MVNO: nuovo accordo Vodafone-BT Italia. Guindani: ‘Interessati al WiMax, ma serve riallocazione dello spettro per il mobile’

di Alessandra Talarico |

Su caso Telecom: 'No a qualunque forma di nazionalismo economico italiano'.


Pietro Guindani

Dopo gli accordi con la catena di grande distribuzione Carrefour e con Poste Italiane, Vodafone Italia ha siglato un nuovo accordo con BT Italia per quello che sarà il primo operatore mobile virtuale italiano realizzato tra una compagnia telefonica mobile e una fissa.

  

L’intesa con BT Italia dovrebbe anche valere per Vodafone Italia la chiusura del procedimento antitrust ancora in corso contro TIM, Vodafone e Wind, colpevoli fin qui di aver ostacolato l’ingresso di nuovi attori nel mercato.

 

In un primo tempo, infatti, l’Agcm aveva rigettato i primi due accordi – con Carrefour e Poste Italiane – perchè non si trattava di aziende operanti nel settore delle telecomunicazioni ma ora, secondo quanto riferito dall’amministratore delegato della società, Pietro Guindani, nella conferenza stampa di presentazione con l’accordo con BT Italia, l’Authority “ha riesaminato la pratica e ritenuto ammissibili questi contratti nell’ambito della procedura in atto nei nostri confronti”.

Bisogna che ora vengano acquisiti i pareri obbligatori dell’Agcom e della Commissione europea, ma, in base a quanto emerso nel corso di una riunione dell’Authority di pochi giorni fa, Vodafone conta di veder riconosciuto il proprio impegno “e i diversi comportamenti rispetto a TIM e Wind”, ha aggiunto Guindani. Il parere dell’Antitrust è atteso per il prossimo 7 giugno.

 

Guindani è anche tornato sul controverso servizio Vodafone Casa numero fisso, che avrebbe dovuto traghettare l’operatore mobile nel mondo della telefonia fissa e della banda larga, ma è stato di fatto bloccato da un ricorso di Telecom Italia.

 

Con l’ingresso nel settore mobile di BT Italia, già attiva nel mercato dei servizi di telefonia fissa per le aziende, lo scenario è destinato a cambiare, spiega ancora Guindani: si pongono infatti anche le condizioni concorrenziali” per eliminare ogni ostacolo allo sbarco nel fisso.

“Vodafone è in grado e legittimata a offrire servizi di telefonia fissa”, in base a “un atto formale del ministero delle Comunicazioni che ha detto all’Agcom che il servizio Vodafone casa numero fisso è legittimo” ed è – ha aggiunto Guindani – “l’unico operatore ad aver fatto uso della norma Bersani di luglio per dimostrare il proprio impegno a rimuovere le condizioni che limitano la concorrenza”.

 

In tema di convergenza, Guindani parla anche di WiMax, confermando l’interesse del gruppo per la tecnologia di accesso wireless a banda larga.

L’asta per le frequenze dovrebbe avvenire entro luglio e Vodafone sta valutando di partecipare ma, ha detto l’ad, le frequenze per il WiMax “non risolvono il problema della carenza di frequenze per la telefonia mobile, soprattutto adesso che con l’arrivo degli operatori virtuali dovremo sostenere il nostro traffico e quello di altri tre gestori”.

Per questo Guindani ha ribadito all’Agcom e al ministero delle Comunicazioni  la necessità di una riallocazione complessiva dello spettro, in particolare delle frequenze quelle di Ipse e del Tacs.

 

Il manager entra nel merito dei due temi caldi della giornata: il caso Telecom e lo scorporo della rete, precisando innanzitutto che “anche nel momento in cui la rete fissa dovesse essere separata funzionalmente, dovranno essere mantenute le misure asimmetriche sui prezzi”, in base alle quali i concorrenti di Telecom – tuttora dominante nel proprio mercato con l’80% dei ricavi nel mercato fisso e il 90% per l’ultimo miglio – possono applicare tariffe di terminazione più elevate rispetto all’ex monopolista.

La separazione della rete, inoltre, non potrà riguardare solo l’ultimo miglio ma anche “le reti di prossima generazione” per non rischiare di tagliare fuori i servizi a maggior valore aggiunto.

 

Per quanto riguarda invece gli sviluppi dell’assetto azionario di Telecom Italia, Guindani di ce no “a qualunque forma di nazionalismo economico italiano”.

“Il mercato – ha chiarito –  si sviluppa se c’è una moltiplicazione di operatori. Noi siamo inglesi e ci riteniamo radicati nel mercato italiano come e forse più degli operatori italiani. Serviamo una clientela italiana e promuoviamo lo sviluppo economico” del paese.

La nazionalità, aggiunge Guindani, “non può essere discriminante”, bisogna piuttosto porre l’accento “sulla regolamentazione che regola la concorrenza e tutela gli utenti”.

 

Tornando all’accordo con BT Italia, guindani si è detto “orgoglioso” di presentare un’intesa che “testimonia come il mercato delle telecomunicazioni sia fortemente competitivo e le aziende, ogni giorno, siano alla ricerca di nuove soluzioni e prodotti per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti”.

BT Italia, dotata di una sua infrastruttura di rete fissa, diventerà di fatto il primo operatore mobile dedicato alle imprese e Vodafone – conclude Guindani – “si conferma come la compagnia che ha fatto di più nell’apertura della telefonia mobile agli operatori virtuali, portando il nostro paese alla pari dei mercati europei più avanzati”.