Google, IBM e il mondo accademico: nuovi approcci alla computer-science

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Google e IBM annunciano nuovi metodi di sviluppo software che consentiranno a studenti e ricercatori di affrontare le sfide delle applicazioni “Internet-Scale“. L’obiettivo è aumentare la conoscenza dell’highly parallel computing da parte degli studenti di scienze informatiche, per affrontare le problematiche dell’informatica distribuita su larga scala.

IBM e Google forniranno hardware, software e servizi per espandere gli orizzonti della ricerca, abbattere gli ostacoli che la comunità accademica incontra nell’analisi dei modelli emergenti di computing.

L’Università di Washington è stata la prima ad aderire all’iniziativa; altre università, tra cui la Carnegie-Mellon University, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), la Stanford University, l’Università di Berkeley e l’Università del Maryland, parteciperanno al pilota del progetto.

Google è soddisfatta della partnership instaurata con IBM per fornire risorse a studenti e ricercatori nelle sfide odierne dello sviluppo computazionale” dice Eric Schmidt, CEO di Google. “È essenziale che gli studenti e i ricercatori siano dotati degli strumenti giusti per gestire i sistemi di computing odierni e affrontare in maniera innovativa i problemi emergenti“.

I cambiamenti fondamentali nell’architettura dei computer e l’aumentata capacità della rete incoraggiano gli sviluppatori software a trovare nuovi approcci per risolvere i problemi della computer-science. Per i software basati sulla rete, come i motori di ricerca, il social networking e l’e-commerce, spesso c’è bisogno di dividere i calcoli computazionali in frazioni che sono poi messe contemporaneamente su diversi server. Le tecniche di programmazione parallela sono anche utilizzate per analisi scientifiche complesse, quali l’analisi genetica e dei modelli climatici.

Questo progetto mette insieme la tradizionale forza di IBM nel campo della ricerca scientifica e del business con le competenze di Google nell’area del Web computing e dei cluster scalabili” afferma Samuel J. Palmisano, CEO di IBM. “Il nostro obiettivo è preparare i programmatori di domani a creare software in grado di sostenere la crescita della rete globale e miliardi di transazioni sicure ogni giorno“.

Per questo progetto le due società hanno dedicato un cluster di alcune centinaia di sistemi (composti da tecnologie Google, BladeCenter e server System x IBM) destinate a crescere fino a raggiungere i 1600 processori; gli studenti accederanno al cluster via Internet.

Google e IBM, inoltre, hanno creato e messo a disposizione le seguenti risorse: software open source, sviluppato da IBM e basato su Eclipse; software IBM Tivoli per la gestione dei sistemi; un sito web basato su tecnologie web 2.0 per favorire la collaborazione tra le università.