Roaming: da aprile 2007 Vodafone taglierà i prezzi del 40%

di Alessandra Talarico |

Europa


Vodafone

Dopo Orange e T-Mobile, anche Vodafone ha deciso di ricorrere a misure ‘preventive’ per quel che riguarda le tariffe del roaming internazionale, anticipando il paventato intervento della Commissione europea, che entro la prossima estate dovrebbe presentare nuove misure per calmierare i costi eccessivi del servizio grazie al quale gli abbonati alla telefonia mobile possono utilizzare il cellulare quando si trovano all’estero, facendo e ricevendo chiamate sul numero che utilizzano a casa. A questo fine gli operatori di telefonia mobile devono concludere accordi internazionali di roaming con gli operatori di altri paesi.

 

Entro aprile 2007, il gruppo britannico taglierà le tariffe di almeno il 40% a beneficio degli oltre 30 milioni di consumatori che ogni anno utilizzano il servizio. Il costo medio di una chiamata in roaming dovrebbe dunque scendere da 0,90 euro a 0,55 euro al minuto.

 

Vodafone ha anche annunciato che da ottobre 2006 dovrebbero essere avviati degli accordi reciproci con tutti gli operatori europei per le tariffe all’ingrosso in base ai quali il prezzo medio di una telefonata di un minuto non dovrebbe superare 0,45 euro. Intervento che dovrebbe servire per abbassare ulteriormente i costi a livello consumer.

 

“I consumatori vogliono semplicità e valore quando viaggiano all’estero”, ha spiegato il Ceo Vodafone Arun Sarin, sottolineando come l’offerta Vodafone Passport lanciata quest’anno abbia già portato a risparmi di almeno il 30% per oltre 6 milioni di clienti.

 

Appena pochi giorni fa, la Commissione europea aveva fatto sapere che è ormai troppo tardi per le iniziative dei singoli operatori e che, dopo la chiusura del periodo di consultazione pubblica il prossimo 12 maggio, presenterà a luglio la sua proposta di legislazione.

 

“La Commissione europea e il Parlamento hanno chiesto più volte un cambiamento. Il nostro annuncio dimostra che il mercato, di cui Vodafone è leader, sta venendo incontro alle richieste, offrendo ai consumatori quello che vogliono”, ha aggiunto Sarin.

 

Intervenendo sia sui prezzi al dettaglio che su quelli all’ingrosso, “stiamo fornendo una piattaforma per una riduzione sostenibile dei prezzi in Europa”, ha concluso Sarin, sottolineando che il gruppo è consapevole della “potenza del roaming nell’aspirazione per un’Europa in cui le persone possano viaggiare, vivere, muoversi, lavorare e investire liberamente”.

 

Anche Sarin, in sostanza, si dice convinto che debba essere il mercato a soddisfare i bisogni degli utenti, non una nuova legislazione.

Eppure, il mercato ha risposto solo dopo la ‘minaccia’ dell’intervento di Bruxelles, dal momento che nel corso degli ultimi anni la Commissione ha avvertito a più riprese il settore che qualora i prezzi non fossero diminuiti sarebbe stato necessario adottare un regolamento a livello comunitario.

La Commissione europea, in pratica, vorrebbe applicare il principio della tariffa domestica, in base al quale un utente che viaggia in un altro paese dell’UE verrebbe a pagare lo stesso prezzo che paga di solito nel proprio paese di residenza: pagherebbe o una tariffa locale quando effettua una telefonata locale, indipendentemente da dove si trovi nell’UE (ad esempio per chiamare un taxi a Madrid) o una normale tariffa internazionale per le chiamate effettuate verso un altro paese dell’ UE, indipendentemente da dove si trovi nel territorio comunitario (ad esempio per chiamare casa quando è in vacanza).

 

La proposta è stata tuttavia criticata da Paul Champsaur – dell’Authority francese per le tlc – secondo cui il principio della tariffa domestica “creerebbe un mercato parallelo di carte Sim perchè si importerebbero quelle dei paesi dove le chiamate locali sono più economiche”.

 

Le indagini dell’Antitrust europeo sul livello dei prezzi di roaming al dettaglio e all’ingrosso praticati in Europa sono partite nel 2000 e hanno portato all’apertura di vari procedimenti che poggiano sulle disposizioni del trattato CE in materia di sfruttamento abusivo di posizione dominante (articolo 82), contro gli operatori mobili di Germania e Regno Unito accusati di praticare tariffe di roaming internazionale all’ingrosso eccessive.

Inoltre, a partire dal 2004 la Commissione tiene sotto osservazione le due alleanze strategiche create per migliorare i servizi di roaming internazionale (“Starmap” e “Freemove”) per accertarsi che rispettino le disposizioni del trattato CE in materia di pratiche commerciali restrittive (articolo 81).

 

La Commissione ha anche creato un apposito sito – disponibile in inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo e polacco – dal quale si evince che per una telefonata di 4 minuti la tariffe di roaming variano da 0,20 euro per un consumatore finlandese che telefona a casa dalla Svezia a 13,05 euro per una telefonata di un consumatore maltese che chiama dalla Lettonia.

 

I dati forniti indicano inoltre chiaramente che in Europa il prezzo per una chiamata standard è generalmente rimasto allo stesso elevato livello del settembre 2005 in tutto il territorio europeo, e in alcuni casi è persino aumentato.

 

L’ultima fase di consultazioni si concluderà il 12 maggio e il nuovo regolamento potrebbe entrare in vigore dalla prossima estate, a meno che l’effetto domino innescato da tre degli operatori europei più importanti non faccia fare un passo indietro all’agguerrita Viviane Reding.

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