Vodafone e il consolidamento del mercato tlc: gli scenari del settore dopo la fusione Cingular-AT&T

di |

Europa



La mega fusione tra Cingular Wireless e AT&T Wireless ha dimostrato che l¿industria delle tlc d¿Oltreoceano si sta muovendo verso uno scenario in cui le piccole societ&#224 faranno fatica a sopravvivere e saranno costrette a cercare accordi di partnership per non soccombere all¿inevitabile pressione dei grandi gruppi.

La vendita del terzo operatore Usa per 41 miliardi di dollari ha inoltre confermato le grandi aspettative di crescita per un business che punta sempre pi&#249 verso la diversificazione delle offerte da parte di operatori che non possono pi&#249 limitarsi esclusivamente ad offrire i tradizionali servizi telefonici ma deve puntare alla convergenza, specialmente verso il mondo della televisione.

Sono in effetti gi&#224 molte le societ&#224 via cavo che offrono accesso a Internet a banda larga, e servizi di telefonia vocale, cos&#236 come molti operatori cominciano a siglare partnership con compagnie satellitari per aggiungere servizi a valore aggiunto alle loro capacit&#224 di trasmissione voce e dati.

E sono in molti gli analisti a prevedere che in futuro il settore televisivo e quello telefonico convergeranno in un¿unica grande industria.

Al di qua dell¿Oceano, gli occhi sono tutti puntati sul gigante britannico Vodafone e sul CEO Arun Sarin.

Il gruppo telefonico, leader del mercato mondiale, &#232 attualmente sotto forte pressione in seguito al fallimento della scalata su ATT, per cui si era detto pronto a sborsare fino a 39 miliardi di dollari.

Molti analisti e per&#242 non sono stati convinti dalla dichiarazione del gruppo secondo cui il proseguimento delle trattative per rilevare AT&T non sarebbe stato nell¿interesse degli azionisti e aspettano al varco la prossima mossa di Arun Sarin che deve dimostrare di essere degno successore di Chris Gent.

A maggio, il gruppo dovr&#224 presentare i risultati finanziari e Sarin, alla guida del gruppo da soli sei mesi, dovr&#224 provare a riguadagnare la fiducia degli analisti, per i quali il CEO dovrebbe quanto meno aumentare il dividendo, effettuare un consistente buy-back e siglare un paio di accordi per raggiungere i prefissati obiettivi di crescita.

Solo cos&#236 il mercato potr&#224 ridare fiducia a un gruppo che si diceva pronto a sborsare quasi 40 miliardi per un¿azienda di secondo piano, piena di debiti e con migliaia di clienti in fuga.

Molti azionisti si sono opposti all¿idea dell¿acquisizione pur continuando a dare fiducia al presidente: ¿¿E¿ ancora all¿inizio, e deve ancora dimostrare di cosa &#232 capace. Quello che &#232 successo per&#242, gli fa onore¿, ha dichiarato uno di loro.

L¿acquisizione, certo, avrebbe finalmente imposto il marchio europeo anche negli Usa, ma avrebbe implicato l¿uscita da un altro business molto proficuo: Vodafone infatti controlla il 45% in Verizon Wireless, ormai ex numero uno del mercato dopo la fusione tra Cingular e AT&T.

Gli osservatori credono che Vodafone potrebbe tentare la scalata a Verizon Communications, la capogruppo con cui controlla Verizon Wireless, ma l¿operazione richiederebbe un investimento tre volte maggiore di quello previsto per l¿acquisizione di AT&T.

L¿acquisizione di AT&T da parte di Cingular, secondo la stampa Usa, avr&#224 anche ripercussioni sui bilanci delle aziende europee: secondo le stime di Lehman Brothers, Cingular e AT&T contribuiscono per circa il 6-8% ai ricavi di Ericsson e per circa il 3% a quelli di Nokia

Dal momento che la nuova societ&#224 risparmier&#224 nei prossimi due anni circa 3 miliardi di dollari, pare proprio che questi tagli andranno proprio a scapito dei comparti delle infrastrutture delle telecomunicazioni delle due imprese europee.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Il prezzo &#232 giusto. Cingular batte Vodafone e mette le mani su AT&T per oltre 40 mld di dollari

AT&T: DoCoMo lascia, Vodafone rilancia. A fine mese la decisione

AT&T, preda ambita del mercato tlc: in lizza anche Vodafone?

Vodafone, dopo l¿ottima trimestrale il gruppo guarda agli Usa