Ricerca: la Ue destina 3 mld di euro alla nanoelettronica. Obiettivo, la leadership mondiale nel settore

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Nanotecnologie

La Ue investirà 3 miliardi di euro nella nanoelettronica: un montante senza precedenti nell’ambito di una grande iniziativa tecnologica congiunta (ITC) approvata dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo alla fine dello scorso anno.

 

L’iniziativa – denominata ENIAC – è un nuovo partenariato pubblico-privato, che punta allo sviluppo della nanoelettronica, cioè, ha spiegato la Commissione Ue , “…quelle tecnologie che permettono la miniaturizzazione sempre più forte di una moltitudine di applicazioni e di prodotti ad alta tecnologia”.

 

“Attualmente, sono le tecnologie più piccole che fanno i maggiori passi avanti, e la nostra industria deve seguire il passo”, ha dichiarato il Commissario Viviane Reding.

“Le possibilità offerte dalla nanoelettronica sono limitate solo dalla nostra immaginazione Queste tecnologie sono già presenti nelle forme più disparate negli apparecchi che utilizziamo quotidianamente e riguardano, dunque, tutti gli europei”, ha aggiunto la Reding.

 

Il settore delle nanotecnologie è ritenuto cruciale in Europa, anche perché secondo uno studio condotto negli Usa l’opinione pubblica europea è favorevole allo sviluppo del settore molto più che oltreoceano, dove la ricerca è osteggiata principalmente per motivi religiosi.

 

ENIAC, col suo budget da 3 miliardi di euro in 10 anni, rappresenta dunque “…un mezzo concreto per mantenere la forte crescita economica di questo settore cruciale qui in Europa”, ha detto ancora la Reding.

 

Le tecnologie nanoelettroniche e informatiche, secondo il parere della Commissione, “…incoraggiano l’innovazione in numerosi settori industriali e socioeconomici, soprattutto nelle telecomunicazioni, nei trasporti, i beni di consumo, l’industria manifatturiera, la sanità e l’energia”.

 

Pensiamo ad esempio all’industria automobilistica: un’automobile è attualmente dotata di un centinaio di chip che controllano il motore, i freni, la stabilità, gli strumenti di entertainment. Queste tecnologie hanno permesso di contenere i consumi e di migliorare la sicurezza.

In futuro, possiamo aspettarci nuove riduzioni delle emissioni, grazie a motori ibridi controllati da un computer e a sistemi informatizzarti destinati a evitare collisioni.

 

Il settore europeo dei semiconduttori vale attualmente circa 200 miliard di euro e guida un mercato dei sistemi elettronici che vale almeno 4 volte di più.

Secondo le stime, la crescita del settore sarà dell’8-10% all’anno, ossia 3 volte la crescita economica globale.

 

L’investimento di 3 miliardi di euro in ENIAC rappresenta dunque un forte impulso in favore dell’innovazione a lungo termine: nel corso dei prossimi 10 anni, infatti, i dispositivi nanoelettronici sostituiranno gran parte delle tecnologie microelettroniche attualmente in circolazione.

 

Un obiettivo che l’Europa dunque non può mancare e per raggiungere il quale è stato introdotto un nuovo paradigma di finanziamento della ricerca, che dovrebbe essere funzionale al raggiungimento delle adeguate economie di scala, della riduzione dei costi e di una rapida commercializzazione di prodotti basati su queste tecnologie.

In seguito a una proposta dello scorso maggio, Commissione e Stati membri metteranno i loro finanziamenti pubblici in comune con università e imprese, nel quadro di partenariati pubblico-privato, anche per evitare un’eccessiva frammentazione che non gioverebbe affatto alla ricerca.

 

Il nuovo consorzio ‘aperto’ ENIAC, di contro, permette agli Stati membri e alla Commissione di collaborare e co-finanziare iniziative di ricerca su scala continentale, in base a un programma strategico definito dalla stessa industria.

 

Al momento, a ENIAC partecipano: Germania, Austria, Belgio, Spagna, Estonia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno unito e Svezia.

 

ENIAC sarà completamente operativo da qui a qualche mese, sotto forma di Agenzia con sede a Bruxelles e con a disposizione uno statuto, personale e budget propri.

ENIAC si occuperà di coordinare la ricerca e di finanziare i progetti di portata europea. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di una “razionalizzazione dei finanziamenti pubblici e privati alla ricerca, con l’obiettivo di accelerare la commercializzazione delle innovazioni”.

 

Allo sesso tempo, la commissione ha lanciato una seconda iniziativa tecnologica congiunta, battezzata ARTEMIS, sempre nell’ambito della nanoelettronica, cui saranno destinati fondi per 2,5 miliardi di euro.

 

L’iniziativa riguarda i sistemi informatici integrati (embedded), sempre più presenti in diversi dispositivi, dalle automobili agli aerei, dai telefonini ai televisori.

 

Secondo le stime della Commissione, lo scorso anno sono stati venduti oltre 4 miliardi di sistemi integrati, per un mercato globale del valore di 60 miliardi di euro, in crescita di circa il 14% all’anno.

In base alle previsioni, entro il 2010 circoleranno più di 16 miliardi di dispositivi embedded e più di 40 miliardi nel 2020. nel 2010, ad esempio, i sistemi elettronici integrati rappresenteranno oltre il 35% del valore di un’automobile.

 

“L’informatica invisibile, integrata in ogni sorta di apparecchio che abbia applicazioni industriali, avrà un effetto dirompente sull’economia europea”, ha dichiarato ancora la Reding.

“Sempre più spesso – ha concluso – le applicazioni che utilizziamo ogni giorno, dall’auto alla carta di credito, si basano su questi sistemi…per questa ragione l’investimento da 2,5 miliardi di euro in 10 anni è pienamente giustificato”.