Il VoIP mobile cresce negli Usa, ma si scontra con la reticenza degli operatori europei. Studio Idate

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I servizi di comunicazione mobile su IP, proposti dagli operatori di rete fissa per mezzo delle reti Wi-Fi, cominciano a guadagnare sempre pi&#249 consensi sul mercato americano.

Non lo stesso si pu&#242 dire per l¿Europa, dove gli operatori mobili, ansiosi di proteggere i loro investimenti nella terza generazione, sono reticenti a promuovere la diffusione di questo tipo di servizi.

Il VoIP ha cominciato a rivoluzionare lo status quo del mercato telefonico da oltre un anno, ma solo di recente ha fatto il suo ingresso nel mobile, grazie al sempre pi&#249 massiccio dispiegamento di hot spot, i punti di accesso collocati nelle zone pi&#249 ¿calde¿ delle citt&#224, quali centri commerciali, aeroporti, stazioni ecc.

Questo fenomeno, secondo l¿Istituto europeo dell¿Audiovisivo e delle telecomunicazioni (Idate), &#232 molto pi&#249 evidente negli Stati Uniti, dove la copertura geografica delle reti di telefonia mobile &#232 molto meno sviluppata che in Europa, mentre gli hot spot sono molto numerosi.

Dal 2004, gli operatori di rete fissa IDT e Bell Canada, i fornitori di soluzioni VoIP come Vonage o l¿operatore Wi-Fi BroadVoice sviluppano e sperimentano i servizi VoIP su rete Wi-Fi.

Per connettersi alle reti senza fili, sono gi&#224 stati lanciati diversi dispositivi mobili compatibili con lo standard 802.11, prodotti, tra gli altri, da Nec, Motorola, UTStarcom e Zyxel.

Le chiamate vocali che sfruttano il protocollo IP hanno dalla loro un evidente vantaggio in termini di tariffe: gli abbonati pagano in media da 10 a 30 euro al mese per poter comunicare in maniera illimitata verso apparecchi fissi e mobili.

Servizi simili sono partiti anche in Asia, ma in verisone ¿bimode¿. NTT DoCoMo in Giappone e Korea Telecom in Corea del Sud propongono ai loro clienti degli apparecchi che combinano le tecnologie 3G e Wi-Fi e sono in grado di trasferirsi da una rete all¿altra per assicurare la scelta di quella pi&#249 conveniente dal punto di vista economico.

¿Il VoIP mobile &#232 conveniente soprattutto per gli operatori di rete fissa, che possono compensare parte del traffico perso a profitto degli operatori mobili e degli ISP¿, spiega Idate.

Tecnicamente, utilizzare il VoIP sulle reti mobili &#232 possibile. Il punto &#232 che gli operatori, soprattutto quelli europei, sono piuttosto riluttanti a farlo poich&#233 cercano di limitare in ogni modo l¿impatto del VoIP sulle reti mobili, visti gli ingenti investimenti e gli alti costi delle licenze 3G.

Di conseguenza, la maggior parte delle reti mobili europee non sono ottimizzate per il VoIP, non utilizzando un¿architettura IP punto-punto.

Molti operatori, comunque, hanno avviato la migrazione verso una rete IP, anche se questo processo ¿ secondo Idate – prender&#224 almeno 2 o 3 anni, mentre il passaggio a un¿architettura IP punto-punto richieder&#224 almeno 5 anni.

Nelle previsioni pi&#249 ottimistiche, per il completamento di architetture 3G cosiddette ¿evolute¿ (UMTS versione 5 e CDMA 2000 EV-DO Rev.A) che integrino la gestione del traffico VoIP, ci vorr&#224 almeno il 2008.

Questo stato di cose non impedisce agli sviluppatori di soluzioni VoIP di proporre le loro tecnologie per le reti mobili, come nel caso di Skype, il cui software funziona sui Pda dotati di sistema operativo Pocket PC di Microsoft.

Idate sottolinea per&#242 che gli operatori mobili non gradiscono molto queste soluzioni e applicano alcuni ¿blocchi¿ al livello dei terminali, delle reti o anche a livello regolamentare. In quest¿ultimo caso, l¿operatore include il divieto di utilizzare il VoIP sulla propria rete nelle condizioni generali di utilizzo.

Idate punta su uno sviluppo effettivo del VoIP mobile entro il 2010, quando la tecnologia sar&#224 utilizzata attraverso il Wi-Fi, le reti 3G e anche su quelle WiMax.

La convergenza tra le reti Wi-Fi e quelle cellulari si basa sulla tecnologia Unlicensed Mobile Access (UMA), utilizzata tra l¿altro da Bt Fusion e in grado di accelerare il passaggio dalla rete fissa al wireless e di generare ¿ nei soli Stati Uniti ¿ profitti per 1,6 miliardi di dollari nel 2010.

Alessandra Talarico

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