Tariffe fisso-mobile: l’Agcom dà una nuova sforbiciata. Risparmi per almeno 1.500 mln di euro

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Telecomunicazioni

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nell’ambito del nuovo quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche, ha approvato le delibere conclusive relative alle analisi del mercato 16 (servizi all’ingrosso di terminazione di chiamate vocali su singole reti mobili) e del mercato 11 (accesso disaggregato all’ingrosso- Unbundling e accesso condiviso).

 

I provvedimenti, che chiudono un complesso iter procedimentale, sono stati adottati tendendo in massimo conto i pareri dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e della Commissione Europea, che hanno pienamente condiviso la proposta dell’Agcom.

 

Nel caso del provvedimento relativo al mercato 16, le riduzioni previste porteranno le tariffe di terminazione al di sotto della media europea, con un risparmio per i consumatori, nel periodo di applicazione della delibera, che l’Agcom stima di almeno 1.500 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda il mercato 11, l’Autorità ritiene che le riduzioni previste dal provvedimento con cui l’Italia si pone al primo posto in Europa, avranno un effetto molto positivo sulla concorrenza del mercato a vantaggio sia degli operatori, sia degli utenti, anche nell’ambito dei servizi innovativi e della larga banda.

 

Per quanto riguarda il mercato 16, confermando il testo sottoposto a consultazione pubblica, nonché quanto approvato con il provvedimento cautelare del luglio scorso che ha ridotto le tariffe di terminazione su rete mobile a partire dal mese di settembre 2005, l’Autorità ha individuato, per ogni rete mobile operante in Italia ed indipendentemente dalla tecnologia utilizzata (GSM o UMTS), un singolo mercato nazionale, identificando i quattro operatori nazionali TIM, Vodafone Italia, Wind e H3G quali operatori dominanti per la terminazione sulla propria rete.

 

A TIM, Vodafone e Wind l’Autorità ha imposto il controllo del prezzo di terminazione, attraverso un sistema di riduzione programmata delle tariffe per il periodo 2006-2008 che prevede una riduzione annuale del 13% per TIM e Vodafone e del 16% per Wind, percentuali alle quali si deve sottrarre il tasso d’inflazione.

 

Tenuto conto che attualmente la tariffa di terminazione di TIM e Vodafone è pari a 12,10 centesimi al minuto, in virtù della decisione assunta ieri, dal 1° luglio 2006 la tariffa per tali operatori sarà di 11,2 centesimi al minuto. Alla stessa data la tariffa di Wind passerà dagli attuali 14,35 a 12,90 centesimi di euro al minuto.

 

L’Autorità ha inoltre deciso di valutare l’applicazione del controllo di prezzo anche ad H3G entro il 31 luglio 2006. Le riduzioni successive avverranno al 1° luglio 2007 ed al 1° luglio 2008.

 

Gli obblighi regolamentari di trasparenza, di non discriminazione e di pubblicazione di un’Offerta di Riferimento che include, oltre al prezzo del servizio di terminazione, anche le condizioni di interconnessione alla rete di ciascun operatore, sono stati, invece imposti a tutti e quattro gli operatori notificati.

 

Il provvedimento stabilisce infine l’obbligo, per TIM Vodafone e Wind, di predisposizione di un sistema di contabilità regolatoria al fine di verificare che le riduzioni programmate siano effettivamente orientate ai costi di produzione della terminazione.

 

Per quel che riguarda il mercato 11, confermando anche in questo caso il testo sottoposto a consultazione, l’Autorità ha individuato un unico mercato nazionale dei servizi di accesso disaggregato ed accesso condiviso alle reti e sottoreti metalliche (il c.d. “doppino telefonico”) ai fini della fornitura di servizi voce e dati a larga banda, comprendente anche alcuni servizi complementari ed accessori, identificando Telecom Italia quale operatore notificato in tale mercato.

 

In particolare il provvedimento prevede che il controllo tariffario venga realizzato attraverso un sistema pluriennale di programmazione (network cap) che prevede 4 differenti panieri dei servizi, distinguendo ad esempio tra full unbundling e shared access. Le tariffe disciplinano anche i contributi di attivazione e di manutenzione.

 

Per tutti i panieri l’Autorità ha imposto una riduzione per gli anni 2006 e 2007 dei prezzi pari al 4,75%, al quale si sottrae il tasso di inflazione: in tal modo si stima che il canone mensile del servizio di full unbundling risulterà, nel 2007, pari 7,85 euro.

 

Il provvedimento stabilisce l’obbligo, per Telecom Italia, di predisposizione di un sistema di contabilità regolatoria al fine di verificare che le riduzioni programmate siano effettivamente orientate ai costi dei servizi di accesso disaggregato.

 

In continuità con la regolamentazione vigente, l’Autorità conferma per Telecom Italia gli obblighi di trasparenza e di non discriminazione e di pubblicazione di un’Offerta di Riferimento che include i servizi di accesso disaggregato ed i relativi servizi complementari ed accessori. L’Autorità inoltre conferma l’orientamento al costo dei prezzi dei servizi di accesso disaggregato.

 

Nelle prossime settimane l’Autorità’ proseguirà nella sua opera di approvazione definitiva degli altri mercati che definiscono la nuova normativa del settore delle comunicazioni. Quasi tutti i mercati sono già all’esame delle Autorità Ue per il parere.

 

All’ appello, al momento manca solo il mercato “18” che fissa limiti e regole per i contenuti del settore televisivo.

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