Murdoch vuole Yahoo? Pronto a offrire MySpace in cambio del 25% della dot.com

di Alessandra Talarico |

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Rupert Murdoch sarebbe pronto a barattare MySpace con una quota del 25% nel capitale di Yahoo!, per dare alla sua News Corporation una presenza ancor più significativa nel campo dei new media.

Un affare che  potrebbe valere al tycoon australiano una plusvalenza pari ad oltre 9 miliardi di euro e rappresenterebbe un importante ripensamento rispetto alla strategia lanciata nel 2005, quando per acquisire il sito di social networking Murdoch spese 580 milioni di dollari.

 

Un’ipotesi molto allettante ma non ancora confermata e messa in forse anche dal recente terremoto ai piani alti della società di Sunnyvale, con l’avvicendamento al vertice tra Terry Semel, a capo della dot.com dal 2001, e il co-fondatore Jerry Yang. Sue Decker, ex direttore finanziario, è diventata invece nuovo direttore generale.

Semel – che pure ha traghettato il portale a un ruolo di primo piano della net economy dopo lo scoppio della bolla speculativa nel 2000 –  ha pagato così la debolezza di strategie aziendali che non sono riuscite ad arginare la fortissima concorrenza di Google, né il conseguente crollo delle azioni della società al Nasdaq.

 

Secondo quanto riportato dal londinese Times, inoltre, Murdoch avrebbe offerto a Yahoo! anche altri asset della News Corp, tra cui il network di giochi ed entertainment IGN, acquisito sempre nel 2005 per 650 milioni di dollari.

 

Le trattative comunque sono ancora all’inizio e non è ancora chiaro se Yahoo! accetterà o meno le offerte di Mr Murdoch, impegnato da canto suo in una strategia di acquisizioni a tutto tondo, come conferma l’offerta da 5 miliardi di dollari per Dow Jones, la società cui fa capo il Wall Street Journal.

Certo è che la società di Sunnyvale è desiderosa di entrare nel circolo del social networking per tentare la rimonta su Google dopo che il primo tentativo – l’acquisizione di Facebook per 1 miliardo di dollari – è fallita lo scorso anno.

 

La popolarità delle cosiddette ‘reti sociali’ – salite alla ribalta nel 2003, grazie a siti web come Friendster, Tribe.net e LinkedIn – con l’arrivo di MySpace è letteralmente esplosa, a conferma di come il Web sia un catalizzatore di relazioni umane – superficiali o meno – che va al di là di qualsiasi previsione o etichetta.

 

Sulle social network, giovani – ma anche sempre più adulti – possono creare il proprio profilo e costruire un network personale che li connette ad altri utenti, conosciuti o meno.

In questo senso, il social networking può paragonarsi ai blog che, nati come ‘sfizio’ per ragazzini si sono trasformati in un nuovo, privilegiato, canale di comunicazione per giornalisti, addetti ai lavori e uomini politici.

 

Come il blog, dunque, anche il social networking trascende i vincoli sociali e anagrafici e diventa fenomeno trasversale, in grado di attrarre un pubblico quanto mai variegato.