Pubblicità: ricorso Mediaset, per Calabrò, ‘Libertà imprenditoriale trova limite in regole’

di Raffaella Natale |

Italia


Mediaset - sede

Le regole sulla raccolta pubblicitaria “…sono da osservare per tutti“. Questo il commento del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, al ricorso presentato da Mediaset per aver superato il tetto della raccolta pubblicitaria.

“La libertà imprenditoriale – ha spiegato Calabrò – trova un limite nelle regole da osservare per tutti”.

 

Proprio ieri, subito dopo aver ricevuto notizia della decisione dell’Agcom, Mediaset ha, infatti, annunciato un ricorso contro i provvedimenti sanzionatori nei confronti delle emittenti Italia1 e Rete4.

In una nota, l’azienda televisiva ha dichiarato di non accogliere “…le sanzioni punitive e ingiustificate adottate nei nostri confronti per comportamenti precedenti al codice che Mediaset applica già da tempo. In assenza di regole certe, i comportamenti precedenti erano frutto di interpretazioni in buona fede…”.

Questa la ragione per la quale la società televisiva ha detto che farà ricorso.

 

Soddisfazione“, invece, per l’altra decisione in merito all’approvazione del Codice di autoregolamentazione in materia pubblicitaria proposto dalle principali emittenti nazionali private e relativo agli inserimenti degli spot nei palinsesti.

“…In sintesi – si legge – i criteri già utilizzati da Mediaset sono stati giudicati sostanzialmente corretti ed equilibrati” e per questo esprime “soddisfazione per questo riconoscimento”.

 

Riguardo alla seconda delibera, da Mediaset sostengono che “…si tratta invece un provvedimento di cui ancora non si conoscono i dettagli e di cui attendiamo di esaminare con serenità i contenuti”.

“Ma dalle anticipazioni di stampa  – si legge nella nota – capiamo che si tratta di un inasprimento dell’obbligo di cessione del 40% della capacità trasmissiva dei multiplex digitali, obbligo già di per sé dirigista introdotto dalla legge 66 del 2001 e a cui Mediaset si è tuttavia già attenuta nella gestione del suo primo multiplex. Ora non solo ovviamente questo obbligo permane, ma la decisone di assegnare lo spazio a editori terzi, e a quali editori, viene sottratta alle emittenti e assegnata alla scelta di una commissione di esperti”.

“E’ evidente – ha aggiunto il gruppo – che si tratta di una misura che interferisce con la libertà imprenditoriale delle aziende. Sarà quindi fondamentale capire se i criteri applicativi saranno davvero ispirati a una cultura pluralista o dettati da altro genere di interessi che potrebbero rasentare forme di esproprio”.

 

Le multe dell’Agcom, per complessivi 625.000 euro, sono state adottate per le “…ripetute violazioni, rilevate fino al mese di settembre 2006, delle norme riguardanti le interruzioni pubblicitarie durante la trasmissione dei film. Inoltre, per la violazione delle norme in materia di tutela dei minori, è stata approvata una sanzione di 25.000 euro per la messa in onda su Italia1 del cartone animato ‘I Griffin’, caratterizzato dall’uso di espressioni volgari e di turpiloquio”.

 

Sempre in materia di tutela dei minori, l’Authority ha anche diffidato la Rai per “…la diffusione di pubblicità con gli stessi personaggi dei cartoni animati della programmazione adiacente”.

 

Nella stessa seduta, l’Autorità, ha preso in esame il Codice di autoregolamentazione in materia pubblicitaria proposto dalle principali emittenti nazionali private Mediaset e La7.

“Il codice  – ha spiegato l’Agcom – prevede regole più precise e dettagliate di autodisciplina in materia di inserimento della pubblicità nei programmi contenitore, nei quiz, nei programmi sportivi e nella organizzazione del palinsesto relativo ai film”.

 

Per quest’ultimo aspetto l’Autorità, a maggioranza, ha ritenuto non accettabile l’autoregolamentazione proposta. A riguardo ha precisato che, “…fermo restando il rispetto dei tetti orari e giornalieri per la pubblicità e della regola generale secondo la quale devono trascorrere venti minuti tra successive interruzioni pubblicitarie, l’autonoma organizzazione del palinsesto che prevede l’inserimento di programmi fra parti distinti dei film può rientrare nella sfera dell’autonomia editoriale solo se i programmi sono caratterizzati da un’autonoma fisionomia editoriale e sono chiaramente identificati come tali nel palinsesto delle emittenti”.

L’Agcom ha concluso: “…Qualora tra i programmi sia inserita la pubblicità questa deve avere comunque una durata sensibilmente inferiore. In ogni caso, le politiche commerciali di vendita degli spazi pubblicitari devono adeguarsi in modo coerente a tali criteri”.

 

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

      

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