Mercato Tv: DVB-H, Auditel, Par condicio… Calabrò illustra i prossimi impegni dell’Agcom

di Raffaella Natale |

Italia


Corrado Calabrò

Si torna a parlare di DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld), al centro di vari dibattiti da quando l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato uno schema di provvedimento finalizzato a permettere l’avvio sul mercato dei servizi televisivi in mobilità.

A intervenire è il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, in occasione di un incontro organizzato dalla Fondazione Roma Europea al Caffè Greco di Roma. Nel discorso ha parlato di non espropriare le frequenze Tv sovrabbondanti e della necessità di approvare un nuovo piano regolatore.

 

Un discorso a tutto campo, in cui Calabrò ha ribadito la linea che l’organismo di garanzia intende seguire per rimettere ordine nel far west dell’etere, e rivendicato l’impegno nei diversi settori di sua competenza, dalla par condicio – fra sanzioni e moral suasion – alla regolamentazione appena varata, in anticipo sui tempi, per le trasmissioni in DVB-H.

“L’Italia – ha detto Calabrò – ha visto una rivoluzione storica caotica, unica in Europa e forse nel mondo: non si è assistito alla distribuzione delle frequenze da parte dell’Autorità, ma a una vera e propria occupazione selvaggia. In 35 anni quattro leggi hanno ulteriormente stratificato la situazione: in particolare la 66, varata dal governo di centrosinistra nel 2001, e la 112, approvata nel 2004 dal centrodestra, hanno accentuato il fenomeno del trading delle frequenze: del resto, l’esistente è duro a modificarsi e finisce per rendere inane il tentativo del diritto“.

Questa è almeno la situazione nel sistema analogico. La domanda a questo punto è: l’occupazione deve continuare e il far west deve riproporsi anche nel sistema digitale? Non è così del tutto.

 

Le frequenze non si possono espropriare, ma si può fare un piano regolatore che contenga aggiustamenti ragionevoli e provi innanzi tutto a individuare quali frequenze appaiano al di là delle necessità di rispetto del possesso.

Il presidente dell’Autorità ha quindi ricordato i punti essenziali della Delibera (N.191/06/Cons), varata all’unanimità qualche giorno fa dal Consiglio, proprio per avviare un processo di riordino del sistema frequenze.

“Abbiamo indicato un percorso da seguire  – ha spiegato il presidente – in vista del passaggio definitivo al digitale e fissato dei limiti: punto di partenza di questa sorta di piano regolatore che culminerà nel nuovo piano di distribuzione delle frequenze è il catasto delle frequenze stesse e degli impianti, che definiremo con l’assistenza della polizia postale”.

 

Per il presidente dell’Agcom, “E’ chiaro che, per un ragionevole utilizzo dello spettro, le frequenze sovrabbondanti devono tornare nella disponibilità dello Stato per essere riassegnate. Oggi come oggi, è vero, non c’è una sola frequenza che lo Stato possa riassegnare. Ma visto che il portone d’ingresso è sbarrato, possiamo usare una porta di servizio, dalla quale eventualmente aprire la strada all’ingresso di altri soggetti nel mercato: la riserva del 40% della capacità trasmissiva da parte di chi ha più di una rete a fornitori di contenuti indipendenti. E’ questa la trovata, del resto prevista dalla legge, che intendiamo utilizzare”.

 

Nel frattempo l’Autorità prova a stare al passo con i tempi anche sul fronte delle altre piattaforme: è di due giorni fa il regolamento per l’avvio delle trasmissioni in DVB-H, che diventerà operativo dopo quindici giorni di consultazione con gli operatori.

“Il fenomeno del DVB-H è molto interessante: abbiamo dettato in anticipo norme che non soffocano il bambino nella culla né consentono tutto, bensì una regolamentazione leggera che fissa paletti minimi, in grado di garantire il pluralismo e insieme permette lo sviluppo del nuovo sistema, nel rispetto delle neutralità tecnologica e dell’equivalenza tra le piattaforme“.

 

Altro dossier importante sul tavolo dell’Authority, quello sull’Auditel, la società di rilevazione degli ascolti, al centro delle polemiche in questi giorni per la decisione di Mediaset di diffondere esclusivamente i dati relativi al target commerciale 15-64 anni.

Per Calabrò, “C’è l’esigenza di dati omogenei per tutti, non parzializzati e garantiti da posizioni di neutralità nella governance di Auditel. Pensiamo appunto di dettare regole sul governo della società per assicurare l’indipendenza della gestione dei dati dagli assetti proprietari”.

“Lo faremo – ha annunciato Calabrò – prima della Relazione annuale al Parlamento, prevista tra giugno e gli inizi di luglio. Abbiamo già coinvolto l’Istat per verificare la metodologia usata per  la rilevazione. In ogni caso, sarà necessario che il sistema di rilevazione si adegui a tutte le piattaforme, compreso il satellite”.

E ha concluso con una battuta: “Viene rilevato, tra l’altro, il periodo di visione in cui gli utenti restano davanti alla Tv: ma se uno si addormenta davanti allo schermo, l’Auditel non se ne accorge…”.

 

Intanto, sempre nell’ambito digitale, Rai Way si è aggiudicata la gara d’appalto per l’affidamento di uno studio di fattibilità per la realizzazione di una rete (TETRA) come network innovativo e interoperante di comunicazione per gli Enti Pubblici Militari (Forze armate), per la Sicurezza (Forze di Polizia,Vigili del Fuoco,ecc) e, Enti Pubblici Civili (Croce Rossa, Protezione Civile, ecc, anche e soprattutto utile in situazioni d’emergenza (terremoti, alluvioni…).

 

Una nota Rai informa che l’aggiudicazione è stata ufficializzata a Perugia presso gli uffici della Regione Umbria. Hanno partecipato fra gli altri, il dirigente Responsabile per  la Protezione Civile Regione Umbria Alessandro Severi e l’Amministratore Delegato di Rai Way Stefano Ciccotti.

Il bando era stato indetto nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro, “Tutela e prevenzione dei Beni Culturali nella Regione Umbria” per l’utilizzo di tecnologie digitali wireless communication Rai Way, (Società del Gruppo Rai, per gli impianti di trasmissione e diffusione del segnale radiofonico e televisivo), da oltre trent’anni offre le proprie infrastrutture tecnologiche, i propri tecnici e ingegneri (presenti in Umbria, responsabile Vitaliano Cristofani, e in ogni Regione Italiana) ai maggiori utilizzatori di reti radiomobili del Paese, fra i quali Enti di Pubblica Sicurezza, Enti di Soccorso e Aziende Municipalizzate sparse su tutto il territorio italiano.

 

Stefano Ciccotti ha dichiarato: “Questo importante evento, si pone come primo passo per una fattiva collaborazione fra Rai Way e  la Regione Umbria per i diversi sviluppi delle nuove tecnologie digitali per: servizi a favore della collettività e dell’ambiente”.

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