mPayment: l’Europa pronta a colmare il gap con l’Asia nei sistemi di pagamento mobili

di Alessandra Talarico |

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I sistemi di pagamento contactless, che abilitano l’uso del telefonino per effettuare piccoli acquisti – dal biglietto del cinema a quello del bus – sono una realtà già consolidata in molti Paesi asiatici, ma dovrebbero presto affermarsi anche in quelli occidentali.

 

Entro il 2013, secondo le proiezioni di Juniper Research, le tecnologie NFC (Near Field Communications) dovrebbero essere utilizzate da almeno 700 milioni di persone.

Entro 5 anni, inoltre, il Nord America e l’Europa occidentale dovrebbero riuscire a colmare il gap con l’Asia, per raggiungere ciascuna una quota del 25% del mercato totale.

 

Sulla carta, NFC racchiude tutte le caratteristiche tecniche atte a soddisfare le richieste degli attori coinvolti nella catena di valore, essendo un sistema intuitivo che non necessita – a differenza di altri sistemi contactless – della presenza di una fonte esterna in grado di generare un campo elettromagnetico.

 

In realtà, però, sui mercati occidentali, sebbene l’ecosistema NFC si sia fortemente strutturato nel corso del 2007, sono ancora molte le questioni che dividono i player interessati allo sviluppo della tecnologia: costruttori di telefonini, operatori, istituti bancari e finanziari, advertiser, insomma, non hanno ancora trovato un modello di business convincente e profittevole.

C’è ancora, infatti, molta incertezza su come trarre profitto dalle applicazioni di pagamento mobile e sul come andranno divisi gli introiti.

Le aziende, infatti, sembrano in qualche modo paralizzate dall’idea di dover recuperare il costo dei componenti NFC aggiuntivi soltanto attraverso l’offerta di servizi di pagamento contactless.

In Giappone, dove l’adozione della tecnologia è stata sostenuta da diverse iniziative promosse dalle società di carte di credito e dai maggiori operatori mobili, i sistemi di pagamento contactelss sono già molto diffusi e hanno trovato diverse applicazioni nei settori più svariati: dal pagamento de biglietti del treno al transito attraverso sbarre o check-in, dal download e il pagamento di giochi, MP3, video alla prenotazione dei biglietto del cinema o dello stadio.

Tutto questo, semplicemente passando il telefonino vicino un lettore o inviando un sms.

 

In questo senso, comincia a muoversi qualcosa anche in Europa: qui, La GSM Association , che riunisce 750 operatori mobili di 250 Paesi, ha lanciato l’iniziativa ‘Pay-Buy Mobile‘, volta a incoraggiare un approccio comune per l’integrazione della tecnologia NFC nei cellulari, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza della fatturazione e delle informazioni personali contenute sulla SIM card degli utenti.

 

Nell’iniziativa, la GSMA ha coinvolto anche lo European Payments Council – che rappresenta 8 mila banche della Ue, della EEA (European Economic Area) e della Svizzera.

 

NFC opera su una frequenza di 13,56 MHz ed è in grado di coprire distanze non superiori ai  20 cm , con una velocità di trasferimento che può arrivare ad un massimo di 212 KB.

La tecnologia è stata sviluppata da Philips e Sony per creare un ‘ponte’ tra le tecnologie contactless proprietarie già sviluppate da entrambe le società: la prima con MIFARE, la seconda con FeliCa. Quest’ultima è la tecnologia attualmente la più diffusa, installata in almeno 50 milioni di cellulari.

 

Sempre secondo Juniper, i pagamenti mobili dovrebbero generare profitti per 10 miliardi di dollari nel 2010, grazie all’ingresso nel mercato di nuovi player in grado di fornire nuovi modelli commerciali e, quindi, di soddisfare le esigenze degli utenti che spesso si lamentano della scarsa usabilità dei sistemi cosiddetti di mPayment.

 

I maggiori operatori mobili mondiali – da Vodafone e Wind a O2, Orange, China Mobile, NTT DoCoMo, Telenor, TeliaSonera e Telecom Italia, – sono già impegnati nello sviluppo di standard ben definiti che assicurino un ecosistema sicuro e l’interoperabilità internazionale, requisiti essenziali  per il successo dell’NFC sul mercato della telefonia mobile.

 

I costruttori di telefonini, da canto loro, sono invece impegnati a investire nelle società più attive nello sviluppo di applicazioni per il pagamento, il ticketing, la pubblicità sui dispositivi mobili: si stima che nel 2007 gli investimenti nello sviluppo e nell’acquisizione di aziende di questo settore abbiano raggiunto i 76 milioni di dollari.

Tra le società più gettonate, c’è la francese Inside Technology nella quale, hanno  investito sia Nokia che Motorola.

Motorola a sua volta aveva già investito in altre società attive nell’arena del mobile Payment, come VivoTech e mFoundry.