La web Tv batterà la concorrenza? Sì, perché è gratuita, globale e su misura dell’utente

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In occasione del V Summit sull’Industria della Comunicazione organizzato dalla Fondazione Rosselli (Roma – 12 dicembre 2007), Guido Tundis ricercatore dello Iem – Istituto di Economia dei Media – ha presentato lo studio “Web Tv, Mobile, Iptv: le nuove televisioni e la creazione di valore”.

Di seguito una sintesi dell’argomento sul quale Tundis ritornerà con un successivo articolo di approfondimento.

  

  

 

La televisione online assume forme sempre più simili a quelle della sorella maggiore. Ma ha un grande vantaggio: è personalizzabile e globale.

Il panorama dei contenuti audiovisivi in Rete comincia a delineare il proprio modello di business. Dopo gli albori e le pionieristiche forme di monetizzazione tramite abbonamenti o micro pagamenti, oggi sembra affermarsi con maggior vigore un business model gratuito, finanziato dalle risorse pubblicitarie.

La web tv vera e propria, intesa come video streaming o palinsesto organizzato fruibile con l’ausilio di un comune riproduttore media, non può prescindere, in questa fase di sviluppo del mercato, dall’offerta di contenuti gratuiti per gli utenti. Le enormi audience che si stanno raccogliendo intorno ai siti di condivisione video o di social networking, infatti, sono sempre meno composte esclusivamente di giovanissimi ed iniziano, quindi, ad erodere con maggior forza il pubblico della televisione tradizionale.

 

Questi “nuovi” spettatori, alla ricerca di contenuti innovativi, di format moderni (più brevi ed interattivi) e sempre meno disposti a cedere l’organizzazione del palinsesto al broadcaster, sono ormai ampiamente sufficienti per ripagare gli investimenti degli inserzionisti sul web. In questo senso, la costante crescita dell’advertising on line, a scapito di quello sulla tv tradizionale, testimonia la crescente attenzione riservata alla vasta audience presente sul web, ancora più significativa se valutata in ottica futura.

 Basti pensare che nel terzo trimestre del 2007, Google Uk ha superato l’emittente commerciale Itv1, leader nella raccolta pubblicitaria televisiva nel Regno Unito (455 mln  Vs 441 mln ).

 

Se per la web tv va affermandosi, dunque, un modello di business gratuito simile a quello della tv tradizionale, l’Iptv dimostra, invece, l’adattabilità dei modelli pay alle nuove piattaforme. Gestita da un operatore di telecomunicazioni che controlla tutta la filiera distributiva, l’Iptv riproduce fedelmente i business model degli operatori cavo/satellitari, con offerte all’utente che comprendono sia un bouquet base che successivi livelli “premium”, offrendo anche contenuti on demand (ed anche InfostradaTv, che attualmente non permette il vod, dovrà adeguarsi). L’Iptv è però ancora percepito dalle telco come parte integrante di un’offerta triple play, e raramente è offerta autonomamente (come di recente ha cominciato ad operare Fastweb).

 

Si può ipotizzare, tuttavia, che la costante crescita degli abbonamenti ai servizi di Iptv consentirà, in futuro, un’offerta parzialmente gratuita; ciò avverrà quando anche su questa piattaforma sarà raggiunta una massa “critica” di utenti tale da interessare gli inserzionisti. E già si cominciano ad intravedere spiragli in questo senso, come avviene in Irlanda per l’operatore Magnet Networks, che finanzia il proprio video on demand tramite le entrate pubblicitarie.

 

La televisione on line – o tramite rete Ip – riproduce, in sostanza, i business model già attuati dalle piattaforme tradizionali di riferimento (il free to air per la web tv, ed il cavo ed il satellite per l’Iptv) integrandoli, tuttavia, con le maggiori opportunità concesse dal web. Il reale valore di Internet è la possibilità di un’offerta di contenuti virtualmente infinita e, soprattutto, personalizzabile dall’utente finale secondo le proprie esigenze.  Ecco perché, quando il mercato dei contenuti audiovisivi on line sarà maturo, è facile ipotizzare la diffusione di un modello di business misto, dove l’offerta gratuita di contenuti sarà affiancata dalla fornitura di servizi a pagamento, ma dall’alto valore aggiunto per il cliente.

 

Le cifre, tuttavia, dimostrano che attualmente l’Iptv monetizza l’audience in maniera decisamente più efficiente rispetto alla web tv, e sembra disporre quindi di un business model molto più consolidato. È la web tv, dunque, a dover affrontare le sfide più impegnative, avendo a disposizione però anche le armi più efficaci per sbaragliare la concorrenza: è gratuita, è globale e, soprattutto, è fatta su misura dell’utente.

 

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Per approfondimenti:
La domanda di contenuti in Italia

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Web tv, Mobile, Iptv: le nuove televisioni e la creazione di valore

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