Un mondo in banda larga. Presentato a Roma il libro di Carlo Mario Guerci

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Occorre banda, sempre più larga, anzi larghissima. Il web al centro dello sviluppo dell'economia e delle capacità produttive del Paese.

Italia


Carlo Mario Guerci

Presentato a Roma, alla presenza del ministro Paolo Gentiloni, il libro di Carlo Mario Guerci “Un mondo in banda larga”. Il libro è frutto di una ricerca di ThinkTel, il gruppo d’opinione formato da accademici ed addetti ai lavori per contribuire all’analisi sui grandi temi dell’informatica, dei media e delle telecomunicazioni ed è il primo titolo di una nuova collana di Egea- Bocconi. A discutere con l’autore sui grandi temi dello sviluppo della rete e del mondo dell’ICT, vi erano Stefano Venturi, Amministratore delegato di Cisco Systems Italia, Massimiliano Magrini, Amministratore delegato di Google Italia, Stefano Longhini, Managin director di Network Practice Communication and High Tech di Accenture.

“Il libro analizza l’evoluzione delle Tlc nei 5 più grandi mercati europei dal 98 ad oggi e le prospettive del settore nel medio e lungo termine – ha sottolineato Carlo Mario Guerci – Il decollo della banda larga, lo sviluppo della telefonia mobile, l’avvento delle nuove tecnologie di accesso (Wi-Fi e WiMax) del Voip, la concorrenza e convergenza tra reti fisse e mobile, le nuove ondate di acquisizioni e fusioni, sono tra gli argomenti centrali della nostra analisi”.

“Il settore delle Tlc – ha proseguito Guerci nel suo intervento introduttivo – sta attraversando da qualche anno profondi rivolgimenti, che derivano dall’operare congiunto di vari fattori. Alcuni sono di natura tecnologica, altri sono dovuti alla crescente apertura dei mercati e all’inasprimento della competizione, altri ancora alle sovrapposizioni di attività che prima si muovevano lungo strade separate. Ma, attenzione, alla base di tutto il suo movimento vi è lo sviluppo di internet e del web. Grandi innovazioni trasformeranno i modi di comunicare, i contenuti si adatteranno ai nuovi modelli di fruizioni, compariranno nuovi modi di fare e vedere la Televisione. Ciò che prima era residente, diventerà ubiquo. Alle imprese che sapranno cambiare le vecchie regole dell’organizzazione, le nuove tecnologie e i nuovi servizi di tlc offriranno la possibilità di sviluppi ricchi e stimolanti. Al centro del cambiamento si troveranno non solo imprese che dovranno fare i conti con la profittabilità dei loro investimenti e con le evoluzioni della regolamentazione, ma anche i consumatori che dovranno imparare una nuova razionalità: quella di scegliere rigorosamente l’impiego del proprio tempo”.

“Siamo convinti – ha concluso Guerci – che tra 10 anni non si parlerà più del settore delle tlc ma di un aggregato assai più ampio dove saranno confluiti tutti i media: l’information technology e le varie piattaforme di telecomunicazione”.

Ha poi preso la parola Stefano Venturi, per il quale: “…Riflettere oggi sullo stato dell’arte delle telecomunicazioni, come suggerisce il libro di Guerci, spinge a trovare soluzioni di sistema che non guardino alle sole Tlc, ma che guardino complessivamente allo sviluppo del Paese nel suo complesso, della sua economia, della sua capacità produttiva”.

“La nascita e lo sviluppo di Internet – ha sottolineato Venturi – hanno rappresentato un elemento fondamentale di disintermediazione. Tutti ricordiamo come già dieci anni fa senza training e senza grandi competenze si potesse già trovare qualunque cosa in rete, ma col passare degli anni il fenomeno ha assunto dimensioni inimmaginabili. Tuttavia va sottolineato come le tecnologie esistevano già da tempo, ciò che è rilevante è la nascita di un nuovo metodo e, con esso, di nuovi modelli di business. Se guardiamo a questi ultimi Google è forse il caso più emblematico”.

“Ma attenzione – ha proseguito Venturi – perché sta cambiando per intero lo scenario economico, i nuovi modelli di business sono spesso legati a nuovi modi di offrire esperienza attraverso la rete. Si pensi a fenomeni come “Second Life”. Si tratta di un mondo immaginario, un gioco di ruolo con Avatar pronti a sostituirvi, ma dove si trova la presenza anche di imprese e dove nascono business nuovi e concreti. Gli operatori di Tlc, a mio avviso, devono oggi porsi come “Experience Provider”, piuttosto che come semplici Service Provider: capaci di offrire non solo il collegamento, ma anche tutti i servizi necessari per consentire all’utente di godere di esperienze nuove (…) La Rete si è ormai trasformata in una nuova piattaforma condivisa per creare, promuovere e gestire business vecchi e nuovi. E naturalmente le aziende si stanno spostando tutte in Rete (…) Si tratta di fenomeni molto più pervasivi di quanto non si pensi: il singolo dati diventano patrimonio della Rete, la singola CPU diventa patrimonio della Rete. Infine, vi sono le prospettive legate allo spostamento sulla Rete dei servizi destinato al mondo cosumer. Si pensi agli sviluppi del multimediale, infine alla Tv ad alta definizione. La stessa pubblicità sarà sempre più orientata al target di riferimento e andrà sempre più sfilacciandosi il concetto di offerta generalista. Sono solo alcuni esempi del nuovo che avanza e che cresce intono a noi (…) Infine la banda larga. Spesso ci si chiede a che serve. Serve a fare tutte quelle cose cui accennavo prima. Ormai quasi tutte le nostre attività transitano per la Rete. Rete e banda larga sono necessari e per alcuni versi mai sufficienti. In Cina stanno già pensando di portare a 1 Gigabit al secondo la disponibilità di banda in casa e in ufficio”.

“Io vorrei fare qui una provocazione – ha concluso Venturi – Perché non lanciamo una campagna e un obiettivo da raggiungere: quello di 10 Gigabit al secondo per ciascun utente. Vuole essere un po’ una piccola provocazione ma anche un obiettivo che prima o poi dovremo porci”.

Molto gradito, quanto non previsto, l’intervento di Massimiliano Magrini, amministratore delegato di Google Italia.“Anche il nostro dibattito di questa sera -ha evidenziato Magrini – sottolinea come si faccia fatica a star dietro allo sviluppo della Rete in ogni sua forma”.

“Abbiamo alle spalle un mondo della Rete, il cosiddetto Web 1.0 che assicurava la ricerca di informazioni offrendo risposte di ogni tipo. Ma – ha proseguito Magrini – siamo ormai, sempre più, nel mondo del Web 2.0, dove alla ricerca sempre più dettagliata e sofisticata di informazioni si sta affiancando il principio della condivisione dei dati, con processi per i quali i contenuti prodotti dagli utenti stanno diventando sempre più importanti (….) Google ha sempre lavorato perché la ricerca sul web fosse semplice ed efficace e con la stessa filosofia stiamo operando nello sviluppo della rete di seconda generazione. Quali le direttrici più evidenti di questo grande fenomeno? (…) In anzitutto lo sviluppo della banda larga che occorre sempre. Più ne è disponibile, più ne viene usata. Un secondo aspetto è quello della diminuzione dei costi di storage: si pensi all’iPod e alla sua straordinaria capacità di immagazzinamento che è destinata a crescere contro oltre immaginazione. Un terzo aspetto è infine quello della produzione dei contenuti da parte degli utenti e della loro condivisione sulla Rete, il che li rende disponibili su una vetrina mondiale senza limiti. (…) Naturalmente tutto ciò crea degli scossoni. Alcuni settori del mondo editoriale appaiono spaventati, perché i modelli di business tradizionali vanno in crisi. Ma è un atteggiamento conservativo, che deriva dal fatto che non tutti hanno compreso la portata dei nuovi fenomeni”.

“Dev’esser chiaro a tutti – ha concluso Magrini – che il web 2.0 sta scardinando i vecchi paradigmi. E noi vogliamo essere oltre che testimoni attivi, contributori a pieno titolo delle nuove evoluzioni e sviluppi della Rete”.

E’ infine intervenuto il ministro Paolo Gentiloni che ha concluso il dibattito. “Il libro di Guerci – ha dichiarato Gentiloni – contribuisce a porre in modo corretto il problema della banda larga come uno dei grandi progetti del paese. Se guardiamo all’estero c’è stata direi maggior voglia di appropriarsi dell’argomento come uno degli indicatori di sviluppo economico più rilevanti. L’Italia deve fare evidentemente uno sforzo ulteriore e l’azione del governo è oggi tesa a mettere la questione al centro dello sviluppo produttivo. Non perché il pubblico debba farsi carico di prerogative di mercato, ma perché intervenire in alcune aree del Paese può corroborare l’azione delle imprese e contribuire di più a fare sistema”.

“Lo sviluppo della banda larga pone com’è noto, questioni cruciali – ha ricordato – Vi è innanzitutto un diritto di accesso alla banda larga, come diritto di tutti i cittadini e in questo senso esso si configura al pari di altri servizi universali (…) In Italia la banda larga sta crescendo, ma scontiamo un punto di partenza più contenuto rispetto ad altri Paesi. Abbiamo in sostanza una situazione fatta di luce e di ombre e proprio per questo l’azione delle Istituzioni può essere particolarmente rilevanti. Stato, Regione, Enti locali, possono avere un ruolo preciso ed è per questo che abbiamo costituito, assieme ai colleghi Luigi Nicolais e Linda Lanzillotta, il Comitato della Banda Larga, una sorta di cabina di regia nata per orientare al meglio i finanziamenti disponibili, pari ad oltre 700 mln di euro a livello locale ed aggiuntivi rispetto ai fondi nazionali (…) Nel comitato cercheremo di costruire una mappa dinamica sulla crescita di penetrazione che via via si riuscirà a realizzare (…) Questo per ciò che riguarda la connettività. Vi è poi l’esigenza dello sviluppo di servizi, di un’articolazione della loro offerta; infine una politica di sollecitazione della domanda di nuovi servizi che guardi non solo alla Tv, ma anche ai servizi alle imprese. Quindi ciò a cui guardiamo è un’azione complessa che punti al servizio universale, che tenga conto dell’evoluzione tecnologica e che cerchi di sollecitare ed orientare gli investimenti necessari (…) In questo contesto l’accesso alla Rete diventa strategico (…) ed intendo riferirmi ad un accesso a tutto tondo, alla Rete Fissa innanzitutto, manche al Radio Mobile e al Wireless. Il recente sblocco delle frequenze WiMax raggiunto grazie ad un accordo con il Ministero della Difesa, ci consentirà presumibilmente di poter assegnare entro il primo semestre di quest’anno le prime licenze WiMax, permettendoci di riallinearci con gli altri Paesi europei ed imprimere un nuovo passo di marcia nella battaglia contro il Digital divide. (…) Gli investimenti nella Rete, nel riammodernamento della Rete, possono realmente fare la differenza in una prospettiva di sviluppo futuro. Gli esperti ci confermano che l’infrastruttura italiana si fonda su un “buon rame”, ma oggi bisogna guardare alle reti di nuova generazione, la cui realizzazione appare economicamente impegnativa e la cui costruzione impone valutazioni adeguate sui ritorni economici”.

“Ecco perché c’è da fare e c’è da fare tanto – ha concluso Gentiloni – Occorre far sistema con un metodo che metta assieme incumbent, operatori, Autorità, Governo ed Enti locali, perché far funzionare le Reti costa e gli operatori devono essere assicurati, ma la modernizzazione della Rete è un requisito fondamentale per lo sviluppo del Paese. Anche in questo l’Italia dovrà fare uno sforzo per cercare la sua strada, originale, autonoma rispetto alle false ricette. La forzatura della Germania sugli investimenti relativi alle Reti di nuova generazione, non possono realizzare la via maestra. La Germania incorrerà certamente anche in una procedura di infrazione pesante e meritabile. L’Italia dovrà trovare soluzioni adeguate allo stato del Paese e alle dinamiche del suo mercato, con soluzioni che assicurino l’ammodernamento delle Reti, unitamente all’impegno di individuare soluzioni capaci di assicurare diritto all’accesso e remunerazione dei servizi”.

Ascolta le interviste rilasciate a Radio Key (www.radiokey.biz) da

Carlo Mario Guerci, Vice Presidente esecutivo di ThinkTel

Stefano Venturi, Amministratore delegato di Cisco Italia

Massimiliano Magrini, Amministratore delegato di Google Italia

Leggi alcuni stralci conclusivi del libro Un mondo in Banda Larga