Digital divide: pace fatta tra Intel e Negroponte. La società si unisce al progetto OLPC

di Alessandra Talarico |

Mondo


100 Dollar PC

Fino a poco tempo fa, la notizia sarebbe sembrata assurda, ma ora è ufficiale: Intel e Nicholas Negroponte hanno appianato le loro divergenze e collaboreranno al progetto One Laptop Per Child.

 

Intel entrerà dunque nel consiglio di amministrazione del progetto OLPC come 11esimo partner e possibile futuro fornitore, unendosi ad altri big dell’hi-tech come Google, eBay, Nortel Networks e al suo  rivale  Advanced Micro Devices.

 

Il sogno del professor Negroponte, guru tra i più influenti dell’industria informatica mondiale, è quello di  rendere i computer ubiqui come i telefonini in quelle aree del mondo che sono prive delle tecnologie basilari e di trasformare i bambini – diretti destinatari dell’iniziativa – in “agenti del cambiamento”.

Fornire un Pc a ogni bambino disagiato del mondo, nella visione di Negroponte, permetterà non solo di rivoluzionare la loro educazione, ma anche di trasferirla agli adulti nel modo più semplice e immediato.

 

I laptop XO – che dovrebbero arrivare a costare 100 dollari – sono basati su Linux, dotati di acceso Wi-Fi e porte USB, e potranno collegarsi a internet tramite una cosiddetta “mesh network“, che permette di connettere via wireless fino a mille computer sfruttando un’unica connessione via cavo, aggirando così il problema dei costi di connessione.  I coloratissimi Pc – prodotti dalla taiwanese Quanta – potranno inoltre essere ricaricati a manovella, fattore essenziale in Paesi in cui l’energia elettrica non è così facilmente reperibile.

 

Questo approccio ‘evangelico’ di Negroponte alla questione del digital divide non è mai piaciuto troppo a Intel, che a marzo ha iniziato a distribuire, partendo dal Brasile, i suoi Classmate Pc, dei laptop economici per i Paesi emergenti, con lo stesso intento di Negroponte ma con un approccio più orientato anche al guadagno economico.

 

Il progetto Classmate, come era prevedibile, ha suscitato le ire di Negroponte, che ha accusato Intel di concorrenza sleale, perché a suo dire la società di Santa Clara – attraverso la distribuzione ai governi dei Paesi in via di sviluppo di documenti comprovanti la superiorità dei suoi Pc – voleva solo sabotare il progetto XO, che utilizza i processori della rivale AMD, mascherandosi dietro un intento umanitario.

 

Intel, da canto suo, ha sempre difeso strenuamente il suo progetto, e la sua distanza dalle pure logiche del profitto economico, sostenendo di perseguire gli stessi obiettivi di Negroponte.

 

“Quello che è successo in passato è successo – ha dichiarato Will Swope di Intel – ma in futuro questo permetterà alle due organizzazioni di fare un lavoro migliore e avere un impatto migliore per realizzare quello che entrambi vogliono: aiutare i bambini di tutto il mondo”.

 

Tutto dimenticato, quindi. Dopo alcune discussioni si è scoperto che i punti in comune dei due progetti sono superiori alle divergenze e – sotterrata l’ascia di guerra – il CEO Intel Paul Otellini ha descritto l’adesione al progetto OLPC “un ulteriore esempio dell’impegno della società per l’istruzione e della nostra convinzione che la tecnologia sia essenziale per portare le opportunità del 21° secolo ai bambini di tutto il mondo”.

 

Intel attualmente investe oltre 100 milioni di dollari l’anno in più di 50 Paesi per promuovere l’istruzione, anche tramite le iniziative di Intel Foundation, e sviluppa prodotti per il mercato della didattica.

 

La società di Santa Clara continuerà a vendere i Pc Classmate come alternativa low-cost dal momento che – ha spiegato ancora Swope – “da qui a tre anni diverse aziende avranno lanciato prodotti adatti a soddisfare i bisogni formativi dei paesi in via di sviluppo”.

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