Usa: gli studios presentano un progetto per finanziare il cinema digitale

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Novit&#224 sul mercato del cinema digitale, negli Stati Uniti. Secondo informazioni apparse sulla stampa straniera, i pi&#249 grossi studios cinematografici di Hollywood hanno presentato stamani un progetto rivolto ai proprietari delle sale che prevede diverse concessioni per ottenere una pi&#249 ampia diffusione delle apparecchiature per il cinema digitale, tra cui quella di tagliare i costi.

Nella conferenza stampa indetta allo ShoWest, la convention del mondo del cinema americano che si tiene ogni anno a Las Vegas e che si chiude oggi, il responsabile esecutivo di Digital Cinema Initiatives, Chuck Goldwater, ha spiegato ai giornalisti che sarebbe gi&#224 pronto una progetto preliminare, ancora da ultimare, per gli standard tecnologici.

Inoltre sarebbero state rafforzate le misure per combattere il crescente fenomeno della pirateria, che sta rosicando la fetta di mercato del cinema.

Ormai &#232 possibile trovare i Dvd taroccati, ancora prima che i film arrivino nelle sale.

Anche se proprio oggi, il presidente dell¿Associazione del cinema americano (MPAA), Jack Valenti, ha dichiarato che il cinema americano ha generato 9,5 miliardi di entrate nel 2003.

Per Valenti il 2003 &#232 stato un buon anno per i cinema. Lo ha detto nell¿occasione dello ShoWest, evidenziando che si tratta della seconda migliore cifra ¿di tutta la storia dell¿industria cinematografica¿.

In totale, sono stati realizzati 473 film americani nel 2003, di cui 198 dai principali studios membri della MPAA (Paramount, Sony, Warner Bros, Metro-Goldwyn-Mayer, Universal, Walt Disney e 20th Century Fox). Questi studios hanno spesso ciascuno una media di 102,8 milioni di dollari a film nel 2003, ha lamentato Valenti, sottolineando che la ¿prudenza economica dovr&#224 essere un priorit&#224 per ogni studios cinematografico¿.

Il costo medio di produzione di un film per uno studios &#232 aumentato dell¿ 8,6% in rapporto al 2002, passando a 63,8 millions di dollari.

Per quanto riguarda il nuovo progetto che porterebbe velocemente nel cinema la tecnica digitale, le domande dei giornalisti sono state naturalmente volte ad avere maggiori chiarimenti, specie per quanto riguarda i costi delle proiezioni digitali. I costi delle apparecchiature infatti superano di gran lunga i 100mila dollari.

Spese troppo alte, che fino a oggi hanno fatto desistere i proprietari delle sale.

Si tratta comunque di un investimento abbastanza consistente anche per uno studio cinematografico.

A riguardo Glodwater ha chiarito che ogni contributo per il finanziamento delle apparecchiature dovr&#224 essere relativo e proporzionale al potenziale beneficio che si aspettano di realizzare le major, i proprietari della sale e i venditori dei sistemi.

Glodwater ha anche aggiunto che gli stessi studios stanno considerando l¿idea di istituire un”entit&#224 finanziaria per sovvenzionare l”installazione di apparecchiature per il cinema digitale.

Per oltre cinque anni allo ShoWest, i produttori di apparecchiature per le proiezioni digitali come Texas Instruments, gli studios e i produttori cinematografici hanno sottolineato i vantaggi del cinema digitale, ma i proprietari delle sale erano scettici a causa della mancanza di dettagli su come pagare il conto.

Intanto la tendenza verso il digitale nella produzione cinematografica ha colpito anche lo storico Gruppo di Mickey Mouse. La Walt Disney ha chiuso un¿epoca, con Home on the Range la major cinematografica ha detto addio ai disegnatori con tanto di album e matite.

D”ora in poi, per la societ&#224 ci sar&#224 spazio solo per il disegno digitale. Finisce una tradizione durata 70 anni e lunga 44 pellicole, per dar posto al 3D, al cinema digitale e ai computer.

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Raffaella Natale