Tv digitale terrestre: criticità, opportunità e un lungo processo di affermazione

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Italia



di Giuseppe Richeri
Universit&#224 Svizzera Italiana di Lugano

La televisione digitale &#232 un fenomeno che coinvolge tutti i Paesi europei e, in molti casi, &#232 considerata positivamente o favorita dagli stessi governi. Alcuni di essi hanno gi&#224 stabilito entro quale termine sarebbe auspicabile una sostituzione completa e definitiva della tv analogica con quella digitale. Sappiamo che attualmente la piattaforma maggiormente usata in Europa &#232 il satellite, in alcuni Paesi anche le reti di televisione via cavo hanno gi&#224 adottato in larga parte la tecnica digitale, mentre le reti televisive digitali terrestri sono presenti per ora solo in 6 Paesi, ma molti altri stanno per avviare le prime trasmissioni a larga scala.

Dalle esperienze fin qui sviluppate possiamo gi&#224 individuare una serie di caratteristiche che riguardano sia l¿offerta di prodotti e servizi sia i comportamenti degli utenti. Ed &#232 su questa base che possiamo avanzare alcune riflessioni.

In grande sintesi sappiamo che, sul fronte dell¿offerta, gli aspetti che possono interessare il nostro tema sono sostanzialmente tre, anche se la tv digitale pu&#242 comportare altri vantaggi:

  • moltiplicazione dei canali a parit&#224 di frequenze occupate

  • creazione di programmi televisivi interattivi

  • accesso a Internet (con un¿interconnessione alla rete telefonica domestica)

Sul fronte degli utenti le principali esperienze fin¿ora analizzate mettono in evidenza alcuni aspetti interessanti:

  • innanzi tutto l¿interesse e l¿assiduit&#224 d¿accesso delle famiglie ai servizi della tv digitale dipendono dal costo di adozione degli apparati terminali (set top box) e di utilizzo dei servizi. Su scala europea troviamo una gamma di opzioni economiche che vanno dai servizi diffusi a pagamento (basic e premium) a quelli gratuito finanziati dalla pubblicit&#224 o dal canone ai servizi interattivi associati alla programmazione televisiva o indipendenti sul tipo di quelli forniti da Intenet;

  • la curva di adozione dei terminali da parte delle famiglie, secondo le stime prevalenti, potrebbe portare ad elevati tassi di penetrazione della tv digitale nell¿arco di 8-10 anni a condizione che l¿offerta sia attraente e sostenuta da un¿azione di marketing potente e che una parte consistente dei nuovi servizi sia gratuita (va peraltro considerato che i tempi di adozione potrebbero essere accelerati nel caso in cui qualcuno – Stato e broadcaster – offrisse gratuitamente i set top box e la loro installazione alle famiglie e la tv digitale offrisse canali attraenti e gratuiti);

  • gli aspetti maggiormente apprezzati dal pubblico digitale sono fin¿ora le maggiori opportunit&#224 di scelta di canali televisivi e, sul piano dei servizi interattivi, la guida elettronica dei programmi e le opzioni connesse ai programmi televisivi pi&#249 attraenti (possibilit&#224 di partecipare a giochi in diretta, di intervenire con il voto, ecc.);

Per riflettere sul tema qui proposto, credo sia utile mettere in evidenza alcuni dei principali rischi o limiti legati allo sviluppo della tv digitale che gi&#224 oggi si possono osservare o prevedere.

Attualmente il grado di moltiplicazione dei canali e di interattivit&#224 dei servizi offerto dalla tv digitale dipende dal tipo di piattaforma impiegata.

In generale si osserva che la piattaforma via cavo offre potenzialmente una quantit&#224 di canali superiore alle altre piattaforme nell¿ordine di varie centinaia e i servizi interattivi simmetrici pi&#249 avanzati (video-comunicazione), compreso i servizi associati a Internet veloce, si tratta per&#242 di servizi a pagamento, inoltre in molti Paesi europei il cavo serve una parte minoritaria o marginale della popolazione.

La piattaforma satellitare &#232 in grado di offrire centinaia di canali televisivi su territori molto estesi e una gamma di servizi interattivi ampia, ma limitata rispetto al cavo, e normalmente la parte pi&#249 attraente dell¿offerta &#232 a pagamento.

Mentre la televisione digitale terrestre &#232 pi&#249 facilmente accessibile (dal punto di vista del costo per le famiglie), ma &#232 in grado di offrire un numero nettamente pi&#249 contenuto di canali televisivi e servizi interattivi rispetto altre due piattaforme.

In quest¿ultimo caso si hanno esperienze di fornitura dei servizi sia a pagamento sia in chiaro.

Moltiplicazione dei canali e interattivit&#224

La moltiplicazione dei canali offre certamente alcuni vantaggi. I due principali riguardano la possibilit&#224:

  • di aumentare sia i soggetti sul lato dell¿offerta, ovvero i broadcaster, con vantaggi per il pluralismo delle fonti sia i contenuti (canali e servizi) con vantaggi per la variet&#224 dei generi, degli argomenti, ecc;

  • di consentire una scelta piu¿ ampia e di adeguare meglio il consumo televisivo ai desideri e gusti dei teleutenti.

I vantaggi dell¿interattivit&#224 sono quelli di poter accedere attraverso un terminale domestico, gi&#224 sfruttato per altre funzioni, a servizi personalizzati che riguardano l¿accesso e lo scambio di vario tipo (t-commerce, t-banking, tGovernment ecc.). Inoltre l¿interattivit&#224 permette una partecipazione pi&#249 diretta, quindi una maggior adesione e coinvolgimento ad alcuni programmi insieme a forme di approfondimento di informazioni e altro (pubblicit&#224 interattiva, ecc.).

Ci sono su questo fronte almeno due aspetti critici che riguardano sia la democrazia che la coesione sociale.

Nel primo caso la moltiplicazione dei canali implica una progressiva frammentazione del pubblico televisivo, nel secondo la riduzione del grado di condivisione dei contenuti televisivi che spesso danno sostanza a legami sociali.

Questo fenomeno &#232 gi&#224 riscontrabile in modo evidente nell¿esperienza televisiva dei Paesi dove le famiglie ¿multicanale¿ hanno raggiunto dimensioni consistenti.

Negli Stati Uniti l¿audience dei tre grandi network nazionali all¿inizio degli anni 80% conquistava mediamente uno share del 90%, mentre oggi nelle famiglie abbonate alle reti televisive via cavo (circa il 70%) , dove si pu&#242 scegliere mediamente tra oltre 70 canali televisivi, la loro audience &#232 scesa al di sotto del 50% e continua a ridursi. Un trend simile si riscontra anche nel regno unito dove alla fine degli anni 80 la BBC con le sue due reti otteneva quasi il 50% di share, mentre oggi nelle famiglie ¿multicanale¿ che ricevono le trasmissioni via cavo o via satellite il suo share si &#232 dimezzato.

In generale possiamo dire che la moltiplicazione dei canali comporta una ridistribuzione del pubblico che penalizza inevitabilmente i canali generalisti in chiaro intorno a cui tradizionalmente si concentrava una larga parte del pubblico e si creava un effetto di condivisione e di coesione sul piano politico, culturale e sociale.

Il processo di frammentazione &#232 potenziato dalle possibilit&#224 di accedere tramite il televisore a servizi interattivi del tipo associato a Internet gi&#224 ricordati, dal momento che a questo livello si tratta di attivit&#224 completamente individualizzate (anche se Internet pu&#242 diventare a sua volta uno strumento importante di condivisione e coesione sociale, ma a livello di gruppo e non pi&#249 di massa e a condizioni molto diverse da quelle offerte dal consumo televisivo).

Moltiplicazione dei canali e dei servizi, risorse e qualit&#224

Le piattaforme digitali sono in grado, come si &#232 detto, di aumentare sensibilmente la gamma dell¿offerta sia di canali sia di servizi. Tale offerta deve essere in grado di esercitare un certo grado di attrazione sul pubblico per indurlo a dotarsi dei terminali digitali necessari e, secondo i casi, a pagare i servizi scelti.

La qualit&#224 e il grado di attrattivit&#224 della nuova offerta &#232 in larga parte correlata alle dimensioni degli investimenti, quindi delle risorse disponibili. Ci sono sostanzialmente quattro possibilit&#224 di trovare le risorse necessarie. Aumentare gli introiti pubblicitari, far pagare le nuove offerte, finanziare le nuove offerte con soldi pubblici (fondi ad hoc del governo, aumento del canone, ecc.), trasferire una parte degli investimenti dai canali tradizionali a quelli nuovi.

In realt&#224 il processo di frammentazione del pubblico che probabilmente deriver&#224 dalla moltiplicazione dei canali (come &#232 gi&#224 successo nelle case multicanale negli Stati Uniti e nel Regno Unito) va nella direzione opposta all¿aumento degli investimenti pubblicitari. Dal momento che si tratta di investimenti che normalmente sono proporzionali all¿audience, se il pubblico si sposta verso nuovi canali, quelli ¿vecchi¿ vedranno le loro risorse ridursi, ecc.

La sola condizione per veder aumentare la pubblicit&#224 &#232 legata alle forme di pubblicit&#224 interattiva realizzabili con la tv digitale, ma &#232 ancora presto per capire se si tratter&#224 di forme pubblicitarie di nicchia, o di massa ( il limite della pub interattiva &#232 che distoglie il telespettatore dal programma generando effetti negativi sugli annunci successivi).

Le forme di finanziamento diretto attraverso abbonamento o pagamento a consumo in alcuni paesi hanno raggiunto un¿estensione importante come nel Regno Unito dove BSkyB ha oltre 7 milioni di clienti, in altri ha avuto meno successo, sono pero¿ in grado di finanziare nuovi servizi attraenti. Ma si tratta di un fenomeno che &#232 in grado di coinvolgere solo una parte della popolazione, quella che puo¿ pagare, mentre l¿altra rimane esclusa per ragioni economiche

La possibilit&#224 di finanziare le nuove offerte con soldi pubblici &#232 attualmente la soluzione scelta, dopo varie strade, nel Regno Unito dove la BBC gestisce la tv digitale via terra con il finanziamento del canone. Appare piu¿ difficile, perch&#233 in contrasto con le regole europee, l¿ipotesi di finanziamento basato su erogazioni dirette dello Stato.

L¿ultima possibile soluzione, quella di spostare risorse dai canali tradizionali alle nuove offerte, teoricamente &#232 possibile, ma in nessun paese fin¿ora qualcuno ha osato proporla e appare, in realt&#224 difficile da praticare.

In conclusione, appare probabile che a fronte di nuove offerte che devono essere ¿attraenti¿, quindi non a basso costo, si registri una crescita contenuta delle risorse disponibili. In questa situazione c¿&#232 il rischio che l¿investimento medio orario dei programmi televisivi non possa restare al livello attuale e che, almeno per i nuovi canali, sia necessario ridurlo sensibilmente, generando pero¿ un rischioso processo di riduzione della qualit&#224 della programmazione televisiva. Una variante di questa prospettiva consiste nel concentrare le risorse disponibili su un numero di generi molto attraenti (film e sport), ma limitato, e di destinare le risorse residue agli altri canali.

Tv digitale terrestre: criticit&#224, opportunit&#224 e un lungo processo di affermazione
(2° parte)

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