INGV: conclusioni conferenza del Primo convegno sull’Oceanografia Operativa

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La settimana scorsa fra l’08 e il 09 giugno si è tenuto a Genova un simposio tra scienziati italiani e stranieri che si occupano di oceanografia, cioè delle complesse interazioni tra processi biologici, geologici, chimici e fisici del mare, per affrontare i temi della ricerca di oggi, come per esempio gli studi sui fondali, l’oceanografia fisica, la correntometria, le caratteristiche geomorfologiche, le popolazioni ittiche, il monitoraggio ambientale.

Il convegno ha visto la partecipazione di molti enti di ricerca italiani: INGV, OGS, CNR, ENEA, ARPA, ISPRA, CoNISMa e l’Aeronautica Militare con l’Istituto Idrografico della Marina.
Dal confronto di oltre un centinaio di specialisti è emerso innanzitutto che la salute dell’oceano va sorvegliato a livello internazionale attraverso satelliti, reti di rilevazioni in situ, monitoraggio e capacità di previsione, perché l’oceano è un ecosistema unico. Una grandissima parte della popolazione mondiale vive vicino al mare. Le rotte del traffico marittimo uniscono il Mar Nero al Baltico passando per il Mediterraneo, l’Atlantico, l’Artico e l’Oceano globale.

Il Servizio oceanografico di monitoraggio e previsioni del Mare Mediterraneo, sviluppato dal Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa (GNOO) – dice la prof. Nadia Pinardi, coordiantrice del congresso genovese – permette di conoscere il livello del mare, le correnti e la temperatura dei mari dalla superficie al fondo con una precisione ed una tempestività non possibile fino a soli pochi anni fa. Questo nuovo servizio è frutto di uno sviluppo tecnologico e scientifico che ha reso possibile da un lato collezionare le misure dello stato del mare in tempo reale e dall’altro formulare modelli numerici di previsione accurati e pratici“.

I prodotti del servizio oceanografico, continua Pinardi, permettono già ora di prevedere con una certa accuratezza l’impatto sulla costa degli inquinanti rilasciati a mare, un’ informazione importante per mitigare gli effetti disastrosi degli incidenti o delle azioni illegali di scarico di inquinanti. Il servizio inoltre fornisce supporto nelle attività di ricerca e recupero di corpi e oggetti dispersi nelle acque“.

I ricercatori Vincenzo Artale, Ernesto Napolitano e Roberto Iacono dell’Enea hanno presentato un modello di circolazione marina ad altissima risoluzione spaziale, allo scopo di fornire campi di previsione ed analisi della circolazione del mar Tirreno.
Durante la prima fase del progetto (agosto 2008-2009) – dicono gli studiosi – il modello previsionale ha fornito previsioni a sette giorni una volta alla settimana. Da maggio 2009 il sistema è in grado di fornire previsioni giornaliere e campi di analisi delle caratteristiche fisiche del Tirreno“.

Chiediamo al dott. Artale come è possibile prevedere la direzione di spostamento di un oggetto o liquido in mare.
L’ENEA – dice Artale –ha sviluppato una serie di tecniche volte a costruire degli strumenti utili a visualizzare subito delle mappe di probabilità che possono dare un’idea del tipo di variabilità che ci si può aspettare nella dispersione di un tracciante. L’idea consiste nell’utilizzare gli archivi dei campi di velocità prodotti a partire dal 2000 utilizzando forzanti realistici per prevedere le correnti marine su scale temporali dell’ordine della settimana. Viene poi stilata una mappa che esprime la probabilità e la direzione e la velocità della dispersione che ci si può attendere“.

Il Mar Tirreno, hanno affermato alcuni esperti del CNR e dell’OGS, è un’area critica per la salvaguardia ambientale del nostro paese. Dal punto di vista puramente oceanografico è caratterizzato da una circolazione complessa, determinata sia da forzanti remote, legata alla circolazione generale del Mediterraneo, che da forzanti locali, sia batimetriche che atmosferiche di piccola scala.

La conferenza sull’oceanografia operativa non è servita solo ad illustrare le applicazioni scientifiche e sociali, ma a richiamare l’attenzione sulla necessità che tutti coloro che sviluppano sistemi e metodi di oceanografia facciano come si suol dire “sistema”, condividendo competenze e strategie.

Si è discusso infine di un progetto in corso, chiamato MyOcean, un nuovo progetto di Oceanografia Operativa a scala globale che ha lo scopo di fornire una catena di prodotti e servizi riguardanti i mari di interesse europeo.
Con MyOcean l’oceano globale e i mari europei vengono monitorati ricorrendo a modelli in 3D per rappresentare gli ecosistemi polari e gli ecosistemi degli oceani in tempo reale e nel futuro a breve termine.