Cinema e telefonini: rapporto d’amore-odio. Ma si può fermare il futuro tecnologico?

di Raffaella Natale |

Italia


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Cinema e telefonia, incontro o scontro?“. E’ questo il titolo e l’argomento su cui si sono confrontati i partecipanti al convegno di ieri, 20 dicembre 2005, organizzato da Primissima Trade e Corriere delle Comunicazioni.

La diffusione di contenuti audiovisivi su Internet e sui cellulari è un tema di grande attualità e l’incontro ha permesso un approfondimento serrato da parte dei rappresentanti del mercato del cinema, della telefonia fissa e mobile, delle Autorità di garanzia e delle Istituzioni.

Marco Spagnoli e Gildo Campesato hanno moderato il convengo che è partito con allo sfondo il caso di 3 Italia, autorizzata dal Tribunale di Milano a trasmettere il film della Eagle Picture, The Interpreter, sui propri telefonini.

Eagle Pictures ha reso noto di aver presentato un reclamo al Presidente del Tribunale di Milano contro quest’ordinanza.

 

Caso che ha messo a confronto i due settori industriali e ha permesso di entrare nel merito della protesta delle sale che avevano bloccato la programmazione del film.

 

Il presidente della Siae, Giorgio Assumma, si è dichiarato disposto a far da garante super partes in una tavola rotonda normativa che veda fianco a fianco i referenti del mondo del cinema e di quello della telefonia mobile. Secondo Assumma il problema dei diritti in questo specifico caso non è una cosa semplice da sciogliere: “non si può risolvere attraverso una legge, ma piuttosto attraverso una contrattualistica”.

Aggiungendo “E’ necessario bilanciare i diritti del mondo del cinema e le esigenze della telefonia con le nuove forme di diffusione delle opere“.

 

Su questo fenomeno c’è sicuramente preoccupazione da parte degli esercenti. Paolo Protti, presidente Anec, ha toccato l’argomento di maggiore contrasto: i tempi di uscita del film sul telefonino.

“Per noi il cellulare non è un problema – ha dichiarato Protti – ma il rapporto tra cinema e telefonini è iniziato male (…) Ma senza una window (esclusiva di sfruttamento) di almeno quattro mesi a favore delle sale cinematografiche, queste perderebbero il 50% del loro fatturato”.

“Non ci opponiamo per principio ai nuovi media – prosegue Protti – ma un film visto sul grande schermo è cosa assai diversa da quello che può passare sullo schermo dei cellulari“.

 

Sulla stessa linea Paolo Pozzi, presidente Unidim, associazione distributori cinematografici, che parla di regole da inventare e rispettare.

Pozzi condivide la necessità di salvaguardare le windows, perché tutelare il mercato delle sale, particolarmente fragile in questo momento, significa difendere il valore del film.

Esprime preoccupazione Enzo Savarese, consigliere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che si è chiesto cosa accade per i film vietati, ovvero come si possa regolare l’accesso ai minori: “per questi nuovi mezzi vanno create nuove regole, in modo che continuino a essere tutelati anche con le nuove modalità di fruizione“.

 

Per Giampaolo Letta di Medusa Film “non si può mettere la testa sotto la sabbia“, insomma “bisogna guardare al futuro“, Da lui un appello a fare “un percorso comune assieme a tutte le associazioni”.

“E’ riduttivo parlare di cinema e telefonia secondo dialettiche di incontro-scontro: non ci si può arroccare dietro la difesa delle sale, ma guardare al futuro con speranza”.

 

Sull’altro fronte, Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema, ritiene che il contenzioso Eagle-3 “sia stata una vera iattura perché ha irrigidito le posizioni sul mercato“. Anche per lui il problema vero è quello temporale, “l’importante è che questa forma non danneggi le altre”.

Leone ha ricordato, inoltre, “come ad oggi non esistano i diritti per lo sfruttamento wireless sui telefonini dei film”.

 

Dalla parte dei gestori di telefonia mobile, Stefano Lai, responsabile Enterteinment di Vodafone, che si occupa dello sviluppo di nuovi servizi e prodotti nel mondo della Mobile Tv, ha sottolineato che non va mai dimenticato il consumatore.

“E’ per loro che noi dobbiamo lavorare, sviluppando non solo le tecnologie dei nuovi media ma anche i contenuti adatti ad essere fruiti in mobilità”.

“Un esempio di contenuto ad hoc – ha detto ancora – è ’24: Conspiracy’, il primo serial prodotto esclusivamente per essere visto sul cellulare“. Questa polifonia potrebbe presto avere un punto di approdo.

 

Dina Ravera, Direttore Generale Marketing di H3G, assicura che questa iniziativa: “non va comunque a intaccare i canali tradizionali. Anzi possono arrivare risorse in più per il cinema“.

“Guardiamo con attenzione alle esigenze del mercato cinematografico: il nostro vuole essere anche un contributo in termini economici al mondo del cinema”.

Anche se spiega poi che più si allunga la distanza tra uscita in sala e diffusione sui telefonini tanto più il discorso commerciale viene a cadere.

 

Cinema e telefonini, incontro o scontro? Il dilemma resta, ma la cosa più importante è che i player comprendano che il futuro tecnologico non si può fermare e che le nuove opportunità devono essere guardate come occasioni di business, e non come ostacoli al mercato cinematografico.

 

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