Aol, virata decisiva verso l’ePub. Intanto si allunga la lista degli acquirenti, in pole position Telecom Italia e BSkyB

di Raffaella Natale |

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Time Warner rilancia Aol e lo fa cavalcando il successo della pubblicità online. Un’idea che piace al mercato, Wall Street apprezza e premia i titoli con un progresso del 3,26%, a quota 16,78 dollari, dopo un balzo di quasi il 4%.

Gli investitori, preoccupati dalle proiezioni di dimezzamento dei ricavi da abbonamenti a 800 milioni in appena un triennio, valutano bene la crescita del 40% della raccolta pubblicitaria della divisione Internet che compensa, sia pure parzialmente, il calo del 2% del fatturato per la perdita di 976mila abbonati.

 

Obiettivo fondamentale del progetto è quello di trasformare Aol.com in un portale in grado di gareggiare con Yahoo, o Google, e di accrescere i profitti attraverso la vendita di spazi pubblicitari. Lo scorso anno, i ricavi dalla vendita di spazi pubblicitari hanno rappresentato una quota del 16% sugli 8,3 miliardi di profitto fatturati da Aol, con un ammontare di 7 miliardi di ricavi ottenuti dagli abbonamenti.

 

La società americana tenta anche di arginare l’ingente perdita di clienti, scesi al 30 giugno negli Usa a 17,7 milioni, 3,1 milioni in meno dello stesso periodo 2005. In aumento, invece, le utenze residenziali ad alta velocità per altre 230.000 unità, fino a 5,4 milioni.

Secondo i dati di cui dispone l’azienda, a possedere una connessione ad alta velocità sarebbe circa un terzo dei 18,6 milioni di abbonati. La società si dice però convinta che almeno in otto milioni sceglieranno di cancellare il proprio abbonamento optando per le nuove offerte.

 

Nello sforzo di conquistare nuovi clienti, Aol ha cominciato, agli inizi di quest’anno, ad offrire pacchetti in collaborazione con alcuni provider broadband. Secondo i termini di questi contratti, gli abbonati andrebbero a pagare 25 dollari per un pacchetto – offerta che include banda larga e accesso ad Aol, la stessa cifra che un normale abbonato paga per accedere ai soli servizi di Aol. In sostanza quindi Aol si trova a rinunciare così a 2 miliardi di dollari provenienti dagli abbonamenti, nel tentativo di incrementare i profitti derivati dalla vendita degli spazi pubblicitari. La perdite di profitto dovrebbero essere in parte compensate da un abbassamento delle spese, ma l’attuazione del piano potrebbe costringere l’operatore ad attuare una serie di licenziamenti all’interno del settore marketing e del servizio clienti.

 

Fino a ora però, questi provvedimenti non hanno ottenuto l’effetto desiderato.

 

In Borsa, il 17 luglio scorso, il titolo Time Warner ha toccato il suo minimo da quattro anni a questa parte, proprio sulla scia delle indiscrezioni legate all’offerta gratis di servizi da parte di Aol. Infatti, gli investitori si erano mostrati preoccupati che una mossa del genere potesse deprimere eccessivamente i margini del gruppo.

 

“E’ il passo logico che Aol deve compiere per capitalizzare la crescita della raccolta pubblicitaria e delle connessioni a banda larga”, ha dichiarato Jeff Bewkes, direttore operativo di Time Warner e candidato numero uno per succedere a Richard Parsons alla guida del gruppo.

Il suo successo nell’opera di convertire l’Isp, sarà determinante per il suo tentativo di scalata ai vertici della holding. La sfida Aol sarà perfezionata a settembre con il completamento dell’offerta gratuita della posta elettronica, della messageria istantanea, di un numero di telefono locale e altri servizi di generi diversi.

 

La rivoluzione Aol sarà completata a inizio settembre con l’offerta gratuita a pieno regime di email, messageria istantanea, numero di telefono locale con chiamate illimitate e altri servizi di sicurezza, mentre la divisione di Time Warner sarà sempre più orientata a diventare un network sul web di informazioni e intrattenimento.

 

Sarà, quindi, possibile, per i clienti di Aol usufruire gratuitamente dei servizi offerti dal portale, compreso l’utilizzo della posta elettronica.

L’iniziativa è, però, estesa a chiunque disponga di una connessione a banda larga o a chi si collega alla Rete tramite connessione telefonica diversa da Aol. I tradizionali abbonati, coloro che dispongono cioè di servizi di connessione attraverso Aol, continueranno invece a pagare l’abbonamento mensile di 25,90 dollari.

 

Intanto è già pronta una lista di acquirenti per la sua divisione tedesca che comprende Telecom Italia, Versatel, Freenet.de, United Internet e Kpn Telecom. Tra le società interessate alla controllata britannica compaiono invece BSkyB, Orange, Carphone Warehouse. Lo rivelano delle fonti secondo cui le offerte sono previste per metà agosto.

Secondo le fonti, Neuf Cegetel, che è in trattative esclusive per rilevare le attività di Aol in Francia, pagherà per la transazione 300 milioni di euro.   

 

Per quanto riguarda la capogruppo, Time Warner ritorna in utile, ben oltre le attese. La prima conglomerata al mondo dei media chiude il secondo trimestre con un risultato netto di un miliardo di dollari, ribaltando la perdita di 409 milioni registrata nello stesso periodo del 2005, dovuta in gran parte agli oneri per 2,4 miliardi pagati dalla società per il contenzioso legale promosso da alcuni azionisti che avevano contestato l’acquisto di Aol, avvenuto nel 2001. Le vendite di Time Warner crescono dell’1,2% a 10,7 miliardi.

 

L’utile per azione è di 24 centesimi e scende a quota 20, al netto di alcune componenti straordinarie, meglio comunque dei 19 centesimi delle stime medie degli analisti di Thomson Financial.

 

Le attività televisive via cavo di Time Warner – seconde negli Stati Uniti soltanto a quelle di Comcast – hanno riportato invece un guadagno record nel giro d’affari pari al 15% e un aumento dei profitti del 16%, grazie alla crescita di alcuni servizi premium, quali quelli di connessione ad alta velocità, video e telefonia digitale. Proprio questa settimana, Time Warner Cable ha completato l’accordo per acquistare, insieme a Comcast, le attività via cavo di Adelphia Communications; l’acquisto, a detta dello stesso colosso multimediale, aumenterà notevolmente il tasso di crescita degli utili operativi dell’intero anno.

 

La divisione cinematografica di Time Warner – che comprende Warner Bros e New Line Cinema – ha riportato invece una flessione del 10% nel fatturato, causa la minore vendita di video. L’unità editoriale Time, infine, a cui fanno capo le riviste Time, Sports Illustrated, People, Money e altre, ha registrato un calo del fatturato del 2% e una flessione dei profitti dell’11 per cento.

 

Time Warner è finita nei mesi scorsi sotto pressione perché parte dei soci, a cominciare da Carl Ichan, addebitavano al management scarso impegno per la valorizzazione degli asset del gruppo, a partire da Aol. I nuovi piani su Internet, il buy back da 15 miliardi entro la fine dell’anno e i propositi su Time Warner Cable, spingono il numero uno Parsons a dire che, grazie “agli ottimi risultati del trimestre, il gruppo è sulla buona strada per centrare gli obiettivi finanziari del 2006″ .

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