I ritardi di 3: a chi la colpa?

di |

Europa



Ma la colpa &#232 dei telefonini che non ci sono o della scarsa competizione sul mercato?

Ovviamente stiamo parlando di 3, il marchio con cui Hutchison Whampoa ha lanciato i servizi di terza generazione in Italia, Gran Bretagna, Australia e Hong Kong.

Le performance di 3 Italia e 3 UK, oramai &#232 risaputo, non sono state delle migliori: le due societ&#224 sono infatti andate ben al di sotto del milione di abbonamenti previsto per il primo anno del servizio.

Bene, fino a qualche giorno fa, i management del conglomerato e delle varie filiali incolpavano i propri fornitori di telefonini ¿ Nec e Motorola – per l¿accoglienza piuttosto freddina riservata alla pubblicizzatissima terza generazione mobile.

Prima i cellulari erano difettosi, poi era la batteria a durare troppo poco. Infine, quando i telefonini sembravano non presentare pi&#249 alcun difetto di sorta, sono terminati.

Ragion per cui la colpa del mancato raggiungimento di importanti obiettivi, quali un milione di abbonamenti sui mercati europei e il pareggio del bilancio nel 2005, sembrava tutta dei costruttori di telefonini. Che per riparare si sono cosparsi il capo di cenere e hanno promesso (Nec almeno) di far arrivare sul mercato almeno due milioni di nuovi apparecchi per il prossimo anno.

Nonostante tutti gli ostacoli trovati sulla propria strada,comunque, il 3G non si ferma e dalle filiali italiana e britannica del conglomerato di Hong Kong, tutti si dicono fiduciosi di poter raggiungere l¿obiettivo del primo milione di abbonati entro marzo del 2004. Per il momento ¿ ma le cifre sono ballerine ¿ si parla di 340 mila adesioni in Italia e 210 mila in Gran Bretagna.

E allora ecco una nuova dichiarazione che sicuramente far&#224 discutere: non &#232 pi&#249 colpa (solo) dei fornitori di telefonini, ma anche della concorrenza che non avrebbe investito, o creduto, abbastanza nel 3G.

Insomma se 3 non ha venduto &#232 colpa dei vari Vodafone, Orange, Tim che, avendo ritardato il lancio delle proprie proposte commerciali, hanno azzoppato anche Hutchison e le sue offerte.

Ricordiamo che il colosso di Hong Kong, di propriet&#224 del ricchissimo uomo d¿affari Li Ka-Shing, aveva preventivato investimenti per 18 miliardi di euro, ma la scorsa settimana ha dichiarato di essere pronto a iniettare nel business altri due miliardi freschi freschi.

Molti operatori europei, che forse non hanno alle spalle un conglomerato che fa affari nei settori pi&#249 disparati (dai servizi portuali agli immobili), avevano previsto il debutto dei servizi 3G per quest¿anno, ma sono stati costretti a rinviarlo per problemi ¿tecnici¿.

Vodafone ha di recente confermato che ci vorr&#224 la met&#224 del 2004 per un primo lancio a scala ridotta dell¿Umts e almeno novembre-dicembre per vedere in giro i primi cellulari 3G targati dal gigante britannico.

Secondo l¿amministratore delegato di Vodafone Italia Vittorio Colao, s&#236, il problema della mancanza di telefonini disponibili esiste realmente. Ma non &#232 l¿unico.

Per un mercato di massa, spiega Colao, bisogna aspettare che gli apparecchi raggiungano un prezzo pi&#249 abbordabile e che la copertura di rete sia adeguata e non limitata a poche zone del territorio nazionale.

Hutchison, a questo proposito, dovrebbe risolvere il nodo interoperabilit&#224, cio&#232 consentire ai propri utenti di utilizzare i telefonini 3 anche con Sim di altri operatori, forse questa possibilit&#224 potrebbe invogliare gli utenti ad acquistare i telefonini della casa giapponese, afflitti da costanti problemi di ricezione del segnale.

L¿Umts di Telecom Italia Mobile (Tim), invece, dovrebbe essere ai nastri di partenza: il primo operatore mobile italiano lancer&#224 inizialmente il servizio nelle principali citt&#224 italiane: Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo, Cagliari, Firenze, Venezia. La copertura outdoor della rete UMTS &#232 infatti, gi&#224 una realt&#224: in totale il 90% circa della popolazione di queste grandi citt&#224 &#232 coperto dal servizio. Per quanto riguarda il resto del Paese, Tim prosegue a tappe forzate nel lavoro di installazione dei ripetitori necessari a garantire al pi&#249 presto la piena copertura della popolazione nazionale che, come per il GSM, richieder&#224 circa 5 anni. Secondo i termini della licenza, TIM dovrebbe coprire 100 citt&#224 entro il 2006.

Ci vorr&#224, dunque, ancora un bel po¿ perch&#233 la concorrenza di 3 entri massicciamente nel mercato e aiuti l¿operatore a far decollare i suoi servizi. Fino ad allora, quanti altri colpevoli verranno fuori?

Alessandra Talarico