Articolo 21 definisce incostituzionale la riforma Tv, Gasparri replica

di Raffaella Natale |

Italia


L’Associazione Articolo 21 ha presentato un documento di denuncia contro la riforma del sistema radiotelevisivo, del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.

L’avvocato Domenico D’Amati ha dichiarato che l’Associazione sta preparando anche un esposto all’Unione Europea, sulla violazione della libertà d’espressione e del pluralismo in Italia chiedendo le sanzioni più pesanti, che possono arrivare fino al veto del diritto di voto per il Paese negli organismi comunitari.

A parlare ai giornalisti, convocati per l’occasione nella sala stampa della Camera dei deputati, Roberto Zaccaria, Federico Orlando, e Giuseppe Giulietti.
La denuncia, a cui hanno lavorato un gruppo di giuristi, muove dalla convinzione che la riforma sarebbe incostituzionale.

Ci sarebbero, sostiene l’Associazione, almeno quattro illegittimità. Zaccaria ribadisce che bisogna “…garantire i diritti dei cittadini da uno svuotamento della Costituzione”.
Il disegno di legge non garantisce il pluralismo, affida al governo la nomina del Cda Rai, avvia la privatizzazione della Tv di Stato, e sottrae al Parlamento la disciplina di una parte importante della materia, di questo è convinta l’Associazione.

In particolare, spiega Zaccaria, si introduce la privatizzazione della Rai, che è concessionaria di un servizio pubblico, “…mentre poi, in evidente contraddizione, rimane il canone e una concessione per 12 anni”.
Infine si contesta “…la sottrazione al Parlamento, attraverso una delega al Governo, impropria e senza precedenti, di una parte essenziale della disciplina della materia televisiva”.

Il documento è reperibile sul sito dell’Associazione ed è aperto alla sottoscrizione di chi si trova d’accordo con quanto sostenuto. Primi firmatari sono: Roberto Zaccaria, Franco Bassanini, Alessandro Pace, Nicola Lipari, Paolo Caretti, Margherita Raveraira, Lucio Lanfranchi, Filippo Donati, Roberto Matroianni.
Il documento sarà poi presentato in Parlamento, dove è in discussione il disegno di legge Gasparri.

Adesione all’iniziativa è arrivata anche dal segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, che spera che si possa riflettere sulla riforma Gasparri e intervenire sulla modifica di alcuni punti. In ogni caso il segretario si è detto disponibile ad appoggiare qualunque iniziativa “di mobilitazione unitaria”.

Riguardo all’esposto presentato alle autorità europee, l’avvocato D’Amati ha spiegato “…Stiamo lavorando ad una bozza che poi diventerà un documento che sarà inviato al presidente di turno della Ue Costas Simitis, al presidente del Parlamento europeo Pat Cox e al presidente della Commissione Europea Romano Prodi. Sarà realizzato un dossier dettagliato sulle singole violazioni perché il governo italiano sia chiamato a dare spiegazioni”.

L’Associazione, aggiunge D’Amato, “…fa riferimento all’articolo 7 del Trattato di Maastricht che commina sanzioni  per chi viola l’articolo 6 dello stesso trattato in cui si sanciscono i principi fondamentali, tra i quali figurano il diritto alla libertà di informazione e al pluralismo. Possono essere decise sanzioni che sono gravissime tra cui appunto la sospensione del diritto del voto per il Paese negli organi comunitari”.

Immediata la risposta di Gasparri, che in una nota diramata alla stampa sostiene che “…le osservazioni della cosiddetta Associazione Articolo 21 in merito al disegno di legge presentato per la riforma del sistema radiotelevisivo sono assolutamente infondate”.

“…Quelle osservazioni – continua il ministro – si basano su pregiudizi e sulla mancata lettura del testo della proposta, ovvero, forse, sulla impossibilità di comprenderne la portata. Le contestazioni di costituzionalità poggiano su premesse false. Si tratta, quindi, di bugie che non hanno nemmeno la possibilità di essere esaminate una per una. In ogni caso in Commissione già su alcuni di questi punti ho fornito risposte esaurienti. Nel dibattito serio, che faremo in Parlamento, argomentazioni così ridicole non credo che potranno reggere ad un confronto impegnativo”.

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