Tv e qualità. Del Grosso (CNU): ‘Occorre seguire le logiche di un servizio pubblico, altrimenti il degrado sarà inarrestabile!’  

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Il Consiglio Nazionale degli Utenti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni viene sistematicamente 'oscurato' dai media quando prova a mettere il dito nella piaga.

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Tv e minori

La pubblicazione della mail inviataci da un lettore e relativa alla qualità di alcune fasce di programmazione, in questo caso della Rai, ha sollecitato alcune considerazioni e segnalazione da parte di altri lettori. Ci è pervenuta una mail da parte del Vice presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti – AgCom, Remigio del Grosso, che è anche membro del Comitato scientifico RAI e presidente nazionale della Lega Consumatori delle ACLI. La pubblichiamo volentieri di seguito, con l’auspicio che contribuisca anch’essa a sensibilizzare coloro che sono addetti alla programmazione televisiva, pubblica o privata che sia (R.B.)

  

 

di Remigio del Grosso

Presidenza Nazionale Lega Consumatori Acli

Vice Presidente Consiglio Nazionale degli Utenti AGCOM

Membro Comitato Scientifico Rai

 

Innanzitutto desidero complimentarmi con la redazione di Key4biz per aver dato voce ad un semplice lettore, oltre che attento spettatore della televisione.

Il contenuto della lettera pubblicata è emblematico di quel lento (veloce?), ma inesorabile, declino – come lo stesso Direttore Generale Cappon onestamente riconosce – che sta colpendo la nostra amata “Mamma Rai”.

Il nostro servizio pubblico radiotelevisivo, ormai, si autodefinisce tale solo perchè usufruisce di cospicue risorse pubbliche (costituite dal canone di abbonamento, oltre che da finanziamenti governativi straordinari), il cui cattivo utilizzo è palese a tutti, ma nessuno ha mai potuto verificare quali trasmissioni vengano effettivamente finanziate con il canone e quali con la pubblicità.

Sono milioni i telespettatori che si rivolgono alle associazioni dei consumatori e degli utenti per denunciare lo scadimento della qualità della programmazione televisiva pubblica e come vengano letteralmente “buttati” i proventi del canone.

Ma ormai non sono più soltanto i semplici cittadini a lamentarsi.

 

Basta leggere i quotidiani ed i periodici che sempre più spesso si occupano della cosiddetta “anomalia Rai” per rendersi conto che si è toccati il fondo.

Qualcuno, addirittura, propone di chiudere e, spero, rifondare la Rai.

Per ora siamo tutti impotenti, come era impotente il compianto Jader Jacobelli che, quando presiedeva la Consulta Qualità della Rai, inondava di pareri critici il Cda della Rai, il quale si guardava bene dal prenderli in considerazione, anzi vietava espressamente la relativa diffusione interna ed esterna.

 

E’ impotente il Consiglio Nazionale degli Utenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che viene sistematicamente “oscurato” dai media, quando prova a mettere il dito nella piaga, in particolar modo quando denuncia l’assenza di efficaci controlli sulla programmazione della cosiddetta “fascia protetta“, l’irrisorietà delle sporadiche sanzioni erogate e l’inopportunità di aumentare in continuazione l’importo del canone Rai, una delle tasse più odiate dagli italiani.

Spero non sia impotente il Comitato Scientifico istituito di recente dal Ministro Paolo Gentiloni , con l’intento di determinare un deciso cambiamento di rotta nell’offerta televisiva pubblica, anche attraverso l’adozione di un efficace sistema di monitoraggio della qualità della programmazione Rai.

I segnali non sono incoraggianti.

 

Dalle prime audizioni in Comitato dei responsabili delle strutture Rai è emerso che la realizzazione dei palinsesti ed i contenuti dei Tg non sempre seguono le logiche di un servizio pubblico che deve rispondere alle attese dei cittadini che pagano il canone.

Per tornare a quanto segnalato dal vostro gentile lettore, nessuno ha saputo spiegare perchè i cartoni animati delle 20,00 di Rai Due sono stati sostituiti da una fiction – a quanto pare molto discutibile – penalizzando in questo modo non solo i giovani telespettatori della Rete, ma – come è stato evidenziato in Comitato – lo stesso TG2 che è risultato meno “trainato” dal programma precedente.

Come si vede, è tutto un gioco al farsi del male da soli.

Non vorrei, come suole dirsi per la politica, che gli italiani hanno la televisione che si meritano!

 

 

Consulta il profilo Who is Who di Remigio del Grosso  

 

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