Riforma radioTv: gli Stati Uniti pronti a un’accesa battaglia sugli interessi delle grosse holding  

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


Bandiera USA

Si preannuncia agguerrito il dibattito americano in merito alle nuove disposizioni sul controllo finanziario dei media, che dovranno garantire competitività e pluralismo, evitando le concentrazioni dei mezzi di comunicazioni in mano a pochi.

 

La potente Federal Communications Commission, l’Autorità statunitense che vigila sul settore, ha dato il via a una vasta consultazione su differenti aspetti della regolamentazione, dopo il fallimento del tentativo di liberalizzare il settore del 2002-2003.

In ogni caso, la revisione dovrà farsi entro l’anno, perché lo statuto della FCC prevede un controllo quadriennale delle disposizioni sulla proprietà finanziaria delle emittenti televisive, radiofoniche e della stampa. 

 

Per il presidente della Commissione, il repubblicano Kevin Martin, l’Authority “è aperta a un processo di revisione delle regole nell’ambito della proprietà dei media, argomento di importanza vitale per la democrazia”.

Questa necessità ha dato il via a una serie di studi e audizioni in tutti i Paesi su come gli americani vengono informati, la definizione dei mercati media, lo stato della concorrenza nell’era di Internet, il posto riservato alle minoranze locali e religiose nella programmazione dei canali radiotelevisivi e l’impatto delle regole di partecipazione sui programmi Tv per bambini.

 

Kevin Martin, recentemente nominato a capo della FCC dal presidente George W. Bush, ha fama d’essere un fervente sostenitore del più grosso liberismo, che consenta ai grandi magnati della carta stampata di poter eventualmente acquistare un’emittente televisiva o un giornale locale. 

 

Come è già successo in passato, il dibattito promette d’essere animato, non solo in seno alla FCC, dove i democratici sono solo due contro i cinque dell’interto organo, ma anche in Congresso e nei dibattiti previsti in tutto il Paese.

La polemica era già montata in Congresso nel giugno 2003, quando la FCC, sulla linea di quanto voluto dal predecessore di Martin, il repubblicano Michael Powell, aveva deciso di consentire maggiore concentrazione sul mercato media.

 

Michael Copps, membro democratico della FCC, ha ricordato che la precedente riforma avrebbe “consentito a un solo gruppo di divenire proprietario nella stessa città di 3 canali televisivi, 8 stazioni radio, una rete di Tv via cavo, il solo giornale locale e il più grosso server di Internet”.

All’apertura del processo di revisione, Copps ha chiesto ai presenti: “Ripeteremo gli stessi errori del passato? O rispetteremo invece i milioni di americani che temono per il futuro dei media e per ciò che i loro figli guardano in Tv, ascoltano e leggono”.

 

Copps e Jonathan Adelstein, l’altro consigliere democratico della FCC, sostengono un processo aperto, trasparente e obiettivo di consultazione dei cittadini sulle nuove regole da adottare.

Vedremo presto cosa succederà al di là dell’oceano e se vincerà la linea più liberista o quella più cauta.

 

 

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