Telelavoro: l’ICT per una gestione più efficiente della mobilità di merci e persone

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La spesa per i trasporti in Italia supera il 20% del PIL. L’impatto dei trasporti é determinante in alcuni grandi settori (industria manifatturiera, distribuzione commerciale, turismo) e rilevante in tutti i settori: più i trasporti sono efficienti, minori sono i costi per i movimenti del personale e delle merci. Inoltre, i trasporti svolgono un ruolo fondamentale nella vita del cittadino/consumatore: assorbono il 14% dei consumi delle famiglie, e una quota rilevante del loro budget temporale, in media più di un’ora al giorno. Imponenti anche i costi esterni non pagati direttamente dal settore e dai suoi utenti, che secondo secondo stime accreditate pesano dal 6 al 9% del PIL (90-130 mld di euro), per il tempo perso in coda nel traffico, l’inquinamento, morti e feriti in incidenti stradali. Nel settore dei trasporti ha un peso maggioritario la mobilità in ambito urbano.

 

Le tecnologie ICT-ITS (Intelligent Transport Systems) abilitano modalità di gestione dei trasporti innovative ed efficienti, basate sui concetti di flessibilità, differenziazione e segmentazione dell’offerta; inoltre permettono un incremento della sicurezza grazie a sistemi di enforcement più articolati, mirati e diffusi. Queste tecnologie si stanno diffondendo in modo spontaneo, ma con molta lentezza e seguendo una traiettoria poco efficiente, caratterizzata da frammentazione ed eterogeneità delle soluzioni, dalla prevalenza delle tecnologie meno avanzate e dalla scarsa propensione ad usarle come strumento di innovazione dei processi e dell’offerta.

 

In questo quadro è di estrema utilità un intervento pubblico, finalizzato non solo ad accelerare il processo di adozione delle tecnologie ICT-ITS nel settore dei trasporti, ma anche a sfruttarne appieno le potenzialità. In sostanza si tratta di :

  • puntare alle tecnologie che favoriscono l’innovazione e l’ottimizzazione di processi e comportamenti

  • indirizzare le traiettorie di sviluppo e adozione delle tecnologie verso percorsi più efficienti

  • concentrare gli sforzi su alcune piattaforme fino al raggiungimento della massa critica di diffusione sufficiente per uno sviluppo auto-sostenuto

  • stimolare l’interoperabilità e standardizzazione di piattaforme e applicazioni, favorendo l’utilizzo delle piattaforme più avanzate.

 

Fondamentali sono gli interventi normativi per facilitare l’utilizzo delle tecnologie ITS (ad esempio per la gestione della domanda di mobilità e per l’enforcement) e per stimolare la convergenza verso piattaforme, soluzioni, interfacce utente interoperabili e, ove necessario, standardizzate. Il ricorso a incentivi economico-finanziari per l’adozione delle nuove tecnologie può favorire il raggiungimento della massa critica ma comunque non sarebbe sufficiente. Più utile é l’impiego di incentivi per spingere i tanti attori del trasporto a cooperare per lo sviluppo di soluzioni integrate o per lo meno interoperabili.

L’area applicativa di maggiore interesse è senz’altro la gestione della domanda di mobilità in ambito urbano, in cui le tecnologie più avanzate, basate su OBU (On Board Unit) abilitano interventi molto mirati, segmentati e flessibili. Di grande importanza è anche l’area dei sistemi per l’enforcement, che hanno notevole impatto sulla sicurezza del trasporto (incidentalità).

Altre applicazioni hanno un minore impatto complessivo, ma possono garantire, con sforzi relativamente limitati, un utilizzo più “fluido” e meno impegnativo del trasporto – come nel caso dei  servizi di info-mobilità e dei sistemi per i micropagamenti del trasporto – o un migliore controllo e governo dei flussi di traffico, come nel caso dell’integrazione dei sistemi informativi della mobilità locale.

 

Per l’insieme di questi interventi, gli oneri economici a carico dello Stato possono essere molto ridotti, in un ordine di grandezza che va da qualche decina a poche centinaia di milioni di euro all’anno, secondo gli approcci adottati.

 

I miglioramenti ottenibili con queste tecnologie, in termini di fluidificazione dei flussi di traffico e di riduzione dei tempi di percorrenza, della spesa, delle emissioni e degli incidenti, possono raggiungere il 10-20%. Tenuto conto delle dimensioni del mondo dei trasporti, si tratta di valori rilevanti quando convertiti in termini assoluti, e soprattutto con un ottimo rapporto costi/benefici. Inoltre, molte soluzioni possono essere implementate in tempi relativamente brevi, da qualche mese a 2-3 anni, ben al di sotto dei tempi tipici degli interventi strutturali sulla viabilità.

Peraltro nelle città medio-grandi, come mostrano i casi di Perugia e di Firenze, l’ICT può molto aiutare a ridurre l’impatto della congestione e dell’inquinamento, ma un più diffuso impiego del mezzo pubblico, così come un orientamento più deciso verso auto e mezzi ecologici, sono assolutamente indispensabili. I proventi derivanti dai prelievi sugli automobilisti (vedi Ecopass a Milano) dovrebbero essere destinati a fondi per iniziative ecologiche pubbliche (autobus elettrici o ibridi, tram, mezzi innovativi ecc.).

 

Grandi vantaggi possono essere ottenuti diffondendo l’uso della videoconferenza per gli incontri di lavoro. Negli anni passati le tecnologie non offrivano ancora una qualità video e audio soddisfacente. Oggi però vi sono software per videoconferenza che si prestano molto bene al lavoro collaborativo, a vari livelli di complessità. La videoconferenza consente di ridurre notevolmente gli spostamenti fisici delle persone trasformandoli in “trasferte virtuali” e, se ben organizzata, permette di passare con flessibilità al telelavoro. Questa soluzione, nonostante alcuni apprezzabili sforzi (compiuti ad esempio dal Ministro Stanca) non è ancora diffusa, probabilmente per la rigidità dell’organizzazione del lavoro italiana – in particolare nella pubblica amministrazione – ma si dovrebbero rivedere le sue potenzialità, proprio alla luce degli attuali e crescenti fenomeni di congestione urbana all’ingresso e in uscita dalle città, negli orari tipici dei movimenti di lavoro.

 

Negli Stati Uniti operano già 29 milioni di telelavoratori che fanno telelavoro almeno una volta al mese, mentre sono addirittura 14,7 milioni quelli full time. Anche in questo caso non sono sufficienti gli incentivi. Occorre invece intervenire organizzando per il “telelavorista” percorsi di carriera che non lo discriminino perché è lontano. Infatti non dovrebbe essere “permanentemente” lontano, ma il suo lavoro dovrebbe essere organizzato in modo molto flessibile secondo le esigenze dell’attività. Le nuove tecnologie delle comunicazioni unificate possono permettere in quest’area forti miglioramenti, consentendo una connettività continua non solo con i manager in azienda con i quali lavora direttamente, ma anche con i colleghi. Non cogliere queste opportunità significa non vedere gli impatti negativi che la congestione, non solo urbana, l’effetto serra e gli agenti inquinanti hanno sull’ambiente e sulla salute delle persone.

 

Purtroppo gli amministratori cittadini hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie, e talvolta preferiscono soluzioni inefficienti come quelle dell’Ecopass, incapace di ridurre le polveri sottili e invece atto a spostare i carichi di traffico da una parte all’altra della città. Ma il limite maggiore dell’Ecopass è quello di non graduare il costo del ticket in funzione dell’inquinamento e della congestione effettivamente generati: un’auto che entra nell’area per cento metri e poi si ferma in un posteggio paga esattamente quanto un’altra che entra e circola in città per otto ore consecutive emettendo quantità di inquinanti migliaia di volte superiori.

Temi come quelli dell’inquinamento e della congestione richiedono una grande molteplicità di interventi normativi, tecnologici, di scelta politica. Soluzioni a breve o a medio termine per combustibili puliti a condizioni economiche non ne abbiamo, e per molti anni ci dovremo accontentare di ciò che l’industria petrolifera potrà fare “ripulendo” il petrolio, e i costruttori di auto migliorando ancora l’efficienza dei motori e dell’auto nel suo insieme. I maggiori vantaggi potranno venire solo da un diverso utilizzo dell’automobile, specializzandolo negli impieghi dove presenta i maggiori benefici, cioè negli usi extra-urbani.

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