Rai: in attesa delle consultazioni, Gentiloni insiste: ‘Svecchiare la classe dirigente, assicurare autonomia e innovazione tecnologica’

di Raffaella Natale |

Financial Times: ‘Se Gentiloni riuscisse a convertire le sue idee in legge, creerebbe qualcosa che molti in Italia hanno ritenuto a lungo impossibile’.

Italia


Sede Rai

La riforma della Rai resta al centro dei dibattiti di questi giorni. L’istituzione di una Fondazione per una parte della Tv pubblica, il cui Consiglio d’amministrazione resterebbe di nomina parlamentare è stato uno tra i temi più caldi, emersi nel corso della presentazione del libro “Dalla Tv dei professori alla Tv dei deficienti” di Roberta Gisotti.

 

Nella giornata è intervenuto, tra gli altri, anche il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che ha parlato delle principali linee guida della riforma del servizio pubblico radiotelevisivo.

Nel suo intervento il Ministro ha annunciato l’avvio del “primo ciclo di consultazioni” che si terrà il 30 e 31 gennaio.

 

La “doppia giornata“, ha puntualizzato il Ministro delle Comunicazioni, sarà preceduta da un “incontro-confronto” in sede europea, a Ginevra, probabilmente il 23 gennaio, che coinvolgerà anche l’Unione delle televisioni pubbliche europee (Ebu-Uer).

Agli incontri indetti dal Ministro parteciperanno tutti coloro che hanno titolo a dare un contributo: le associazioni, gli operatori del settore, i sindacati, gli enti locali.

Cinque gli incontri di maggior peso già in calendario, con l’azienda e i dipendenti Rai; con i giuristi, per definire nei dettagli i contenuti delle linee guida; con il mondo della cultura; con gli operatori del settore, compresi autori, attori e produttori.

Obiettivo, ricavare una serie di indicazioni finalizzate alla riforma della Rai.

 

Nel corso del suo intervento, Gentiloni ha ribadito l’urgenza di questi interventi a favore della Rai: “…il tema è diventato di emergenza…”, per dare al servizio pubblico “autonomia” dalla politica, o meglio dal “controllo diretto delle maggioranze governative“, il che per la Rai, ha assicurato il Ministro, sarebbe una “conquista strepitosa“.

L’intenzione è di stabilire un rapporto diverso da quello che in questi quasi 53 anni di esistenza del servizio pubblico ha avuto con i partiti.

Ed è a questi argomenti che il Financial Times ha dedicato un’ampia pagina, commentando “…Se Gentiloni riuscisse a convertire le sue idee in legge, creerebbe qualcosa che molti in Italia hanno ritenuto a lungo impossibile, un’area della vita pubblica non pervasa dalle passioni e rivalità politiche“. Un’interferenza politica che per la Tv, in particolare, secondo il Financial Times, risale “…all’avvio delle trasmissioni Rai, nel 1954″ .  

 

Gentiloni ha ribadito che questa Rai “…ha bisogno di innovazione, giovani, come pure ha bisogno di distinguere la propria offerta da quella della Tv commerciale”.

E la proposta è quella di ridurre sensibilmente la pubblicità ma, ha aggiunto, non spingendo troppo sul canone.

Il Ministro si è poi rivolto a tutti coloro che non ritengono necessaria la riforma del sistema televisivo, che ironizza distinguendola dall’Alitalia affermando che: “…La Rai va bene in termini di ascolti, di raccolta pubblicitaria e finanziaria, non è mica l’Alitalia“.

Le maggiori criticità Rai che Gentiloni ha, invece, individuato risiedono nella bassa qualità percepita e nell’invecchiamento della classe dirigente alle quali occorre far fronte puntando sull’innovazione tecnologica, sul pluralismo e sulla distinzione tra potere politico e autonomia decisionale della classe dirigenziale del servizio pubblico.

 

Secondo Roberto Natale, di Articolo 21, “…va ridimensionato il peso dei partiti ai quali vanno affiancati altri soggetti esterni relativamente alle nomine del consiglio d’amministrazione della Rai”.

“Negli anni passati l’apertura della Rai a soggetti privati è piaciuta sia a destra che a sinistra – ha commentato Natale – come nel ’96 dove si è confusa una Rai cosiddetta ‘normale’ con un’azienda che somiglia a una privata; mentre nella Rai di Gasparri vigeva il malinteso secondo il quale sarebbe stato possibile quotare in Borsa un’azienda pubblica. Occorre fare nostro il punto di vista dell’autrice del libro grazie al quale potremmo trasformare l’indignazione per la storia della Rai in un reale cambiamento di rotta”.

 

Intanto in una nota di ieri, Paolo Romani, vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera e componente della Commissione di Vigilanza, alla vigilia dell’avvio dell’esame del Ddl Gentiloni da parte delle Commissioni Trasporti e Cultura di Montecitorio, ha chiesto che venano esaminate insieme le norme contenute nel disegno di legge sulla transizione al digitale e la proposta di riforma sulla Rai.

“…Il Ministro Gentiloni continua ad annunciare anche sulla stampa un progetto di riforma della Rai che nessuno, al momento, conosce né che è stato presentato in Parlamento“, ha affermato Romani.

“…Tutto ciò ancora alla vigilia dell’inizio dell’esame da parte delle Commissioni Trasporti e Cultura della Camera del disegno di legge sull’emittenza privata. E’ bene che il Ministro chiuda le consultazioni e presenti al più presto le sue proposte in Parlamento – ha concluso l’esponente di Forza Italia – in quanto è necessario che le Commissioni possano essere messe in grado di esaminare congiuntamente le norme che riguardano l’emittenza privata e pubblica”.

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