WiMax: Telecom Italia, Alcatel-Lucent, Fastweb, BT Italia e Wind in lizza per le licenze. Vodafone e H3G fuori dalla corsa

di Alessandra Talarico |

Italia


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Sono 48 le domande di partecipazione arrivate al ministero delle Comunicazioni per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze WiMax.

 

In lizza, tra i maggiori operatori attivi nel nostro Paese, Telecom Italia, Wind, Fastweb, BT Italia e Alcatel-Lucent. Vodafone e H3G hanno invece preferito restare fuori dalla corsa.

 

Il termine per la presentazione delle domande di ammissione alla procedura è scaduto ieri. Ci vorranno ora altri 30 giorni per la presentazione delle offerte economiche di base su cui si aprirà l’asta.

 

L’assegnazione delle licenze rispetterà il principio della neutralità tecnologica – non sono dunque previste limitazioni ai servizi che potranno essere offerti – mentre i diritti d’uso del WiMax avranno una durata di 15 anni rinnovabili.

Le aree di estensione geografica macro regionali sono 7, per ciascuna delle quali vengono assegnati n. 2 diritti d’uso.

Di tali diritti d’uso, 2 (Blocco A e Blocco B) sono rilasciabili per aree di estensione geografica macroregionale, mentre 1 diritto d’uso (Blocco C) è rilasciabile a livello regionale (con suddivisione provinciale nel caso delle Province Autonome di Trento e Bolzano) ed è riservato soggetti che non dispongano direttamente di diritti d’uso di risorse spettrali per l’offerta di servizi di comunicazione mobile di terza generazione (UMTS).

 

Ogni aggiudicatario dovrà garantire una significativa copertura territoriale e un particolare impegno nelle aree maggiormente escluse dalle altre tecnologie a banda larga. La copertura territoriale è calcolata con un meccanismo a punti previsto dal bando di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata.

 

Dal punto di vista economico, sommando le 35 licenze, la base d’asta sarà nell’ordine di circa 45 milioni di euro. Una base quindi comparabile con le cifre registrate in Germania e Francia lo scorso anno.  

 

La tecnologia WiMax (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access), sfruttando la propagazione via radio, permetterà estendere la portata della banda larga anche a quelle aree geografiche più difficilmente raggiungibili o poco remunerative per gli operatori, contribuendo in modo decisivo alla riduzione del digital divide. Le caratteristiche tecniche della tecnologia parlano infatti di una portata di alcune decine di chilometri, ben superiore alle poche centinaia di metri del cosiddetto Wi-Fi e di una larghezza di banda che può spingersi, in condizioni ideali, fino a 74 Mbps.

 

Secondo le ultime stime della Commissione europea, l’Italia è al quarto posto in Europa per diffusione della banda larga, con 9.400.000 mila connessioni attive al primo luglio 2007. La penetrazione delle linee broadband nel nostro Paese è cresciuta del 22,3% rispetto a luglio 2006, con una penetrazione del 15,9% rispetto a una media Ue del 18,2%.

 

Sempre secondo le stime della Commissione, è aumentata nel nostro Paese la quota di mercato degli operatori alternativi, giunta al 35,2%, mentre il peso di Telecom Italia è sceso del 3,1%. L’Italia ha fatto inoltre registrare uno dei migliori risultati in termini di linee in ‘unbundling’ dell’ultimo miglio (ULL), giunte a quota 2.819.578.

A livello Ue la crescita è stata pari al 31,3%, a oltre 90 milioni di connessioni (21 milioni in più rispetto al luglio 2006) con 53.963 nuove linee al giorno.

 

L’arrivo in Italia del WiMax, seppure in forte ritardo rispetto al resto dell’Europa potrebbe segnare una netta accelerazione nella penetrazione delle tecnologie a banda larga, dal momento che – secondo le previsioni – nel 2010 l’ULL sarà disponibile solo sul 58% della popolazione e, quindi, l’unica offerta wholesale, presente per il 42% della popolazione al netto del Digital Divide, sarà quella di Telecom Italia.

 

Il WiMax, infatti, offrendo l’opportunità di un accesso veloce a internet, ai suoi contenuti e ai suoi servizi, con una soluzione tecnologica competitiva e vantaggiosa in termini di costo rispetto alle tradizionali soluzioni cablate come l’ADSL, promuoverà un assetto maggiormente competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni su rete fissa, imprimendo una decisa accelerazione al superamento del problema dell’accesso alla rete locale (il”local loop” o “ultimo miglio” della rete telefonica che dalla centrale del gestore raggiunge la sede del cliente finale).

 

Ecco nel dettaglio l’elenco delle società che hanno presentato richiesta per la partecipazione all’asta: Toto Costruzioni Generali; Mercurio Fvg, Temix Spa-Tourist Ferry-Boats Srl-Medianet Com Srl, Brenner Com Spa, Karupa, Energia E Territorio, Central Com, Consorzio Bit Valley, Telecom Italia, Eutelia, Abruzzo Engineering Scpa, Ariadsl, T.Systems, Trivenet, E-Via Gruppo Retelit, System House, Infracom, Italia Spa-Acantho, Media P.A., Ribes-Hal Service-Lan Service-Informatica System-Tex97-B.B.Bell, Flynet, Alcatel Lucent Italia, Unidata, Uno Communications, A.F.T., Digital Television, Assomax Srl-Nettare, Asco Tlc, Progetto Due, Wimatica S.C.A.R.L., Comec Innovative, Dci Srl-Unipersonale, Seteck Group, Bt Italia, Techgenia, Trentino Network, Raiffeisen Online, R.U.N., Ok Com, Italia Broadband, Mgm Production Srl-Profit Group, Fastweb, Elettronica Industriale, New Telecommunications Srl-Memo Srl-Fin.Se.Co. Spa-Itq Consulting Srl-New Television Srl, Wind Telecomunicazioni, Teleinform, Teleunit, City Carrier, Edinform Spa-Im.Mar Srl-Istituto S.Anna Srl-Tbs Television Broadcasting System.