l’avvio del digitale radiofonico a partire dal 2009, con una progressiva pianificazione per aree territoriali e con una regolamentazione orientata ai principi di pluralismo, di neutralità tecnologica e concorrenza.

Calabrò ha infatti dichiarato che anticipando i tempi, per la radio l’era digitale incomincerà già dal prossimo anno.

 

“La strada conducente – ha detto – è, anche qui, la progressiva pianificazione della radio digitale per aree territoriali. La consultazione indetta dall’Autorità ha messo in luce una grande comunanza d’intenti verso l’introduzione delle nuove tecnologie, superando le contrapposizioni del passato. Non si parla tanto di come arrivare al digitale quanto di cosa fare con il digitale. L’Autorità accompagnerà lo sviluppo con una regolamentazione orientata ai principi di pluralismo, neutralità tecnologica e concorrenza”.

 

La radio, si apprende dalla Relazione dell’Agcom, ha raggiunto, nel 2007, i 38,7 milioni di ascoltatori nel giorno medio, pari al 73,3% della popolazione italiana con età superiore agli undici anni.

 

La crescita dell’ascolto è dovuta a diversi fattori, in primo luogo la radio si dimostra sempre più un mezzo dotato di grande flessibilità, e ha già da tempo superato la unidirezionalità, integrandosi in altri dispositivi, divenendo sempre più un mezzo personale ed interattivo, mobile e portatile.

In secondo luogo l’integrazione fra radio e Internet, spingono nella direzione della sovrapposizione del pubblico radiofonico, giovane e abituato alla connessione e all’interattività, con quello della rete.

 

Il crescente peso della radio nelle strategie editoriali di sviluppo multimediale e multicanale, anche attraverso la diffusione satellitare e quella via Internet determina pertanto l’ampliamento dei formati e dell’offerta radiofonica, in cui l’emittenza privata sperimenta nuove formule, destinate a specifici target di ascolto.

 

Le principali emittenti radiofoniche nazionali hanno in questi ultimi due anni ampliato la propria offerta multimediale arricchendo la lista di programmi disponibili in podcast e creando nuovi siti per i cellulari. Vengono inoltre attivati collegamenti in modalità peer-to-peer che hanno la finalità di realizzare social network diffusi per la realizzazione di palinsesti personalizzati.

 

Tutto questo costituisce una grande opportunità sia per i gruppi che operano nel campo dell’innovazione tecnologica sia per i cosiddetti operatori del content providing che potranno avvalersi della digitalizzazione radiofonica per la fornitura integrata di contenuti.

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