Vodafone annuncia la partenza del 3G per i laptop, ma non per i telefonini

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L¿operatore britannico Vodafone ha annunciato il lancio commerciale in via sperimentale dei servizi 3G in Italia e in Germania, ma soltanto con una clientela aziendale selezionata e per la trasmissione dati.
Il Business Trial punta agli utenti professionali e parte con quattro grandi Clienti Vodafone, il Comune di Torino, Nestl&#232, Ras e Unicredito Italiano, aziende che da oggi hanno in prova gratuita la Connect Card UMTS, la prima applicazione disponibile di terza generazione che garantisca elevata velocit&#224 di connessione alla Rete attraverso le reti della telefonia mobile.

La tecnologia Mobile Connect Card integra le funzionalit&#224 3G e GPRS, ed &#232 in grado di trasmettere fino alla velocit&#224 di 384 Kbit/sec in aree di copertura 3G, mentre fuori da queste aree la 3G Connect Card ritorna su tecnologia GPRS utilizzando la rete GSM. In questo modo sar&#224 possibile navigare il Web, inviare e ricevere eMail e collegarsi alla rete Intranet aziendale con le velocit&#224 della banda larga.

Dunque per il momento niente telefonini e niente grande pubblico, a causa dei problemi che ancora assillano la telefonia 3G, soprattutto in materia di visiofonia, ma da aprile del prossimo anno – quando il periodo di Trial sar&#224 terminato – Vodafone Mobile Connect Card 3G sar&#224 in vendita per le aziende interessate presso la catena commerciale Vodafone One. Entro quella data il gruppo prevede di coprire con la sua rete 3G 125 citt&#224, pari al 30% della popolazione, rispetto alle attuali 13.

¿E¿ realistico pensare che un giorno la nostra offerta includer&#224 anche i telefonini, ma abbiamo preferito cominciare con le card per PC e solamente per il trasferimento di dati¿ ha dichiarato un portavoce del gruppo.

L¿offerta di Vodafone si pone dunque dal lato opposto a quella di H3G ¿ l¿unico operatore ad aver lanciato l¿Umts – puntando ai clienti business con un servizio 3G a loro del tutto dedicato. E la strategia, a detta degli analisti, &#232 molto interessante.

¿Abbiamo dimostrato ¿ ha commentato l¿amministratore delegato di Vodafone Italia Vittorio Colao ¿ non solo di credere nella nuova tecnologia di terza generazione ma, mentre il mercato italiano propone tecnologie di passaggio, di aver gi&#224 realizzato gran parte delle infrastrutture necessarie per partire con il 3G, assolvendo per altro in anticipo agli obblighi che la nostra licenza ci impone per gli anni futuri. (¿) I telefoni arriveranno il prossimo anno ¿ ha aggiunto Colao – ma finch&#233 non offriranno prestazioni migliori rispetto a quelli esistenti, nel rispetto dei nostri clienti e del mercato, non li venderemo.¿

Le carte-modem saranno fornite dalla societ&#224 olandese Option International, specializzata nelle tecnologie senza fili, che le ha realizzate in collaborazione con la statunitense Lucent e le consegner&#224 anche all¿operatore tedesco T-Mobile.

Quest¿ultimo, si &#232 rifiutato di fornire la nuova data di lancio dei servizi 3G, ma fonti vicine all¿azienda hanno dichiarato che potrebbe copiare l¿offerta Vodafone per aggirare gli attuali problemi legati all¿Umts. Come mostrato infatti dall”esperienza di H3G ¿ che a causa dei ritardi nella consegna dei telefonini dai fornitori ha rinviato l”obiettivo di raggiungere un milione di clienti, fissato per met&#224 marzo 2004 – ad oggi rimangono irrisolti una serie di problemi legati ai terminali e all”integrazione delle tecnologie 2G e 3G.

Per quanto riguarda in particolare l¿Italia, l¿offerta Vodafone dovr&#224 affrontare la concorrenza di 3 Italia ¿ filiale di H3G ¿ e dell¿i-mode di Wind, mentre Tim, divisione mobile di Telecom Italia, ha confermato il lancio dei primi terminali Umts per la fine di quest¿anno. Si tratta anche qui di un”operazione limitata a qualche migliaia di utenti amici, finalizzata a testare la tecnologia.

Parlando ai giornalisti, Colao ha dichiarato che la compagnia non intende fare concorrenza ai fornitori di contenuti, ma distribuire i prodotti altrui. In particolare si rivolge alla Rai che, come servizio pubblico, dovrebbe mettere a disposizione di tutti gli operatoriil proprio patrimonio audiovisivo.

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Alessandra Talarico