Sicurezza: Bank of Ireland rimborsa 160 mila euro alle vittime del phishing, ma è una buona notizia?

di Alessandra Talarico |

Europa


Phishing

Mentre 5 fra le maggiori società mondiali di carte di credito hanno formato una organizzazione per sviluppare nuovi standard di sicurezza nelle transazioni online, dall’Irlanda arriva una notizia che potrebbe rincuorare le sempre più numerose vittime delle frodi online: la Banca d’Irlanda ha infatti dato l’ok al rimborso di 160 mila euro alle vittime di un recente attacco di phishing.

 

In un primo momento, la Banca aveva rifiutato di rifondere le vittime ma, riporta l’Irish Independent, sembra che l’istituto abbia cambiato idea dopo che le 9 persone vittime della truffa hanno minacciato di citare la Banca per danni se non fossero stati rimborsati del denaro prelevato illecitamente dai loro conti.

 

Pur rifiutandosi di entrare nel merito del rimborso e di discutere dei casi individuali degli utenti che hanno ricevuto e hanno risposto ai falsi messaggi, la Bank of Ireland ha emesso un comunicato nel quale si dice “consapevole del fatto che siano in circolazione email fraudolente che pretendono di provenire dal sito web dell’istituto”.

 

Ora, tuttavia, gli esperti temono che il rimborso possa causare una escalation dei casi di phishing, con gli hacker spinti dal compenso sganciato dalla banca irlandese a continuare le scorribande ai danni dei conti correnti.

 

Le società specializzate temono poi un calo di attenzione degli utenti verso frodi di questo tipo.

 

Come conseguenza di quella che è comunque una buona notizia, dicono ancora gli esperti, le banche potrebbero anche implementare nuove tecnologie per aumentare la sicurezza dei loro sistemi – notizia buona – e per provare che loro non hanno rivelato dati confidenziali a terze parti, facendo quindi ricadere la responsabilità dei danni alla scarsa attenzione degli utenti vittime delle truffe – notizia cattiva.

 

“Se le banche perderanno profitti a causa dei rimborsi alle vittime delle frodi online, saranno i loro clienti a pagarne le conseguenze”, ha dichiarato infatti Conor Flynn, direttore tecnico della società Rits.

 

Nel frattempo, le maggiori società di carte di credito – American Express, Discover Financial Services, JCB, MasterCard e Visa International – stanno tentando di correre ai ripari e si sono unite in nome della sicurezza.

 

Il neonato Payment Card International (PCI) Security Standards Council si occuperà della gestione dello standard PCI Data Security, creato nel 2005 con l’obiettivo di rendere la sua implementazione più efficiente per tutte le parti coinvolte in una transazione online con carta di credito.

 

Le società si sono unite, nonostante la loro rivalità commerciale, nella convinzione che tutti hanno da guadagnare dal raggiungimento di un maggior livello di sicurezza su tutti i livelli: codifica dei dati, standard tecnici, procedure.

 

“Avere a disposizione un singolo standard di sicurezza è un fattore di fondamentale importanza per l’intera industria”, ha spiegato Rob Tourt, vicepresidente dei servizi di rete di Discover, sottolineando l’importanza di un’iniziativa di ampio respiro come quella appena varata.

 

La prima azione del nuovo consiglio riguarderà l’aggiornamento dello standard PCI, che doveva essere rilasciato già a maggio.

 

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