Digitale terrestre: dopo il voto di fiducia, Gentiloni conferma la ripresa dell’iter sul Ddl. Intanto Tv locali e FNSI chiedono maggiori garanzie 

di Raffaella Natale |

Italia


Rai

“Andrà avanti come da programma” la riforma del sistema radiotelevisivo e la transizione al digitale terrestre. Lo ha confermato con sicurezza il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, rispondendo ai giornalisti sull’iter del provvedimento dopo il voto di fiducia al Governo Prodi a Palazzo Madama. Nel frattempo il Premier ha avuto la fiducia anche dalla Camera.

 

A margine della presentazione della mostra “Pubblicità con giudizio“, promossa presso l’ala Mazzoniana della stazione Termini dallo IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria), il Ministro ha dato rassicurazioni in merito al Ddl che porta il suo nome, che si era arenato sulla crisi di Governo.

I lavori alle nuove disposizioni che modificheranno il framework del panorama radiotelevisivo, accompagnando i vari passaggi dello switch-over, riprenderanno presto.

 

Da ieri gli abitanti di Cagliari e di 122 comuni dell’hinterland hanno vissuto lo switch-off propedeutico (quello definitivo è previsto per dicembre 2008) e per ricevere Rai2 e Rete4, QOOB di Telecom Italia Media dovranno per forza collegare al proprio televisore un dispositivo in grado di trasformare il segnale da digitale ad analogico.

 

“…Un passo concreto” per Gentiloni che ha parlato di data “finalmente rispettata, grazie all’impegno delle Autorità regionali e amministrative sarde, delle emittenti nazionali e locali, del Governo”.

“…Nei prossimi giorni – ha aggiunto – valuteremo l’esito di questo esperimento pilota per verificare l’impatto sul pubblico dei telespettatori e per mettere a punto i nuovi passi da compiere in altre aree all digital come Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige”.

“Prenderà così corpo – ha detto ancora il Ministro – in attesa del varo della nuova normativa da parte del Parlamento, la strategia italiana di switch-over”.

 

Ieri mattina, lo switch-off in Sardegna è stato il tema di una diretta speciale andata in onda su RaiUtile. Nel corso del programma sono intervenuti il Segretario generale del ministero delle Comunicazioni, Marcello Fiori, il presidente del consorzio Sardegna Digitale, Andrea Ambrogetti, il direttore di RaiUtile, Angiolino Lonardi.

 

Marcello Fiori ha sottolineato l’esigenza di una numerazione fissa dei canali. “…L’attribuzione – ha dichiarato – di un numero a ciascuna emittente, in modo fisso e stabile, al di là della piattaforma, avrebbe contribuito a semplificare il passaggio al digitale terrestre. Questo perché oggi ci troviamo a dover spiegare a molti cittadini come fare la sintonizzazione dei canali sui propri decoder e telecomandi”.

 

Nel suo intervento a RaiUtile il presidente del consorzio Sardegna Digitale, Andrea Ambrogetti, ha annunciato: “…Ci auguriamo che tra non più di sei mesi nell’intera regione, tutte le reti passino al digitale terrestre. Vorremmo inoltre implementare l’offerta di servizi interattivi prima dell’estate. Ad esempio, attivando la possibilità di prenotare e acquistare sul digitale terrestre biglietti degli aerei o delle navi oltre a quelli di cinema e teatro per il comune di Cagliari”.

 

Rispetto ai servizi interattivi del consorzio Sardegna Digitale ospitati da RaiUtile, il direttore del canale Angiolino Lonardi ha sottolineato come “…quanto fatto fino a ora nella Regione rappresenti un esempio per le future applicazioni interattive del digitale terrestre nel nostro Paese”.

 

Su RaiUtile in Sardegna sono infatti disponibili numerosi servizi e informazioni di pubblica utilità, che vanno dalle offerte di lavoro aggiornate, al calendario di mostre ed eventi, dagli orari di voli e navi, all’organigramma e i recapiti della Giunta regionale. Lonardi ha poi aggiunto: “…Se, a breve, Pubbliche amministrazioni, ministeri, come ad esempio quello della Funzione Pubblica, proporranno contenuti su RaiUtile, questi prenderanno esempio dall’architettura interattiva già presente in Sardegna. Per questo è nostra intenzione allargare la visibilità dei servizi sardi su tutto il territorio nazionale. La funzione di pubblica utilità testata in Sardegna potrà essere assunta anche dalle altre regioni italiane”.

 

In merito al processo di digitalizzazione delle trasmissioni televisive per l’area della Sardegna, Marco Rossignoli, coordinatore dell’associazione Aeranti-Corallo, che rappresenta anche oltre trecento imprese televisive locali, ha sottolineato un aspetto importante: “…Se a Cagliari è partita l’avventura digitale è altrettanto vero che rimane completamente irrisolta la problematica della digitalizzazione televisiva delle Tv locali”.

“…Con la conversione al digitale di solo alcune delle grandi reti nazionali – ha aggiunto Rossignoli – la televisione continuerà a essere ricevuta soprattutto in tecnica analogica e, quindi, quasi tutte le Tv locali, essendo prive di canali sufficienti per trasmettere simultaneamente sia il segnale analogico che quello digitale, saranno costrette in questa prima fase, a operare esclusivamente in analogico poiché diversamente rischierebbero di perdere la quasi totalità dell’ascolto. Così facendo tuttavia, – ha proseguito Rossignoli – le Tv locali non potranno sviluppare in alcun modo la propria presenza nel mercato digitale, e, quando quest’ultimo decollerà, rischieranno di essere marginalizzate“.

 

Rossignoli ha, quindi, indicato una soluzione per permettere alle Tv locali di essere immediatamente presenti nel digitale, che “potrebbe essere quella di accedere alla capacità trasmissiva delle grandi reti nazionali che per legge sono tenute a cedere il 40% della propria capacità trasmissiva a soggetti terzi”.

La parola passa, quindi, all’Agcom che dovrebbe modificare completamente lo schema di regolamentazione al riguardo.

 

Chiede un’accelerazione di questa fase di transizione al digitale terrestre la FINSI che in una nota ha evidenziato la necessità di ridurre la fase di passaggio e che “la data sia resa vincolante, senza possibili deroghe o rinvii“.

Il sindacato dei giornalisti ha spiegato che “…Il novembre 2012 di cui parla lo schema di disegno di legge Gentiloni è un orizzonte troppo lontano e incerto, che rischia di non indurre gli operatori a scelte nette e irreversibili”.

Con la stessa finalità di dare al sistema televisivo “un indirizzo certo“, la FNSI ritiene che “…non possano essere assegnate a nuovi operatori analogici le frequenze che lo switch-off renderà disponibili (di Rai, di Mediaset o di altri soggetti): se questa possibilità non venisse esclusa, si darebbe il segnale che la transizione non è poi così sicura. I giornalisti italiani sono interessati a un rapido attraversamento del guado tecnologico, ma questo deve avvenire in un quadro di riferimento chiaro per l’emittenza nazionale e locale; in cui, naturalmente, è da considerare valore essenziale la difesa dell’occupazione nel settore”.

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