Internet e contenuti: sono 21 milioni gli italiani che navigano la Rete. Rapporto AIE

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Tanti, veramente tanti, gli italiani che navigano la Rete. Per l¿esattezza sono 21 milioni, corrispondente al 43% della popolazione, e all¿83% di chi usa il Pc.

Le stime sarebbero dell¿Istituto di ricerca ISPO di Renato Mannheimer.

Di questi, sono proprio tanti (85%) quelli che hanno visitato nell¿ultimo semestre almeno un sito a contenuto informativo. La met&#224 circa (49%) sarebbe disposta a pagare per accedervi, e questo per avere una maggiore velocit&#224 del servizio, una maggiore ricchezza dei contenuti o per eventuali aggiornamenti.

Positivo anche l¿uso di Internet nelle scuole. Gli insegnanti, che hanno integrato stabilmente il Web nella fase di preparazione delle lezioni (ma non ancora in quella di presentazione), asseriscono di voler continuare a farne uso: quasi un intervistato su due sarebbe persino disponibile a pagare di tasca propria (43%) e addirittura tre su quattro, se fossero possibili detrazioni fiscali (70%), come emerge dall¿indagine dell¿Istituto Iard Franco Brambilla, attivo nel campo della ricerca sociologica, finalizzata all¿individuazione e allo studio dei processi culturali, educativi e formativi.

Le cifre risultano dal Rapporto 2004 dell¿Osservatorio AIE (Associazione Italiana Editori) sull¿editoria digitale presentato ieri a Milano, con gli ultimi dati riguardanti il rapporto tra Internet ed editoria.

Il Rapporto prende in esame attraverso due indagini, i rapporti tra gli italiani e le tecnologie.

E¿ stata condotta un¿analisi sotto il profilo del consumo di contenuti editoriali digitali all¿interno delle famiglie, affidata all¿Istituto ISPO. Mentre la parte relativa all¿utilizzo delle tecnologie nel mondo della scuola &#232 stata curata dall¿Istituto IARD Franco Brambilla.

Dai dati emerge con una certa chiarezza che il 17% degli italiani nello scegliere quale canale utilizzare per accedere a qualsiasi tipo di contenuti editoriali, cita in prevalenza le tecnologie, parliamo quindi in primo luogo di Internet, Cd rom, telefonini.

I maggiori fruitori della Rete restano i giovani, come &#232 ormai ben noto. Sono infatti per lo pi&#249 i giovani (24%), gli studenti (26%), che usano abitualmente il Web per motivi legati al lavoro, allo studio o semplicemente come divertissement (31%).

Il cosiddetto approccio ¿tradizionale¿ interessa invece il 47% della popolazione. Il 13% utilizza entrambe le formule (ne fa un mix).

Dall¿indagine ISPO emerge una crescita anche nell¿accesso al cosiddetto ¿canale tradizionale¿, il libro: la media di libri letti in un anno era di 2,3 tra la popolazione (6,4 tra i lettori) nel 2002 ed arriva nel 2004 a 2,9 tra la popolazione (6,7 tra i lettori).

Triplicato inoltre il numero di chi accede ai contenuti editoriali e informativi dal telefonino, che passa cos&#236 dal 10% della popolazione (14% di chi ha un telefonino) nel 2002 al 25% della popolazione nel 2004 (33% di chi ha un telefonino).

La Rete viene utilizzata dal 30% per andare a caccia di informazioni. Il 23% la usa per accedere a materiali a supporto dello studio e per scaricare musica (23%). Il 17% si connette per leggere articoli.

Rispetto ai vari canali, il 30% della popolazione italiana considera Internet il canale che si presta di pi&#249 alla ricerca di informazioni turistiche e il 29% a trovare materiali a supporto dello studio universitario.

Renato Mannheimer sostiene che, approfondendo questo elemento attraverso i focus group, si rileva in generale che ¿il servizio attraverso le nuove tecnologie diventa valore soprattutto quando si presenta in forma di servizio personalizzato one to one¿, con una interazione sincronica tra l¿utente e l¿erogatore del servizio.

Dall¿indagine condotta dall¿Istituto Iard Franco Brambilla emerge che gli insegnanti italiani, all¿inizio del 2003, erano in gran parte capaci di usare il computer (84%) e Internet (73%), ma non impiegavano spesso queste dotazioni nelle lezioni.

La situazione non &#232 cambiata nel corso del 2003: gli insegnanti che usano regolarmente il Pc per preparare le lezioni sono, infatti, ancora una minoranza (37%) e solo uno su cinque lo impiega nella presentazione delle lezioni (20%).

E considerano ancora Internet come una grande ¿biblioteca¿ pi&#249 che un luogo in cui trovare strumenti di lavoro, impiegandolo per la ricerca di informazioni e approfondimenti.

Ma gli insegnanti italiani si stanno muovendo soprattutto sul fronte della formazione.

Il 42% di quanti non sapevano usare il Pc ha gennaio, ha imparato a farlo, il 53% di quanti non sapevano usare Internet ha fatto altrettanto e il 55% degli intervistati che gi&#224 usavano il Pc dichiara oggi di aver migliorato le proprie capacit&#224.

Antonio De Lillo presidente dell¿Istituto Iard Franco Brambilla ¿ ha tenuto a sottolineare che ci&#242 che stenta ancora a farsi strada, ¿¿&#232 un¿adeguata formazione degli insegnanti sull¿applicazione alla didattica delle nuove tecnologie. Pur essendo disponibili i contenuti per la didattica, manca infatti un adeguato utilizzo in aula (presentazioni, sostare, simulazioni¿)¿.

Sono gli studenti l¿altro potente fattore di innovazione. Gli insegnanti sono probabilmente consapevoli della maggior abilit&#224 dei giovani con le nuove tecnologie e li invitano, infatti, a muoversi autonomamente nel Web: il 36% degli insegnanti incita infatti spesso gli alunni a reperire informazioni su Internet. C¿&#232 persino un 17% di insegnanti che richiede spesso relazioni ed esercizi direttamente su file.

In conclusione, il presidente dell¿AIE, Federico Motta, ha sottolineato l¿importanza di un rapporto sinergico tra la Rete e i contenuti.

¿Credo ¿ ha detto Motta – che dal Rapporto emerga in modo chiaro il dato che la diffusione dell¿hardware sia una precondizione per lo sviluppo della societ&#224 dell¿informazione ma non sia sufficiente senza un¿adeguata diffusione dei contenuti¿.

Il presidente aggiunge che, come emerge dalle indagini, la domanda &#232 davvero forte.

Secondo Motta &#232 proprio questo l¿aspetto su cui bisogner&#224 concentrarsi nei prossimi anni. Questo, per permettere anche nel nostro Paese uno sviluppo della societ&#224 dell¿informazione in linea con quanto indicato, per esempio, nel piano di azione di eEurope 2005 dalla Commissione Europea.

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Raffaella Natale