Digitale terrestre: colpo d’accelerata di Gentiloni, dal prossimo anno stop alle vendite dei televisori analogici

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

Sconto fiscale del 20% per acquistare apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato. E’ quanto annunciato stamani nel corso di una conferenza stampa dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che così intende accelerare il passaggio al digitale terrestre.

Lo switch-off, con definitivo abbandono del sistema di trasmissione analogico, è fissato al 2012 in linea con quanto stabilito dalla Ue.

“…La norma – ha spiegato il Ministro – era contenuta nella Finanziaria 2007, a luglio ha ricevuto il via libera dall’Unione Europea e il 22 settembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale”.

 

Lo sconto si applicherà agli acquisti effettuati nel corso di tutto il 2007, fino a un valore massimo di 1.000 euro.

Lo sconto, ha detto ancora Gentiloni, vale solo per l’acquisto di televisori, decoder e video registratori, contenuti in un elenco fornito dal ministero delle telecomunicazioni, e che rispondano al “principio della neutralità tecnologica”, come voluto dalla Ue.

 

Per ottenere la detrazione bisognerà, inoltre, dimostrare d’essere in regola con il pagamento del canone di abbonamento Rai, allegando alla dichiarazione dei redditi lo scontrino fiscale dell’acquisto effettuato e il bollettino di pagamento del canone.

 

A proposito di “parco Tv“, Gentiloni ha spiegato che ogni anno in Italia si vendono poco più di 5 milioni di apparecchi, “…il che dice quanto importante sia il turn-over di apparecchi dovuto al progresso tecnologico”.

Circa il 45% di questi 5 milioni e passa di vendite avviene nell’ultimo trimestre dell’anno, per un mix di tradizione (le festività natalizie) e di maggiore disponibilità economica (la tredicesima mensilità). Proprio questo aspetto evidenzia, ha detto Gentiloni, “…l’importanza della comunicazione all’esterno da parte del ministero”.

 

Lo sconto fiscale incentiva poi una tendenza esistente: quella della rapida espansione del mercato dei televisori integrato da sintonizzatore digitale. E si può quindi dire che rispetto ai 200mila apparecchi di questo tipo venduti nel 2006 si passerà al 1,2 milione di quest’anno.

“…La tendenza è dunque chiaramente di crescita e a favore della scelta digitale”, ha commentato Gentiloni. Tendenza che può essere “…uno dei motori del processo di transizione dall’analogico al digitale”.

 

E allora ecco spiegata la misura inserita nel decreto che accompagna questa volta la Finanziaria 2008 e che stabilisce “un ultimo termine” per la commercializzazione di apparecchi Tv analogici: giugno 2009. Una misura che anzi ne fissa tre di scadenze chiave: in primo luogo entro maggio 2008 occorrerà che gli apparecchi a tecnologia analogica siano muniti di una particolare etichetta che precisa la non abilitazione alla ricezione di trasmissioni in digitale; poi a fine 2008 i produttori cessano di rifornire i distributori di apparecchi analogici; infine il termine ultimo, per l’appunto giugno 2009, per la commercializzazione di apparecchi analogici, sapendo che di lì a qualche anno quell’apparecchio si spegnerà perché subentrerà definitivamente il digitale terrestre.

 

Un percorso “impegnativo” l’ha definito Gentiloni, perché presupporrà la collaborazione di più realtà: istituzioni, editori televisivi, produttori e altre imprese del settore. E bisognerà peraltro pensare a misure di sostegno per smaltire quegli apparecchi in magazzino ormai inutilizzabili.

 

Quanto al fatto che lo sconto fiscale per l’acquisto di Tv a tecnologia digitale sia limitato al solo 2007, Gentiloni ha riconosciuto che “…problemi di copertura hanno impedito di prevedere da subito misure analoghe per il 2008 e metà 2009”, ma al tempo stesso la scelta del 2007 si spiega con il fatto che “sia già sufficiente a dare una spinta corposa alla sostituzione di apparecchi Tv“. Certo, “…non mi sarebbe dispiaciuto inserire la misura anche per gli anni successivi, ma sapete bene che le Finanziarie sono frutto di calcoli complicati…”.

 

Nel decreto che accompagna la Finanziaria 2008 c’è inoltre anche la ridefinizione della data finale dello switch-off voluta dalla Ue: entro il 2012. E se fosse nella prima metà di quell’anno “…ci collocheremmo tra i Paesi virtuosi della Comunità”.

A giudizio di Gentiloni, il 2012 “…è scadenza credibile e realizzabile, e risponde alle indicazioni degli operatori e alle segnalazioni dell’Agcom sull’opportunità di fissare una data certa”. Il Ministro ha sottolineato inoltre che in Finanziaria è stabilito un incremento del 50% (da 40 a 60 milioni) del fondo a sostegno della transizione al digitale.

 

Piero De Chiara, Presidente DGTVi, (Associazione per lo sviluppo e la promozione del digitale terrestre a cui aderiscono Rai, Mediaset, La7 Televisioni, Dfree, Federazione Radio Televisioni e Fondazione Ugo Bordoni e Aeranti-Corallo), ha sottolineato a Key4biz la “straordinaria efficacia” di questa norma. In modo particolare, ha spiegato De Chiara, perché “questa disposizione mette fine per il prossimo anno alla vendita dei televisori analogici in Italia”.

 

“Si tratta – ha aggiunto – di una vera svolta nella dotazione dei ricevitori digitali nel nostro Paese. E’ facile immaginare, tenendo conto del tasso naturale di ricambio, che entro la fine del 2011 avremo 15 milioni di Tv digitali nelle famiglie italiane, a cui si dovranno aggiungere almeno 10 milioni di decoder”.

“Come DGTVi – ha detto De Chiara – avevamo caldeggiato questa norma per cui ci riteniamo altamente soddisfatti. Questa misura consentirà di rispettare lo switch-off fissato dalla Ue, ma non solo, si potrebbe prevedere un’anticipazione della scadenza se venisse introdotto un piano per aree geografiche”.

“L’augurio – ha quindi concluso De Chiara – è che il piano venga inserito nella discussione di conversione della Finanziaria”.

 

Intanto oggi le Commissioni Cultura e Trasporti della Camera hanno approvato l’articolo 5 del Ddl Gentiloni sulle nuove sanzioni per chi viola le regole nel settore Tv.

La prossima settimana, molto probabilmente martedì, la Commissione esaminerà l’articolo 6 del provvedimento e licenzierà definitivamente il testo.

A quel punto, però, il Ddl si bloccherà, perché il calendario dell’Aula di Montecitorio, non prevede l’esame nell’ultimo trimestre dell’anno. Una decisione presa la scorsa settimana dalla Conferenza dei capigruppo, che oggi in Commissione è stata fortemente criticata.

 

I presidenti delle due Commissioni, che sono anche i relatori del provvedimento, Pietro Folena e Michele Meta, hanno sottolineato che la scorsa settimana erano pronti alle dimissioni da relatori a fronte della decisione dell’Assemblea.

“…Siamo rimasti – ha spiegato Folena – solo per permettere alle Commissioni di terminare il loro lavoro, anche alla luce della procedura di infrazione che la Ue ha aperto nei confronti dell’Italia e che rischia di costare multe salate al nostro Paese. Una volta che le Commissioni avranno terminato il loro lavoro, sarà compito della capigruppo rivedere la situazione che si è venuta a creare, e noi solleciteremo in tal senso il presidente Bertinotti. Certo è necessario che all’interno della maggioranza ci sia unità di intenti per affrontare un problema così delicato e importante, altrimenti l’esame del Ddl, slitterà sine die”.

 

Da parte sua il sottosegretario alle Comunicazioni, Luigi Vimercati, ha ribadito “la delusione del ministero” per la decisione della capigruppo anche alla luce della procedura Ue.

L’auspicio è che ci sia un ripensamento da parte dell’assemblea e che “…il Ddl una volta varato dalle Commissioni possa essere esaminato in tempi brevi dall’Aula”.

Con ogni probabilità, comunque la prossima settimana il Ministro delle Comunicazioni sarà chiamato in audizione per spiegare i provvedimenti inseriti dal governo all’interno della manovra in materia televisiva e di sostegno alle produzioni audiovisive e cinematografiche, e in quella sede si farà il punto della situazione.

 

 

Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2008-2011

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