‘Più cultura, più lettura, più Paese’, per aumentare produttività e competitività. Presentati gli Stati generali dell’editoria

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Investire per crescere“, questo lo slogan degli Stati generali dell’editoria 2006, presentati a Milano dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e in programma il 21 e il 22 settembre a Roma nella Sala dello Stenditoio di San Michele a Ripa.

 

L’obiettivo della seconda edizione degli Stati Generali è quello di delineare le strategie che l’editoria libraria propone per uno sviluppo contestuale dell’offerta e della domanda di lettura e di prodotti editoriali, attraverso appropriate iniziative imprenditoriali e coerenti politiche pubbliche.

 

Un momento che metterà a confronto gli editori italiani con il vice Presidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, e il Ministro per le Politiche Comunitarie e per il Commercio Internazionale, Emma Bonino, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Ricardo Franco Levi.

Presenti anche Mariangela Bastico, Vice Ministro dell’Istruzione, e Ugo Intini, Vice Ministro degli Esteri.

Nell’occasione le istituzioni si confronteranno con il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, economisti, giornalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni, locali e non, e delle forze politiche che hanno più dirette responsabilità nelle scelte di politica culturale, industriale e dell’export.

 

Al centro, il libro – e più in generale l’industria dei contenuti – e la sua capacità, dati alla mano, di influire sulla produttività del Paese.

 

Possibile? Certo, e dimostrato dalla ricerca elaborata da un gruppo di lavoro coordinato da Antonello Scorcu, professore di Politica economica nell’Università di Bologna, e da Edoardo Gaffeo, professore di Economia politica nell’Università di Trento.

 

La lettura ha un valore, e non solo immateriale. Un modello econometrico dimostra che le regioni in cui si legge di più, a parità di altre condizioni, inclusi i livelli di istruzione, hanno dinamiche di produttività migliori. E questo nel lungo periodo, in modo strutturale. E ancora, la presenza di libri nell’ambiente familiare è in assoluto il fattore che fa crescere di più il rendimento scolastico dei ragazzi di oggi, che saranno i manager e professionisti di domani. Terzo aspetto: i consumi culturali sono un investimento più redditizio di quello in capitale fisico. L’analisi delle “funzioni di produzione” del sistema italiano ha messo in luce come l’insieme dei consumi culturali delle famiglie può e deve essere considerato un fattore di produzione della ricchezza prodotta nel paese.

 

Nasce su queste basi “Più cultura, più lettura, più Paese“: per ricordare che se è vero che il futuro del Paese dipende dalla qualità del suo capitale umano, dalla ricerca, dalla scuola, in una parola dalla sua cultura, allora proprio l’attenzione alla cultura, alla lettura, al libro è l’unico modo per guardare in modo consapevole (e competitivo) al futuro.

 

L’evento sarà introdotto, il 21 settembre, dal presidente dell’AIE, Federico Motta, e si aprirà con la presentazione della ricerca da parte del professor Antonello Scorcu. Seguiranno gli interventi di Piero Cipollone del Servizio Studi della Banca d’Italia e del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. Si snoderà in tre focus – coerenti con i risultati della ricerca, sul valore della lettura, sul valore dell’editoria e sul valore dei contenuti -, e si concluderà il 22 settembre con un vero e proprio Manifesto per il libro che gli editori consegneranno al Governo.

Federico Motta, presidente di AIE, ha commentato: “Aumentare la diffusione della lettura fa aumentare la produttività del lavoro, e quindi incide sul tema-chiave della competitività del Paese: lo abbiamo dimostrato. In questo senso, l’industria culturale potrà essere valorizzata solo se avremo la volontà e la capacità, appunto, di investire per crescere“.

Quella editoriale libraria – ha aggiunto – è anch’essa un’industria, che vale qualcosa come 4.366 milioni di euro (se consideriamo i libri, i collaterali e l’editoria digitale) rappresentando con il 28,7% il principale comparto dell’industria dei contenuti in Italia: per questo richiede lavoro, investimenti, ricerca e sviluppo, capacità imprenditoriali, promozione, efficienza produttiva, ecc”.

“Su questo – ha concluso il presidente di AIE – partendo dalle nostre responsabilità, chiameremo a discutere gli interlocutori istituzionali che vorranno ascoltarci”.

 

“Il valore della lettura: tra la situazione attuale e le nuove frontiere di Lisbona. Le politiche della domanda“. Il primo Focus, anticipato dalla presentazione delle tesi degli editori a cura del vice presidente di AIE, Gian Arturo Ferrari, si concentrerà sull’analisi della domanda nel mercato editoriale, proponendo una riflessione su come la promozione del libro possa avvenire in modo più efficace.

A partire da una valutazione dell’attuale non facile situazione economica del Paese, dalla constatazione del livello culturale medio degli italiani, dalla stima dei prevedibili bisogni di conoscenza e competenza per un rilancio della produttività e competitività del Paese, si individuano alcune condizioni per la crescita della domanda di lettura. Viene inoltre evidenziata la funzione insostituibile della scuola nello sviluppo delle capacità di comprensione dei testi, nell’abitudine alla lettura come occasione di stimolo intellettuale e di apprendimento e aggiornamento lungo tutto l’arco della vita.

 

Si confronteranno su questo, il Ministro Fabio Mussi, il vice ministro Mariangela Bastico, il presidente dell’ANCI Leonardo Domenici, l’editore Giuseppe Laterza, moderati dal direttore de Il Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli.

 

“Dalla domanda all’offerta di lettura. Il valore dell’editoria: tra cultura industriale e industria culturale”. Il secondo Focus, le politiche dell’offerta, anticipato dalla presentazione delle tesi degli editori a cura del vicepresidente di AIE, Fernando Folini – sarà caratterizzato dall’intervento del responsabile per l’editoria del Governo Prodi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi a cui gli editori italiani (tra gli altri, Pietro Boroli, Claudio Calabi, Stefano Mauri, Enrico Iacometti) illustreranno le strategie imprenditoriali per migliorare la qualità, l’appetibilità e la competitività dell’offerta editoriale italiana in Italia e all’estero.

Al centro dell’approfondimento viene posta la situazione delle aziende del settore, testimoniata, nella sua variegata articolazione, per dimensione, collocazione territoriale e vocazione, da imprenditori che ne rappresentano punti di forza competitivi e criticità.

 

Il terzo Focus, “Il valore dei contenuti: patrimonio culturale, diritti, internazionalizzazione“, anticipato dalla presentazione delle tesi degli editori a cura del consigliere di AIE, Giulio Lattanzi, affronterà il tema del valore dei contenuti culturali come parte propulsiva della diffusione della cultura italiana all’estero: si metteranno a fuoco i temi legati al diritto d’autore nell’era dell’innovazione tecnologica e della globalizzazione, anche nell’ambito delle politiche comunitarie. Si indicano infine le linee strategiche per la internazionalizzazione delle aziende.

Si confronteranno su questo, tra gli altri, il direttore della Walt Disney, Alessandro Belloni, il vice Ministro Ugo Intini, il presidente dell’ICE Umberto Vattani, moderati dal direttore dell’Agenzia Apcom Antonio Calabrò. La giornata si chiuderà con l’intervento del ministro Bonino.

I problemi e le proposte del settore saranno esposte, in modo sistematico, il 22 settembre, in un “Manifesto degli editori“, sintetizzato dal consigliere di AIE Sergio Fanucci, in cui si passeranno in rassegna gli interventi legislativi e le iniziative idonee ad incentivare la crescita culturale. Seguirà una tavola rotonda fra parlamentari di maggioranza e opposizione.

 

Il Vice Presidente del Consiglio, Francesco Rutelli concluderà gli Stati Generali.

 

Le cifre del comparto: 3.829 milioni di euro, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2004, circa 53mila titoli pubblicati (per il 64% ristampe); un indice di lettura di libri tra la popolazione italiana (superiore ai 6 anni di età) del 42,3%, in leggera crescita (+0,95%), ma ancora lontano dai valori degli altri Paesi europei: sono questi gli elementi strutturali che fotografano il comparto dell’editoria libraria e multimediale italiana nel 2005. Tutte le cifre saranno contenute a settembre nel Libro bianco dell’editoria libraria, un volume che costituirà lo strumento di lavoro da cui partire per sviluppare la discussione degli Stati generali. (r.n.)

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