Pubblicità: Calabrò risponde alla Ue, ‘Si tratta di sforamenti pregressi e già sanzionati’ 

di Raffaella Natale |

Anche Mediaset controbatte: ‘Nessuna violazione. Siamo in linea con le discipline pubblicitarie’. 

Italia


Corrado Calabrò

In attesa che il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni risponda alla Commissione Ue sui dati del monitoraggio affidato da Bruxelles alla società GFK Audimetrie, il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, ha avanzato una prima spiegazione.

Ieri la Ue ha evidenziato che le Tv italiane, in particolare quelle commerciali, sono responsabili di “numerose infrazioni” alle regole comunitarie sulla pubblicità: le violazioni riguardano i limiti orari e quotidiani e l’inserimento degli spot all’interno dei programmi.

 

Calabrò ha chiarito che i periodi a cui si riferisce la ricerca Ue sugli sforamenti pubblicitari “…sono tutti pregressi, e si tratta di violazioni già sanzionate, o risolte alla radice con appositi regolamenti, come per i minispot durante le partite di calcio”.

“…Attualmente – ha spiegato il presidente dell’Authority – la situazione è decisamente migliorata, e gli sforamenti sono diminuiti e comunque interveniamo in modo costante e continuo. Alcune diffide sono partite anche di recente. Piuttosto stiamo monitorando i canali satellitari, dove si stanno verificando i primi sfondamenti dei tetti pubblicitari”.

 

Intanto l’Agcom sta monitorando anche le nuove forme di pubblicità, come quella degli Inspot, ovvero la pubblicità che scorre nella parte bassa del video in forma scritta, e praticata ancora in forma sporadica e soltanto dalle reti Mediaset circa due volte al giorno, ma che al momento rientrerebbe negli affollamenti pubblicitari consentiti.

 

Per quanto riguarda i minispot nelle partite di calcio, Calabrò ha fatto presente che “…l’Agcom ha realizzato un regolamento nel luglio del 2005 e da allora non ci sono state più infrazioni, la situazione è molto migliorata”.

L’unico problema ancora in piedi, ha detto il presidente, è quello che riguarda il limite quotidiano dedicato a spot e televendite, che tra l’altro prevede in Italia soglie diverse per Rai e Tv private: “…qui c’è un problema tecnico di conteggio perché esiste il cosiddetto ‘frame nero’, ovvero lo spazio di buio impercettibile all’occhio umano ma registrato da strumenti tecnici adeguati, che divide uno spot dall’altro”.

Più complessa, invece, la vicenda dell’interruzione dei film. “Iin passato  – ha detto Calabrò – abbiamo già erogato a Mediaset diverse multe: il 29 marzo 2006, 50 mila euro; l’8 giugno, 65 mila; e il 23 novembre, 625 mila euro. E non abbiamo ritenuto accettabile il codice di autoregolamentazione in materia pubblicitaria che ci hanno proposto Mediaset e La7. Il nuovo codice di autoregolamentazione è all’esame e al momento il codice di autogestione viene sostanzialmente rispettato, a parte una diatriba sui programmi contenitore”.

 

Anche Mediaset ha risposto alle valutazioni della Ue, sostenendo di essere in linea con le discipline pubblicitarie e di non “commettere alcuna violazione“.  

“…Apprendiamo dalla stampa dell’esistenza di una ricerca ispirata dalla Commissione europea – ha sottolineato Mediaset in una nota – che avrebbe evidenziato nostre numerose violazioni pubblicitarie. Precisiamo subito che Mediaset non viola affatto discipline pubblicitarie di alcun genere. La materia è da sempre caratterizzata da incertezze e discrezionalità interpretative. Alcune ricerche accademiche possono pertanto dimostrare una cosa, altre ricerche la cosa opposta”.

“…Per questo motivo – si legge ancora nella nota di Cologno Monzese – Mediaset e Telecom Italia Media, i principali editori italiani di Tv commerciale, hanno proposto all’Autorità per le comunicazioni un codice di autodisciplina pubblicitaria su cui l’Agcom ha già espresso una favorevole valutazione indicando alcune modifiche che le Imprese hanno immediatamente recepito. Tanto che l’Autorità si appresta a varare la delibera sul codice stesso. Questa è la realtà dei fatti. Respingiamo pertanto ogni insinuazione strumentale – ha concluso la nota – circa lo scarso rispetto della disciplina comunitaria e nazionale da parte di Mediaset”.

 

Per conto della Commissione Ue, la GFK Audimetrie ha monitorato il comportamento di Raiuno, Raidue, Raitre, Canale 5, Italia 1, Retequattro e La7, rispetto alla Direttiva Tv senza frontiere, per 24 ore al giorno nel periodo dal primo febbraio al 31 marzo 2005 e per una settimana al mese tra l’aprile 2005 e il luglio 2006.

 

Nel periodo di monitoraggio mensile, le violazioni per l’inserimento di minispot nelle partite di calcio (ammessi solo nelle pause del gioco che vengono recuperate alla fine del tempo) sono state 12 da parte di Mediaset (di cui 10 su Italia 1), 5 dalla Rai e 1 da La7.

Nello stesso periodo, sono state 94 le infrazioni da parte delle reti Mediaset per le interruzioni pubblicitarie nei film, consentite la prima dopo 45 minuti e la seconda dopo altri 45, arrivando a una terza dopo 20 minuti solo nei casi di pellicole molto lunghe: disposizioni aggirate da Mediaset – come ha rilevato anche l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni – inserendo gli spot anche nei programmi brevi (come TgCom e Meteo) mandati in onda tra primo e secondo tempo.

 

Il numero di infrazioni cresce se si considera l’intervallo minimo – previsto dalla direttiva Ue – di venti minuti tra un gruppo di break e l’altro: in due mesi, sono state 219 su Canale 5, 114 su Retequattro, 69 su Italia 1 e 41 su La7. Tutte le emittenti – rileva ancora la GFK Audimetrie – hanno rispettato il limite del 20% del tempo quotidiano dedicato a spot e televendite, mentre solo Canale 5 ha sforato, per 32 volte, il tetto del 15% quotidiano fissato per i soli spot.

Gentiloni ha adesso un mese di tempo – a partire dal 27 marzo – per trasmettere a Bruxelles le proprie osservazioni.

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