Cellulare e biometria: prende piede la mobile visual search

di Alessandra Talarico |

Mondo


neven vision

Una nuova forma di marketing mobile, battezzata “mobile visual search“, sta prendendo piede nel mondo, promossa come un metodo più facile ed efficace per ottenere informazioni in movimento, senza bisogno di dover digitare del testo sulle anguste tastiere dei telefonini.

 

In che consiste? Dal prossimo anno, ad esempio, su alcuni cartoni di latte venduti in Europa, apparirà l’immagine di un CD, accompagnata da un messaggio che invita i consumatori a scattare una foto alla confezione col telefonino e a inviarla a un database, per ricevere in regalo una canzone.

 

Negli Usa, un’altra versione di questa nuova forma di sponsorizzazione mobile, permetterà agli utenti di fotografare la locandina di un film, inviarla a un altro database e acquistare il biglietto, ricevere il trailer del film o la lista dei cinema in cui viene proiettato.

 

Tutto ciò è possibile abbinando le sofisticatissime tecniche di riconoscimento facciale e visivo a un database Web in grado di generare una vasta gamma di possibili risultati, incluse promozioni, suonerie, listini prezzi, funzioni di localizzazione.

 

“Uno dei maggiori problemi del wireless Web, non è tanto che la gente non lo vuole, quanto il fatto che, nell’immaginario comune, il Web è associato a una tastiera e un mouse. Noi tentiamo di stimolarne la fruizione attraverso i 12 tasti del telefonino”, ha spiegato Lauren Bigelow, chief marketing officer di Mobot, una società specializzata nella mobile visual search.

 

Il riconoscimento facciale e degli oggetti è diffuso da molti anni ed utilizzato prevalentemente per incrementare la sicurezza in luoghi pubblici ad alto rischio, come gli aeroporti.

Da un po’ di tempo, tuttavia, la tecnologia ha attratto molte aziende che, per motivi puramente commerciali, vogliono adottarla per migliorare le proprie strategie di marketing.

 

Ovviamente, non è tutto così semplice: certo, la diffusione dei fotofonini aiuta, ma perché l’applicazione diventi profittevole servirà una penetrazione capillare e un’adozione di massa da parte degli operatori. E, poi, gli utenti dovranno imparare a usare la tecnologia.

 

I profeti di questa nuova forma di marketing, intanto, proliferano: la californiana Neven Vision, ad esempio, ha sviluppato un software che può essere integrato nei telefonini o nei siti web.

iScout, così si chiama, trasforma i tradizionali media pubblicitari (giornali, cartelloni, ma anche gli spazi bianchi su un prodotto) in uno strumento di marketing.

Neven ha già firmato un accordo con l’ancora anonimo produttore europeo di latte, per piazzare l’hyperlink di iScout sulle bottiglie di latte per un anno.

 

Tutte le superfici del mondo fisico, insomma, potrebbero presto essere linkate e trasformate in informazioni aggiunte.

 

La prima campagna pubblicitaria europea ad adottare iScout è stata quella lanciata sui giornali per teen ager dalla Coca Cola, che da metà ottobre ha cominciato a invogliare i lettori a scattare foto della celebre bibita e inviarle a un database per ricevere in cambio un videogame da giocare sul telefonino.

Il software di riconoscimento facciale di Neven è stato già adottato dagli operatori giapponesi Docomo e Vodafone KK, che l’hanno incluso in alcuni dei nuovi modelli, per aumentare la sicurezza delle transazioni.

I due operatori hanno già nel loro portfolio i cosiddetti ‘wallet-phone’, con cui effettuare pagamenti passando il telefonino su un lettore a radiofrequenza. Il software Neven registrerà una foto del proprietario che servirà come password di rete.

 

Neven Vision, inoltre, sta sviluppando una simile applicazione per il settore della sicurezza: la compagnia ha progettato un telefonino per le forze di polizia, in grado di immagazzinare 2 gigabytes di dati o 200 mila immagini corredate da nome e profilo.

Scattando una foto con questo telefonino, il software lancerà una ricerca nel database, che di volta in volta si aggiornerà automaticamente, facilitando la cooperazione tra gli agenti di pattuglia e le centrali.

 

Un’altra azienda, la Mobot, ha sviluppato un software mobile visual search in grado di tracciare le caratteristiche visive di un’immagine usando i bordi, le forme, la consistenza, i colori. Negli Usa, Mobot ha siglato un accordo col magazine ElleGirl e con la major Warner Electric Atlantic.

 

ElleGirl ha quindi abbinato alla campagna Loreal, la possibilità di vincere lettori MP3 e viaggi, scattando una foto e inviandola al giornale.

 

“E’ un modo nuovo e interessante per sfruttare un media ubiquo come il cellulare e rendere il giornale interattivo”, ha spiegato il direttore di ElleGirl, Deb Burns, aggiungendo che circa il 10% delle lettrici hanno partecipato all’iniziativa.