Par condicio: arrivano le regole per i duelli elettorali. Berlusconi ironizza ‘Scelga Prodi l’arma, come si conviene tra gentiluomini’

di Raffaella Natale |

Italia


Berlusconi e Prodi

Campagna elettorale e Tv, difficile rapporto che ha sollevato in questi giorni un polverone per le eccessive presenze di questo o quel politico in trasmissioni di grande ascolto. E ieri è stata la giornata delle regole: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha emanato una delibera con quelle per i prossimi dieci giorni dettate per le emittenti televisive private, ma anche la Commissione di Vigilanza Rai ha adottato le sue per la campagna elettorale a pieno regime, a partire dai tanto attesi faccia a faccia.

Il Consiglio d’amministrazione Rai non è invece riuscito ad accordarsi, nonostante il lungo intervento del presidente Claudio Petruccioli volto a dimostrare la maggiore presenza del premier Silvio Berlusconi nelle reti Rai, e ha rinviato tutto a oggi.

 

“La violazione mi sembra chiara. Attendiamo comunque – spiega Petruccioli – le decisioni dell’Agcom dalle quali l’azienda trarrà le conseguenze del caso. Da parte mia sono intervenuto due volte. La prima, dopo la telefonata in diretta fatta dal Presidente del Consiglio nel corso della trasmissione Ballarò, per osservare che interventi del genere sono da considerarsi assolutamente eccezionali e, soprattutto, non possono configurare una nuova modalità di accesso alle trasmissioni (…) La seconda è stata a proposito della trasmissione Alice prevista per giovedì 12 gennaio; ho detto che dopo aver programmato un confronto a due era assolutamente inopportuno passare alla partecipazione di uno solo dei due personaggi previsti escludendo l’altro che non aveva revocato la propria disponibilità (…) Il direttore Generale, infine, ha dato decisivo impulso alle misure adottate dopo  la trasmissione Domenica in del 22 gennaio, e ne ha poi fornito ampia e convincente motivazione in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. Non si trattava di informazione politica né di par condicio; ma, visto il rumore che ha accompagnato quella vicenda e il peso che può avere sulla immagine della Rai mi è sembrato giusto richiamarla a testimoniare dello sforzo di attenzione e di intervento che si vuole mettere in atto. Questi – conclude Petruccioli – sono i termini essenziali delle comunicazioni che mi è sembrato necessario fornire al Consiglio per una riflessione adeguata alla complessità del momento e alla importanza delle indicazioni e dell’impulso che scaturiscono dalla lettera del Capo dello Stato“.

 

Riguardo alle recenti vicende, il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha commentato: “Avremo dunque una campagna elettorale secondo criteri fissati da una legge che è garanzia per le forze politiche e quindi per gli elettori”.

Secondo il leader della Margherita, Francesco Rutelli, “sarebbe meglio che ci fosse la parità di tutti in campagna elettorale, che tutti avessero una presenza in maniera equilibrata”.

Di “overdose” del cavaliere in Tv parla invece il segretario dei Ds, Piero Fassino, ricordando: “Io sono andato 33 volte in Tv ma in sei mesi, il presidente del Consiglio  33 in quattro settimane”.

 

Il provvedimento dell’Agcom ha carattere d’urgenza ed è fondato sull’articolo 7, comma 3, del Testo unico della radiotelevisione e sull’articolo 2, comma 1, della legge sulla par condicio che applica alle emittenti radiofoniche e televisive private nazionali, disposizioni analoghe a quelle adottate nel 2003 dalla Commissione parlamentare di Vigilanza nei confronti della Rai.

 

Nella delibera dell’Authority, il comportamento “corretto e imparziale” nella gestione dei programmi di informazione e approfondimento è prescritto non soltanto ai conduttori, ma anche ai registi e riguarda anche le “modalità di partecipazione e selezione del pubblico“. Inoltre, sempre nel periodo pre-elettorale, “non sono consentiti interventi video o audio in diretta, non preannunciati all’inizio della trasmissione”. Resta “salva per l’emittente la libertà di commento e di critica che, in chiara distinzione tra informazione e opinione, salvaguardi comunque il rispetto della persona”. Tali criteri, è spiegato, valgono sia per le reti sia per le testate. Più in generale, i programmi di informazione e approfondimento devono “assicurare, con imparzialità ed equità, l’accesso a tutti i soggetti politici nonché la parità di trattamento nell’esposizione delle proprie opinioni e posizioni politiche, realizzando l’equilibrio tra i diversi schieramenti”. Per soggetti politici si intendono – spiega l’atto di indirizzo – le forze politiche che abbiano un gruppo autonomo in almeno una delle due Camere o che siano rappresentate all’Europarlamento.

Resta ovviamente fermo il divieto di spot politici a pagamento già previsto dalla legge sulla par condicio, come l’Autorità ha recentemente ricordato in una comunicazione rivolta alle emittenti radiofoniche.

 

Quanto alle sanzioni, si articolano su un doppio binario: “le norme già contenute nella legge 28 del 2000 consentono di applicare misure di carattere ripristinatorio, in base alle quali l’Autorità ordina la cessazione delle condotte lesive e l’adozione di misure di riequilibrio; le norme generali contenute nella legge istitutiva dell’Autorità (249/97) consentono l’applicazione di sanzioni pecuniarie comprese tra 10mila e 250mila euro. Sanzioni maggiori sono applicabili in caso di recidiva”.

 

Nel periodo elettorale invece – ovvero dalla convocazione dei comizi elettorali – la Rai dovrà attenersi al dettato della Commissione di Vigilanza Rai che prevede cinque faccia a faccia su Raiuno in prima serata: due tra Berlusconi e Prodi, gli altri tre tra i leader delle forze politiche in campo.

Secondo alcune indiscrezioni, a moderare i primi due su Raiuno potrebbero essere Bruno Vespa e Giovanni Floris, mentre gli altri tre potrebbero essere affidati ai direttori dei tre Tg Rai, in ogni caso l’ultima parola spetta al Cda.

 

“Nervi saldi, non cado nelle provocazioni“. Suonano più o meno così le reazioni attribuite a Berlusconi e Prodi alla notizia delle regole adottate dalla Vigilanza Rai. Il primo faccia a faccia andrà in scena nella settimana tra il 12 e il 19 marzo, il secondo dopo il 3 e prima del 7 aprile. Settantacinque minuti a puntata, in onda tra le 21 e le 22.30, con domande da 30 secondi al massimo e “rigoroso rispetto dei tempi” tra i due leader che si contendono Palazzo Chigi.

 

Il duello tra Berlusconi e Prodi, che pure sono i leader che dominano da 12 anni la scena politica, resta quasi una primizia per  la Tv. Si contano infatti solo due precedenti, nella campagna elettorale del 1996: uno a ‘Linea 3’, condotto da Lucia Annunziata e un altro in studio da Enrico Mentana.

“Prodi fugge dal confronto perché ha continui attacchi di panico”, ha provato a provocare il Cavaliere la scorsa settimana. Vada a leggersi un manuale di psichiatria alla voce “identificazione proiettiva”, ha replicato a stretto giro l’ufficio stampa del Professore: chi soffre di questa sindrome “tende ad attribuire ad altri i propri sentimenti, impulsi e pensieri inaccettabili”.

 

Secondo il premier, il leader dell’Unione sarebbe oggi molto più fragile di dieci anni fa; debole su temi chiave come il cambio lira-euro, la gestione della Commissione europea, i temi etici, il rapporto con il Vaticano. Sono i terreni di gioco che Berlusconi intenderebbe scegliere, convinto che l’immagine del ‘professore pacato” non basterà più a Prodi per vincere la sfida.

Scelga lui l’arma, come si conviene tra gentiluomini – ha detto il Premier – e mi riferisco a me stesso…”.

 

Sull’altro fronte, la parole d’ordine è “non rispondere alle provocazioni“, nella previsione di una moltiplicazione degli attacchi man mano che sfide Tv e voto si avvicineranno.

“Vorrei ricordare che nel ’96 tutti i sondaggi mi davano perdente alla grande. E poi, dopo i confronti in tv, l’Ulivo ha vinto…”. Come dire, niente paura. Tanto più, osserva Prodi, che Berlusconi ha preso d’assalto la Tv in queste settimane. “In questi casi – ha osservato Prodi – o sfondi o arretri. E lui non ha sfondato…”.

Insomma, un confronto serrato e pepato che promette scintille, ma speriamo anche qualcosa di più serio rispetto alle dissertazioni da psicologi da cortile o da prima pagina di rivista gossip.

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